Quantcast
×
 
 
24/10/2022 14:26:00

Cosa nostra si riorganizza. Sei arresti in Sicilia, colpito il racket del "caro estinto"

 Nonostante i numerosi arresti degli ultimi anni, il mandamento mafioso di Misilmeri-Belmonte Mezzagno era riuscito a riorganizzarsi.

Per mantenere il predominio nel territorio sono stati commessi omicidi ed è stato imposto il pizzo a tappeto ai commercianti della zona.

E' quanto emerso dall'operazione "Fenice", messa a segno questa notte dai carabinieri del Comando provinciale di Palermo, coordinati dalla Dda, che ha portato in carcere sei fra boss e gregari del clan alle porte della città. Un'organizzazione tornata in piena operatività con una nuova scala gerarchica che imponeva le "regole" mafiose. L'indagine dei carabinieri, andata avanti attraverso non poche difficoltà dovute al modus operandi degli indagati, ha consentito di acquisire gravi indizi in merito all'evoluzione strutturale ed operativa della famiglia di Misilmeri, alla identificazione degli appartenenti al clan, e al condizionamento del tessuto socio-economico da parte della famiglia di Misilmeri, espresso principalmente attraverso il racket. L'indagine ha ricostruito i nuovi assetti della cosca. Secondo i magistrati, a guidarla sarebbe stato Michele Sciarabba, ritenuto il nuovo capofamiglia di Misilmeri, figlio del boss mafioso Salvatore. Al suo fianco, come braccio destro, Alessandro Ravesi.

Sciarabba gestiva un’avviata attività di ambulanze e pompe funebri. Attraverso i soliti insospettabili prestanome. E poi imponeva il pizzo ad alcuni imprenditori della provincia impegnati in vari settori. Due imprenditori hanno però denunciato i ricatti del racket, con il sostegno di Addiopizzo.

Oltre un anno di intercettazioni hanno permesso di scoprire come i due coordinassero l'attività nei settori tipici di controllo di Cosa nostra, curando il mantenimento dell'ordine sul territorio e cercando di risolvere tutte le controversie tra privati che si rivolgevano alla mafia invece che allo Stato.

Intercettazioni e pedinamenti hanno svelato il sistema di "solidarietà" tra gli appartenenti al clan nei confronti dei familiari degli affiliati in carcere a cui veniva garantito il sostentamento. 

Ecco i nomi degli arrestati:

SCIARABBA Cosimo detto Michele, nato a Palermo l'8.01.1979 e residente a Palermo

BAIAMONTE Salvatore nato a Misilmeri il 02.01.1972 e residente a Misilmeri

BADALAMENTI Benedetto nato a Bari il 17.05.1970 e residente a Palermo

GIORDANO Giusto nato a Palermo il 14.01.1967 e residente a Misilmeri

IPPOLITO Giovanni nato a Misilmeri il 01.07.1967 e residente a Misilmeri

RAVESI Alessandro nato a Palermo il 17.07.1977 e residente a Palermo

Addiopizzo scrive in un comunicato: "Gli arresti di stamane e le denunce nel corso delle indagini delle vittime accompagnate dalla nostra associazione rappresentano un modus operandi collaudato che dimostra come esistono le condizioni per denunciare in sicurezza e affrancarsi dal fenomeno estorsivo anche nel territorio della provincia di Palermo. Si è trattato di un percorso di ascolto e sostegno che Addiopizzo ha svolto a fianco di chi ha denunciato e in sinergia con gli uomini dell’Arma dei carabinieri e dei magistrati della Dda. Grazie anche alle denunce, in poco tempo carabinieri e magistrati hanno ricostruito gli episodi estorsivi perpetrati da chi è accusato di far parte della famiglia mafiosa di Misilmeri. Questa indagine dimostra, ove ce ne fosse bisogno, che il contributo degli operatori economici è fondamentale affinché lo straordinario lavoro di organi investigativi e autorità giudiziaria possa conseguire ulteriori risultati come quelli che emergono dall’indagine di oggi".