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06/11/2022 06:00:00

Chiedere scusa 

 “Occorre investire in bellezza laddove c’è più degrado, in educazione laddove regna il disagio sociale, in luoghi di aggregazione sociale laddove si vedono reazioni violente, in formazione alla legalità laddove domina la corruzione”.

Chiedere scusa

Sostantivo desueto ai più, forse a molti. Ingranare la marcia indietro sembra quasi colpire l’io di un qualcuno che per cose dette o fatte può aver sbagliato, e prenderne atto già sarebbe un segno di crescita.

Cammino a piedi e questo ti porta ad osservare da vicino le strade, il territorio circostante e a tenere sempre alta la soglia dell’attenzione; in tempi diversi parlando con una dirigente scolastica di questa Città le feci notare la differenza tra il vedere e il guardare, non sono proprio sinomini, ma una predisposizione dell’essere umano a concepire uno stato di cose e nella fattispecie l’atto del guardare. E girando mi chiedo spesso come la Comunità di cui faccio parte, possa continuare a convivere con il brutto, con lo sporco, con andare contro regole - non dettate da una Amministrazione comunale si faccia attenzione - ma dal buon senso. Siamo da tempo abituati ad aprire la sentina dei nostri malesseri e dare addosso alla politica di turno (destra centro sinistra, fa poca differenza) credendo così di aver assolto al nostro essere Cittadini. Si possono tollerare ancora le discariche dentro il Parco della Salinella? Passo spesso da lì, per affezione e trascorsi di famiglia, e non credo ai miei occhi che gente ignobile piuttosto che andare in luoghi deputati apra furgoni e faccia discarica dove crede; abbiamo campagne commoventi per bellezza e accanto a filari di vigne tirate con riga e squadra - che sono il vanto di questa Città nomen omen - tra i cavi di acciaio di sostegno un affresco multicolore di plastica che il vento trasporta ovunque.

Il vento questo meraviglioso ossimoro che dovrebbe far respirare certe teste e viene invece vissuto con fastidio dai più, una camurria cui fare volentieri a meno. E allora forse non è così peregrina l’idea che per formare nuove classi dirigenti ci sia la necessità di poeti, di una narrazione diversa dall’oggi, di una scrittura nuova che fa fatica a farsi spazio.

Il ruolo della cultura è sociale prima di ogni cosa, e francamente oggi sono stanco della sordità ora si, di una politica che non vuol leggere i numeri drammatici della dispersione scolastica, della povertà educativa di un ritorno dell’analfabetismo: tutto parte da lì e una risposta da lì deve arrivare, dirigenti, maestr* e professor* sono avamposti di legalità ma con armi spuntate, questo il mio pensiero. La politica tra i mille problemi che vive oggi non può trascurare questo aspetto che per molti è esiziale (io penso con orrore agli sconquassi dei tagli lineari della riforma Gelmini e cosa produsse).

A Marsala le mie conversazioni con un produttore di vini, in un luogo che sembra dipinto da un impressionista - tanto belli i colori le atmosfere le sensazioni che restituisce quella campagna, che gira per il mondo raccontando da Tampere a Seul i profumi e i sentori della posidonia o di un vento racchiuso dentro una bottiglia e che passa il suo tempo a chiamare la società di turno per costanti e continui sversamenti di ogni cosa nei terreni: ha due bambine e fatica a raccontare qualcosa di diverso che loro piccole non vedano passeggiando attorno alla cantina.

Perché mi chiedo? E’ chiaro che non c’è coscienza civica, amore per la cosa pubblica nemmeno a parlare, e torno: ma si può vivere con il brutto con lo sporco attorno? Parrebbe di si. Scrivo queste righe per amore sconfinato per questi luoghi, mi si dirà “sono una minoranza”, va bene ma molto ben distribuita e che fa danni ovunque, e da alcuni dati dell’Amministrazione Comunale di qualche anno addietro, che non conosce ceto sociale (mi riferisco ai mastelli non ritirati per conferire in modo corretto i propri rifiuti, un esempio su tutti).

In sostanza siamo democratici nel fottercene di un bene comune.

A febbraio di quest’anno il Parlamento ha licenziato il testo di riforma costituzionale dell’articolo 9 (anche dell’articolo 41) ed è questo

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Tutela l'ambiente, la biodiversita' e gli ecosistemi,

anche nell'interesse delle future generazioni. La legge

dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli

animali.

La parte in corsivo, è l’integrazione, ad un articolo che già di suo è fondamentale per un Paese come il nostro che dovrebbe vivere di ciò che ha, e dove il Legislatore ha sentito la necessità di responsabilizzare la Repubblica, quindi noi, a tutelare nell’interesse di future generazioni le biodiversità, gli ecosistemi.  

Il futuro è oggi, o la politica e quindi noi ne prendiamo atto altrimenti saremo correi nei confronti dei nostri figli, in questo atteggiamento inadeguato e dove tutto è permeato di politiche intese alla sostenibilità e difesa di ciò che respiriamo.

Scrivo per amore di questi luoghi, ma sopratutto perché l’Onorevole Francesco De Vita - padre costituente - e nel gruppo ristretto che collaborò alla stesura degli articoli dei principi fondamentali della nostra Costituzione ( i primi dodici e tra questi il nono) non si abbia a ricredersi di tanta visionarietà.

Non voglio credere a questa affermazione _“L’epoca attuale è il tempo della mediocrità aurea e dell’insensibilità, della passione per l’ignoranza, della pigrizia, dell’incapacità al lavoro e dell’aspirazione a trovar tutto già bell’e pronto. Nessuno pensa; di rado si trova qualcuno che concepisca un’idea.” (Fëdor Michajlovi? Dostoevskij).

Resto un uomo fortemente legato al fare, ma serve lo sforzo di tutti e questo non può che passare per una consapevolezza che ti può dare solo una cultura profonda del vivere e del sapere

 

p.s. il pensiero che riporto in apertura, è di un uomo politico che apprezzo più di altri: Papa Francesco (la frase che cito è stata tratta dall'udienza di ricevimento  dei Sindaci dell’ANCI lo scorso settembre).

giuseppe prode