Birgi. Ombra silurato si difende: “Ecco cosa ho fatto per l’aeroporto”
L’amarezza è tanta per Salvatore Ombra. Che non si aspettava che lo facessero fuori dalla guida di Airgest. Costretto a lasciare a metà il lavoro di risanamento di un aeroporto che stava iniziando a camminare con le proprie gambe, dopo anni di difficoltà.
Il presidente della Regione siciliana ha dato il benservito al presidente dell'Airgest, società quasi interamente a capitale regionale, Al suo posto, dal 10 Gennaio sarà presidente Vito Riggio, ex parlamentare ed ex presidente dell'Ente Nazionale Aviazione Civile, l'Enac, che ha guidato per 15 anni. Riggio è un sostenitore della linea di Schifani dell'accorpamento delle società di gestione degli aeroporti di Palermo e Trapani e della successiva privatizzazione.
Il presidente della Regione Renato Schifani ha messo mano allo spoil system e avviato una sostituzione dei manager delle società partecipate della regione. Un cambio di guardia che per l’aeroporto di Trapani Birgi interrompe un percorso avviato tre anni fa con il ritorno a furor di popolo di Ombra alla guida del “Vincenzo Florio”.
Ombra adesso è costretto a farsi da parte, ma non senza fiatare. E con un lungo post sulla sua pagina Facebook difende il suo operato, respinge alcune accuse sui conti dell’Airgest, e pizzica Schifani.
Il manager marsalese ripercorre le tappe salienti del suo mandato, a cominciare dal suo insediamento e dalla situazione in cui aveva trovato l’aeroporto di Birgi, aggravata poi dalla pandemia scoppiata poco dopo il suo ritorno. Lo fa anche per rispondere a dichiarazioni che riguardano Airgest, la Corte dei Conti siciliana ed alcuni estratti di valutazioni che quest’ultima ha espresso sui risultati economici della nostra società di gestione, in particolare negli anni 2020 e 2021.
“C” siamo immediatamente rimboccati le maniche e con una forte sinergia con il governo regionale abbiamo avviato un percorso di risanamento che aveva quale primo obiettivo riportare traffico sullo scalo, riallacciare i rapporti con i vettori aerei e riattivare quell’imprescindibile volano di ricchezza e di servizio sociale che l’aeroporto di Trapani è per il nostro, forse poco amato, territorio” scrive Ombra riferendosi ai primi mesi del suo mandato bis
Poi è arrivato “uno Tsunami di dimensioni mai viste”: l’emergenza Covid.
“Airgest, trovatasi improvvisamente a fronteggiare questo shock sistemico, ha immediatamente dato avvio ad un articolato piano di intervento” che, spiega Ombra, ha riguardato soprattutto la tutela di lavoratori e passeggeri, e “un maggiore efficientamento dei costi di struttura al fine di contenere l’impatto negativo in ambito economico/finanziario di tali eccezionali eventi. Tutto ciò, con impegno e dedizione, senza mai tralasciare una certamente difficile azione di network commerciale per garantire una programmazione voli in un futuro, in quel momento incerto, ma sul quale abbiamo sempre e fortemente creduto.
Ci siamo riusciti!”
Il presidente di Airgest parla della ripartenza: “abbiamo siglato importanti accordi, ottenuto, unici in Europa n° 7 rotte in continuità territoriale, sfiorato i 900 mila passeggeri nel primo anno post covid e programmato un 2023 che ci consentirà di raggiungere il traguardo di 1,2 mln di passeggeri.
Numeri che non si vedevano da anni e che hanno il solo scopo di fare bene alla nostra Provincia, a cui io per primo, essendoci nato e cresciuto ed avendo qui visto crescere la mia azienda, tengo tantissimo.
Una crescita certificata come la più alta tra gli scali europei post pandemia”.
Ombra poi difende l’operazione fatta per risanare i conti.
“Il primo bilancio della mia gestione è stato così lo sfortunato 2020 nel corso del quale con impegno e dedizione abbiamo comunque pressocché azzerato i cospicui debiti della Società. Chiuderemo nel 2022 un bilancio d’esercizio con una perdita di circa € 2,5 mln, di fatto la metà di quanto registrato prima del mio mandato, ed inoltre il budget 2023 ci dice che la perdita, se si proseguirà nell’attenta ma efficace gestione della società, potrà essere ulteriormente ribassata.
Non comprendo come si possa dire e scrivere che Airgest perda € 8 MLN annui, neanche la Corte dei Conti nel suo documento dice questo, basterebbe leggerlo.
Il tutto nonostante l’impatto della crisi energetica che sta influendo sulla nostra azienda con un surplus di costo per utenze di oltre € 500 mila annui. Tantissimo per uno scalo come quello di Trapani.
Una perdita d’esercizio non è piacevole me ne rendo conto, ma questa volta in fortissima riduzione rispetto al passato ed accompagnata da traffico passeggeri e da un PIL di centinaia di milioni di euro distribuiti in un territorio da sempre depresso e povero di opportunità”.
Difende Ombra anche una delle novità più discusse degli ultimi anni in provincia di Trapani, quella, ad esempio, dell’introduzione del pagamento di un auro per entrare nello scalo Si è trattata di “una radicale revisione delle regole di accesso allo scalo con la duplice finalità di razionalizzare e di elevare gli standard di sicurezza delle aree stesse a beneficio dell’utenza aeroportuale , ma anche di incrementare i ricavi provenienti dall’asset parcheggio. A questo proposito infatti l’introduzione di una minima fee di ingresso allo scalo comprensiva dalla prima ora di sosta(1€) e la riduzione delle sacche di inefficienza delle aree di sosta ha consentito di quintuplicare i ricavi per i corrispettivi parcheggio”.
Ombra spiega che le difficoltà strutturali dei piccoli aeroporti come il “Vincenzo Florio” non sono state colmate con l’aiuto dello stato post pandemico.
“Basti pensare che lo Stato centrale nel post pandemia ha stanziato un fondo ristoro di oltre € 850 mln a favore esclusivo degli scali aeroportuali nazionali che ahimè, a causa di un “incomprensibile” meccanismo di ripartizione, ha visto la sua totale distribuzione solo tra scali di medie e grandi dimensioni, lasciando fuori la quasi totalità degli scali di piccole dimensioni. Insomma, i grandi come ad esempio lo scalo a noi vicino, hanno legittimamente risanato il proprio bilancio facendo registrare un pareggio per un contributo ricevuto di milioni di euro, Trapani, Comiso, Crotone, Perugia, Ancona etc etc invece non hanno avuto accesso a nessun contributo. La Pandemia a Trapani non è arrivata”.
Poi una stoccata a Schifani. “Ho ritenuto opportuno precisare alcuni concetti che, forse per leggerezza, rischiavano di essere trasferiti in modo inesatto e fuorviante, tutto questo e molto altro mi sarebbe piaciuto esporlo, supportato dai dati, al Presidente della regione ma dal suo insediamento ad oggi non ha mai ritenuto necessario ascoltarmi. Peccato!”.
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