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16/03/2023 02:00:00

La sanità a Marsala e l'occasione persa del consiglio comunale aperto

 Ipse dixit. Frase latina "l'ha detto egli stesso" con cui ci si richiama all’autorità di qualcuno. Secondo Cicerone, nella scuola pitagorica per convalidare le verità dichiarando che erano state asserite dallo stesso Pitagora. Nel Medioevo la formula fu adoperata con riferimento ad Aristotele, negli ambienti dove egli era considerato come suprema autorità nella filosofia. Nei giorni scorsi si è tenuto a Marsala un consiglio comunale aperto, all'Odg la sanità, nel dettaglio l'ospedale Borsellino.

Si riportano gli interventi dei padroni di casa, Presidente del Consiglio, Sindaco e dell'ospite d'onore Vincenzo Spera commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani, per verificare l'autorevolezza dell'argomento. Le due maggiori cariche istituzionali della città hanno contribuito alla creazione del 'vulnus' del padiglione Covid, i cui lavori furono inaugurati il 3/12/2020 ad oggi non terminati, per il futuro rivolgersi a Wanna Marchi. Come dimenticare la 'posa' della prima pietra alla presenza dell'ex assessore regionale alla salute Razza accanto a Grillo,Sturiano a braccetto con Turano ed altri accoliti presenti.

Ad inizio, il Presidente del Consiglio ha spiegato le motivazioni della “seduta aperta” dedicata all’Ospedale marsalese. Ha addebitato il ritardo dell'incontro alla 'paralisi' per il Covid e ha precisato che lo stesso è stato chiesto fortemente, ultimamente, dai consiglieri Carnese e Genna. Poi comincia il monologo dell'ovvietà, facendo presente che il diritto alla salute è fondamentale e che per i lilibetani nel periodo del Covid esso non è stato garantito in maniera ottimale, la diminuzione delle risorse hanno penalizzato il pubblico unitamente alla carenza di personale a tutti i livelli. Evidenzia che la sanità pubblica è fatta di lunghe attese. Lamenta che l’ospedale è stato utilizzato per troppo tempo per le cure degli ammalati di Covid con evidenti ripercussioni per la popolazione marsalese e petrosilena che, comunque, si è immedesimata nel problema ed ha accettato ciò con grande senso di responsabilità.

Elogia i medici del “Paolo Borsellino” per quello che hanno fatto durante la pandemia del Covid.Si augura che che in caso di ripresa della Pandemia il “Borsellino” non venga nuovamente utilizzato come struttura di riferimento e che possa ritornare alla funzionalità pre-covid con un potenziamento dei reparti quali pneumologia, cardiologia, neurologia. Auspica un Pronto soccorso funzionale con medici e personale strutturato.

Il sindaco si congratula con Spera che ha mantenuto gli impegni presi per far ritornare l’ospedale a un Dea di primo livello. Sul padiglione delle Malattie infettive auspica notizie positive -paradossale-. Conclude evidenziando le lunghe liste, denuncia che non sono utili duplicati di reparti solo a scopo politico. Non è stato oggettivo che si sia deliberato da parte del comitato dei sindaci l’istituzione di un reparto di emodinamica a Castelvetrano quando a pochi chilometri e cioè a Sciacca ve ne è un altro ben attrezzato.

Spera elenca i risultati ottenuti: urologia è ritornato al Borsellino raddoppiando il numero dei posti letto e riducendo le liste d’attesa soprattutto per i pazienti oncologici. L’ortopedia da Castelvetrano è ritornata anch’essa al Borsellino anche se nella stessa Castelvetrano è rimasto un altro reparto dello stesso genere. Come Asp si sta lavorando per l’assunzione di 30 primari. Individua nella ricerca dei migliori medici il motivo principale per la maggior tutela dei pazienti della provincia. Basta con le raccomandazioni. Un concetto questo che sta ottenendo riscontri politici favorevoli. Nessuno è così naif da negare il fenomeno, ma ascoltarlo da un dirigente pubbico in un'assise ha un sapore molto più acido. A Lilibeo a breve ritornerà la Chirurgia Plastica. Sull’emodinamica di Castelvetrano dice che la scelta è stata fatta e che lui come Commissario la porta avanti considerato che in quel presidio non verranno assicurate le emergenze ma solo l’attività ordinaria per fronteggiare la forte richiesta di esami e ciò anche nell’ottica di diminuire la mobilità passiva e cioè di pazienti che vanno fuori provincia. Alla luce della 'novella' un'occasione persa, Ipse dixit.

Vittorio Alfieri



L'Alfiere | 2024-12-13 00:00:00
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