L'insostenibile leggerezza dell'Intelligenza Naturale
È come avere un amico secchione sempre a portata di mano. Uno che impara tutto a memoria e poi legge, legge tutto quello che viene pubblicato: libri, giornali, articoli scientifici, insomma tutto lo scibile rispetto a qualsiasi argomento. Una bella comodità, bisogna ammetterlo. Già, ma quando avrai finito di interrogarlo su tutto quello che si può fare per guarire dalla depressione, non ti chiederà di sfogarti con lui, di parlare del tuo malessere, non è programmato per essere empatico, ma questo accade anche a certe intelligenze naturali, talvolta.
Insomma, dobbiamo aver paura o no dell'Intelligenza Artificiale? Sinceramente non saprei dare una risposta, so per certo che ho molta più paura di certe intelligenze naturali, quelle che hanno governato il pianeta finora, quelle che hanno permesso che accadesse ogni tipo di nefandezza contro gli Esseri Umani.
Ciò detto vorrei provare a spostare il focus sulle conseguenze già note con l'avvento dell'I.A. di nuova generazione: la possibilità di farci dubitare pure dinnanzi all'evidenza. La recente foto di Papa Francesco che indossa il piumino bianco esiste davvero, eppure non è mai stata scattata. Ora, premesso che è sempre cosa buona dubitare, come ci ha insegnato il buon Cartesio, ossia elevare il dubbio a metodo, il cambio di prospettiva stavolta è davvero paradigmatico. In altre parole, con l'avvento di questa nuova Intelligenza Artificiale non potremo più dire: l'ho visto coi miei occhi, riferito a una immagine. Nessuna fotografia potrà più essere portata in tribunale in quanto prova di qualcosa. Forse sto esasperando un poco la questione, tuttavia il rischio c'è.
A preoccuparmi meno è l'I.A. quando scrive: i suoi elaborati, seppur ricchi di informazioni note, restano ancora ben lontani dall'essere paragonabili alla prosa umana. Ogni tanto poi il Sistema prende abbagli clamorosi inventandosi pure cose stile cazzaro, ne sa qualcosa google che ha perso ben 100 miliardi di dollari in Borsa dopo la presentazione del suo chatbot: nel video di presentazione infatti vi era un errore clamoroso di attribuzione al telescopio spaziale James Webb di avere per primo scattato delle foto di un pianeta situato fuori dal sistema solare.
Si può dunque dire che anche l'Intelligenza Artificiale sbaglia, proprio come quella naturale, nessun Sistema è infallibile, anche perché è programmato da esseri fallibili. Mi piace pensare che se mai si dovesse arrivare a programmare un Sistema fino a fargli provare dei sentimenti umani, quel Sistema proverebbe una sana e incontenibile invidia per quelle capacità solo umane: l'intuizione, la percezione, l'emotività...
Bloccare il progresso è impossibile oltre che ingenuo, regolamentarlo invece è necessario, per farlo però servirebbe, più che una intelligenza artificiale, meno stupidità diffusa tra i legislatori.
Katia Regina
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