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12/04/2023 06:00:00

Ruggirello e gli altri. Scrigno, ecco tutte le condanne 

19,00 -  L' ex deputato regionale Paolo Ruggirello è stato condannato a 12 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. I Pm della Dda, invece, avevano invocato 20 anni di carcere contestando all'imputato l'associazione mafiosa.

Il tribunale di Trapani, però, ha riqualificato il reato. "Attendiamo le motivazioni- ha dichiarato l'avvocato Vito Galluffo- e presenteremo appello". “Non condividiamo – ha proseguito - la sentenza, sono state omesse alcune prove e valutazioni che escludono anche il concorso esterno nell'associazione mafiosa di Paolo Ruggirello”.

Riqualificati anche i reati - da corruzione mafiosa elettorale a corruzione elettorale- per altri due imputati del processo Scrigno: l' ex consigliere comunale di Trapani ed ex consigliere provinciale Vito Mannina e Alessandro Manuguerra già consigliere comunale di Erice. "La sentenza - ha dichiarato Simona Mannina, figlia di Vito- ha dimostrato L'estraneità della mia famiglia alla mafia”.
“Ovviamente - ha detto l' avvocato Fabio Sammartano, legale di Alessandro Manuguerra – proporremo appello avverso la sentenza di oggi, nei termini di legge entro i quali maturerà la prescrizione del reato”. Già nel corso del dibattimento il tenente dei carabinieri Vito Cito dichiarò che i “Virga non votarono per Alessandro Manuguerra”. “Vito Gucciardi non è esponente di Cosa nostra e la sentenza è ingiusta”. Così si espresso l’avvocato Nino Sugamele che ha sottolineato che “le prove testimoniali raccolte in udienza del maggiore dei carabinieri Berlingeri, del tenente Cito e del maresciallo Tranchida escludono categoricamente la partecipazione del Gucciardi alla mafia. Difficile, quindi, - conclude il legale - comprendere la condanna a 12 anni di reclusione. Formalizzeremo l’ appello non appena verrà depositata la motivazione”.
Infine, va sottolineato che il comune di Erice – costituitosi parte civile - aveva chiesto un mega risarcimento pari a un milione e mezzo di euro per danno d’immagine. Il tribunale, invece, ha liquidato il risarcimento in 3mila euro.

17,15 - Così come più miti sono state le condanne rispetto alle richieste dell'accusa, con la riformulazione dei reati (Paolo Ruggirello, per esempio, non è condannato per associazione mafiosa, ma per concorso esterno, come D'Alì per intenderci) allo stesso modo, nella sentenza di oggi del processo Scrigno, a Trapani, anche i risarcimenti danni sono stati blandi e poco più che simbolici, nonostante c'era chi, come il Comune di Erice, chiedeva 200mila euro.

BUZZITTA Antonino, GUCCIARDI Vito, D'ANGELO Vito, RUGGIRELLO Paolo, MANNINA Vito, MANUGUERRA Alessandro sono stati condannati in solido tra loro al risarcimento dei danni patiti dalle parti civili costituite: Centro Studi ed iniziative culturali "PIO LA TORRE" ONLUS; Associazione Nazionale per la lotta contro le illegalità e le mafie "ANTONINO CAPONNETTO"; Associazione "CODICI SICILIA"; Associazione antimafie e antiracket-LA VERITA VIVE! -Onlus; Associazione Antiracket ed Antiusura Trapani: 1000 euro per ciascuna associazione.

BUZZITTA Antonino, GUCCIARDI Vito, D'ANGELO Vito RUGGIRELLO Paolo in solido, sono stati condannati al risarcimento dei danni patiti dalla Regione Siciliana che si liquidano in 2mila euro.

Paolo Ruggirello deve anche un risarcimento di 5mila euro al Comune di Castelvetrano, e di 5mila euro al Comune di Campobello di Mazara. 2mila euro al Comune di Paceco, ed altri 2mila all'Ars.

BUZZITTA Antonino GUCCIARDI Vito, DANGELO Vito, RUGGIRELLO Paolo sono condannati al risarcimento per il Comune di Trapani di 3000 euro in solido tra loro. Vito D'Angelo deve 3mila euro al Comune di Favignana. Gucciardi e Ruggirello tremila euro al Comune di Erice.

Mannina e Manuguerra, condannati per corruzione elettorale, devono 3mila euro al Comune di Erice.

Tutte le altre domande di risacimento danni sono state rigettate.

 

16,00 -  Sei condanne e due assoluzioni. Si è concluso con questa sentenza il processo Scrigno incentrato sui rapporti tra mafia politica e imprenditoria. Nel primo pomeriggio di oggi il verdetto letto dal presidente del tribunale di Trapani, Daniela Troja.

Le pena più severa, 21 anni di carcere, è stata inflitta a Nino Buzzitta. Dodici anni, invece, all'ex deputato regionale Paolo Ruggirello. Il suo avvocato Vito Galluffo: “Attendiamo le motivazioni e presenteremo appello”.

Condannati anche Vito Mannina, ex consigliere provinciale e Alessandro Manuguerra, ex consigliere comunale ad Erice, rispettivamente a un anno e otto mesi e ad un anno. Per Vito Mannina il reato è stato derubricato in "corruzione elettorale", pena sospesa.

Dodici anni sono stati inflitti a Vito Gucciardi. Assolti, invece, perchè il fatto non sussiste: Giuseppe Grignani e Marcello Pollara.

Buzzitta, Gucciardi, D'Angelo, Ruggirello, sono condannati al pagamento delle spese processuali e di mantenimento in carcere. Per loro c'è l'interdizione perpetua dai pubbici uffici e l'interdizione legale durante la pena. Poi ci sono anche tre anni di libertà vigilata.

Per Mannina c'è anche una multa di 600 euro, oltre al pagamento delle spese processuali. Per Manuguerra la multa è di 500 euro. Per entrambi c'è la privazione del diritto elettorale e di eleggibilità per cinque anni e la sospensione da tutti i pubblici uffici per tutta la durata della pena. Per entrambi, infine, la pena è sospesa.

I Pm della Dda di Palermo, Gianluca De Leo e Luisa Bettiol, nel corso della loro requisitoria, avevano richiesto 20 anni di carcere per Ruggirello; 21 anni per Buzzitta; 20 anni e sei mesi per o D'Angelo; 2 nni per Grignani; 17 anni per Gucciardi; 8 anni per Mannina; 8 anni per Manuguerra; 3 anni per Pollara. L’inchiesta "Scrigno", è stata il risultato di una approfondita indagine del Nucleo Investigativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Trapani, coordinata dalla Procura Distrettuale di Palermo e che nel marzo 2019 ha visto l’arresto di diversi personaggi appartenenti alla cosca mafiosa di Trapani, come i fratelli Francesco e Pietro Virga, l’ex consigliere comunale Franco Orlando.

15,05 -  Ecco la sentenza di primo grado per il processo "Scrigno", sulla mafia in provincia di Trapanie ed i rapporti con il mondo della politica e non solo. Sono condanne più miti di quelle richieste dall'accusa. 

12 anni per Paolo Ruggirello, ex parlamentare regionale. Per lui l'accusa aveva chiesto 20 anni. E' difeso dall'avvocato Vito Galluffo, che ha già dichiarato che, una volta uscite le motivazioni, presenterà appello. 

 21 anni per Nino Buzzitta, ritenuto vicino ai capimafia di Trapani, i fratelli Virga.

16 anni per Vincenzo D'Angelo, considerato il reggente della mafia a Favigana, che fino all'ultimo si era dichiarato estraneo alle contestazioni. 

12 anni per il salemitano Vito Gucciardi. Per lui l'accusa aveva chiesto 16 anni di reclusione. 

Un anno e otto mesi per Vito Mannina. Ex dirigente della Motorizzazione Civile di Trapani,  è stato anche consigliere comunale e provinciale per il Psi e Forza Italia. L'accusa per lui era di voto di scambio, in occasione delle elezioni amministrative di Erice.

Un anno per l'ex consigliere comunale di Erice, Alessandro Manuguerra. Sia per lui che per Mannina l'accusa aveva chiesto ben otto anni.

Assolti Giuseppe Grignani Marcello Pollara

 

12,00 - E' attesa per la tarda mattinata la lettura della sentenza del processo Scrigno, presso il Tribunale di Trapani. I giudici sono in camera di consiglio, e fonti di Tp24 riferiscono che la lettura del dispositivo avverrà alle 13 e 30.

Si tratta, lo ricordiamo, del processo di primo grado. Per molti imputati, che invece hanno scelto l'abbreviato, c'è stata già la sentenza di Appello. Ne abbiamo parlato oggi su Tp24 in un articolo che potete leggere cliccando qui.

L'attesa maggiore è per il più noto tra gli imputati, Paolo Ruggirello, per anni deputato regionale all'Ars, che ha attraversato tutti gli schieramenti, dal centrodestra al centrosinistra.

07,00 -  E' il giorno della sentenza di primo grado, a Trapani, per il processo Scrigno, sui rapporti tra mafia, politica, imprenditoria in provincia di Trapani.

Nell'ultima udienza si sono concluse le arringhe difensive. Oggi ci saranno eventuali repliche. Poi, la sentenza. Rumor dicono che non ci dovrebbero essere lungaggini, e quindi i giudici potrebbero ritirarsi presto in camera di consiglio. 

Dinnanzi al Collegio di Trapani, otto imputati tra i quali l'ex deputato regionale Paolo Ruggirello. Per lui il Pm ha richiesto 20 anni di carcere.  Cresciuto all'ombra del padre che negli anni '60 e '70 fu protagonista di scalata imprenditoriale nel campo dell'edilizia diventando proprietario della Banca Industriale e patron del Trapani calcio, Paolo Ruggirello a metà degli anni Novanta scelse la politica. Passato dal movimento autonomista dell'ex governatore siciliano Raffaele Lombardo al centrodestra, si è candidato con Nello Musumeci, poi, nel 2018, passò al Pd.  Si candidò al Senato, ma non fu eletto. Accusato di aver cercato il sostegno elettorale della "famiglia mafiosa" di Trapani, di essere stato punto di riferimento delle cosche nella politica regionale, di aver fatto vincere appalti ai clan e di avere incontrato il capomafia Virga in diverse occasioni, Ruggirello ha ammesso che il boss gli chiese, prima delle regionali del 2017, 50mila euro in cambio di 1.000 voti e di aver accettato soltanto per poter interrompere prima possibile la discussione e andarsene. "La storia della mafia, dei mafiosi con la loro ramificate parentele è assai intrigante - ha detto l'avvocato Salvatore Galluffo nella sua arringa - ma non è la storia di Paolo Ruggirello". E ancora: "Ciò che Ruggirello ha fatto lo ha fatto per la collettività ed il territorio". Galluffo ha cercato di smontare punto per punto le tante accuse a Ruggirello sulle sue frequentazioni con personaggi mafiosi in tutta la provincia. Ad esempio, sui suoi rapporti con Mimmo Coppola e Franco Orlando, ha detto: "Coppola Mimmetto e Orlando Francesco nel 2001 erano nella segreteria politica dell’onorevole Pellegrino ed è lì che Paolo Ruggirello conosce Mimmetto Coppola e Franco Orlando perché anche lui faceva politica nella segreteria e con l’onorevole era un riferimento dell’onorevole Bartolo Pellegrino ed ecco dove nascono i rapporti di conoscenza poi perpetuati nel tempo e in un momento in cui Mimmetto Coppola ancora oggi non è ne mafioso ne criminale e niente altro e Franco Orlando all’epoca era un incensurato provatamente incensurato… incensurato e tra parentesi candidato pure alle elezioni comunali di Trapani". Oppure, il suo interesse per Mariano Asaro era per fare  "lavorare onestamente uno che voleva reinserirsi nella società".

Gli altri imputati (con tra parentesi la richiesta di pena), sono Nino Buzzitta (21 anni); Vito D'Angelo (20 anni e 6 mesi); Giuseppe Grignani (2 anni); Vito Gucciardi (17 anni); Vito Mannina, ex consigliere provinciale e comunale (8 anni); Alessandro Manuguerra, ex consigliere comunale di Erice (8 anni); Marcello Pollara ( 3 anni). Ognuno, con i rispettivi legali, ha cercato di difendere le proprie ragioni. Su Tp24, in particolare, abbiamo approfondito le ragioni della difesa di Vito Mannina (qui l'articolo). L'accusa per lui è di voto di scambio politico mafioso, in occasione delle elezioni amministrative di Erice, dove candidata era, con la coalizione della Sindaca Toscano, Simona Mannina, che poi fu effettivamente eletta, ma, secondo il padre "solo per fortuna". Insomma, Mannina nega l'acquisto di voti da parte di un altro protagonista di questa vicenda, Pietro Cusenza. "Gli ho dato soldi solo per aiutarlo economicamente, perché ci conosciamo da tempo" ha detto in aula lo scorso Settembre. 

Vito D'Angelo è accusato di essere il referente di Cosa nostra a Favignana. Nell'ultima udienza, del 31 Marzo, dal carcere dove era collegato in video conferenza, ha voluto fare dichiarazioni spontanee, in assenza del suo avvocato: "Ho una condanna a quasi 21 anni a mio avviso priva di riscontri, forse solo perché ex ergastolano. Non ho fatto parte di nessuna associazione delinquenziale né tantomeno della mafia. Dal 1981 sono stato ammesso al lavoro all’esterno. Successivamente in semi libertà. Ne 2014 circa ho avuto la libertà condizionata,  tutti questi anni li ho trascorsi a Favignana dove ho costituito una azienda agropastorale allevando ovicaprini e bovini da carne e da latte. Sono stato sempre dedito al lavoro e alla famiglia e non a fare parte di chicchessia. Mi permetto di fare presente che ho ospitato dei signori che sicuramente se avessero avuto un minino di sospetto avrebbero fatto il loro dovere". Il riferimento è ad un ex maresciallo dei Carabinieri, e ad un altro graduato della Finanza, che erano spesso ospiti a casa D'Angelo a Favignana.  

L’inchiesta "Scrigno", è stata il risultato di una approfondita indagine del Nucleo Investigativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Trapani, coordinata dalla Procura Distrettuale di Palermo e che nel marzo 2019 ha visto l’arresto di diversi personaggi appartenenti alla cosca mafiosa di Trapani, come i fratelli Francesco e Pietro Virga, l’ex consigliere comunale Franco Orlando. I fratelli Virga hanno  preso in mano il mandamento mafioso di Trapani dopo l'arresto del padre Vincenzo, il 21 febbraio del 2001 dopo otto anni di latitanza, e detenuto e sottoposto al regime del 41 bis presso la Casa Circondariale di Milano Opera.

Scrigno ha avuto già un epilogo, anche in secondo grado, per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato, ben 17. In particolare i giudici d’Appello hanno condannato a 12 anni di reclusione Carmelo Salerno (capomafia di Paceco, era stato assolto in primo grado), aumentato le pene per Michele Martines da 5 anni e 4 mesi a 13 anni e 4 mesi, per Francesco Orlando da 5 anni e 4 mesi a 12 anni e 8 mesi, per i fratelli Virga, Francesco e Pietro (rispettivamente da 8 anni a 16 anni e 8 mesi e da 8 anni a 19 anni e 4 mesi). Diminuite invece le condanne per Francesco Russo che è passato dai 4 anni del primo grado ad un anno e sei mesi e per Jacob Stelica da 4 anni ad un anno. Per quest’ultimi due la pena è stata sospesa. Confermato infine il verdetto di primo grado per Vincenzo Ferrara (3 anni e 4 mesi), Francesco Peralta (8 anni e 4 mesi), Giuseppe Piccione (8 anni), Pietro Cusenza (8 anni e 4 mesi), Mario Letizia (8 anni e 4 mesi), Leonardo Russo (3 anni), Michele Alcamo (3 anni) e Antonino D’Aguanno (3 anni e 4 mesi), Francesco Todaro (assolto) e Tommasa Di Genova (assolta).

Il nome di Carmelo Salerno è da ultimo comparso nell’indagine antimafia Hesperya di Settembre: contro di lui l’accusa di aver gestito un maxi traffico di cocaina,