Omicidio Amatuzzo, depositata la relazione sull'autopsia e la perizia su telefonini e pc
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Sono state depositate la relazione sull’autopsia e la perizia su telefonini e pc disposte dalla Procura di Marsala nell’indagine sull’omicidio della 29enne Maria Amatuzzo, uccisa la vigilia di Natale con 12 coltellate (o forse anche qualcuna in più) all’addome all’interno dell’abitazione di Marinella di Selinunte. Abitazione che fino a poco tempo prima aveva condiviso con il marito Ernesto Favara, 63 anni, ex pescatore, che lei, a quanto pare, aveva deciso di lasciare. Il Favara fu bloccato dai carabinieri, avvertiti da alcuni vicini di casa, mentre era in strada con il coltello sporco di sangue ancora in pugno. Ora, la Procura ha elementi più dettagliati in mano. Forse serviranno per meglio delineare il quadro del grave fatto di sangue e magari cosa lo ha preceduto e scatenato. Il Favara avrebbe agito con una rabbia e una furia che non ha dato scampo alla giovane moglie. Intanto, pare che l’ex pescatore, difeso dall’avvocato Margherita Barraco, avesse già tentato di uccidere la donna circa un anno e mezzo prima. E’ emerso nel processo che in Tribunale, a Marsala, lo vede imputato per lesioni personali, minacce e maltrattamenti familiari in danno della defunta moglie. I fatti sono del 2021 e il processo è scaturito da una denuncia della donna. La circostanza di un precedente tentativo di omicidio è recentemente emersa nel corso della testimonianza, davanti al giudice monocratico Francesca Maniscalchi, di una operatrice della struttura di accoglienza di Partanna di cui, nel 2021, era ospite la Amatuzzo. L’operatrice ha raccontato di quando, la sera del 4 maggio 2021, la donna decise di uscire dalla struttura e accettare l’invito del marito a fare un giro in auto. Aggiungendo che quando, mezz’ora dopo, la Amatuzzo tornò, aveva segni di strangolamento sul collo. Subito dopo venne accompagnata al Pronto soccorso. Un carabiniere ha, invece, dichiarato che la stessa sera, scattato l’allarme, intorno alle 23.30, fu rintracciato il Favara e nella sua auto venne trovata, e sequestrata, una corda in nylon che appariva già utilizzata. Nel processo è stata accolta la richiesta di costituzione di parte civile del padre di Maria Amatuzzo, assistito dall’avvocato Vito Daniele Cimiotta.
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