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17/05/2023 06:00:00

Il solarium che sfregia la costa di Levanzo, sta pure sopra lo scarico delle fognature

 La prima cosa da chiarire è che è tutto legale ed autorizzato. Non c'è niente di abusivo nella struttura che sta sorgendo a Levanzo, accanto al porto, e che fa storcere il naso a molti, facendo parlare anche di un "ecomostro".

Come abbiamo raccontato su Tp24, è un solarium "elioterapico". La concessione è stata data a Giuseppe Maurici, nella qualità di amministratore unico di Ma.Ce.Tra Spa – Manufatti Cementizi Trapanesi”, con sede a Trapani, che ha chiesto il rilascio di una concessione demaniale marittima, in ambito portuale, e utilizzo stagionale, per una superficie complessiva di mq. 810,00, cosi distinti: area scoperta mq. 737,05 e area con opere di facile rimozione mq. 70,85,a servizio della struttura alberghiera denominata “ex posto di ristoro di Levanzo – pensione dei Fenici”.

"La procedura - spiega il sindaco delle Egadi Francesco Forgione - è iniziata nel 2017 prima del mio insediamento e la concessione demaniale è del luglio 2020, e ha tutti i permessi della Regione. Adesso, con i nostri uffici stiamo valutando la situazione, avvieremo tutte le verifiche del caso".

Il solarium sarà al servizio dell'ex pensione dei Fenici, ristrutturata da una ditta - Manufatti cementizi trapanesi - il cui amministratore unico è un ex deputato, Giuseppe "Peppone" Maurici, Forza Italia prima, Grande Sud di Micciché poi, imprenditore edile adesso. "Abbiamo tutte le autorizzazioni necessarie, apriremo per l'estate" dice Maurici, contattato da "Repubblica". E, in effetti, l'imprenditore ha ragione, visto che nella concessione demaniale viene citata anche l'autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Soprintendenza di Trapani (si tratta di un'area protetta su cui insistono vincoli paesaggistici), i pareri favorevoli della Capitaneria di porto e del Genio Civile di Trapani, e l'autorizzazione dell'Agenzia delle dogane di Trapani.

Condividendo le preoccupazioni degli abitanti di Levanzo per la realizzazione di una mega struttura sulla scogliera dell’isola, il sindaco di Favignana Francesco Forgione ha attivato gli uffici comunali per fare chiarezza.
“Il sequestro del cantiere, effettuato oggi dalla Capitaneria di Porto di Trapani - dice il primo cittadino - dimostra, semmai ve ne fosse ancora il dubbio, che è necessario fare piena luce su tutta la vicenda a partire dalla Regione Siciliana e dal Demanio Marittimo essendo l’area interessata zona portuale e quindi di esclusiva loro competenza. Colpisce, però, che sia la Regione che le altre Istituzioni che hanno pronunciato parere favorevole non abbiano tenuto conto della contrarietà espressa nel 2018 dal Consiglio comunale di Favignana e dal sindaco del tempo verso l’autorizzazione di nuove concessioni demaniali anche nell’isola di Levanzo. Neanche il silenzio assenso determinato dall'atteggiamento degli uffici comunali - prosegue Forgione - può sterilizzare la volontà del Consiglio comunale mai citata nei decreti di concessione della Regione Siciliana. Noi chiediamo chiarezza sull’accaduto e ci impegneremo affinché ciò avvenga per ripristinare il rispetto dell’ambiente e la bellezza dell’isola di Levanzo”.

La fogna che sversa in mare
E' incredibile, poi, che quella piattaforma si stava realizzando proprio dove c'è uno scarico della fognatura. La piattaforma doveva servire per fare il bagno in mare, un servizio per i turisti, insomma, che però si sarebbero tuffati in mezzo a cacca e pipì sversati in mare da condutture, chiamiamole così, anomale. Tant'è che sono ben visibili sulle rocce gli escrementi che fuoriescono da questi scarichi. 

 

 

Quello degli scarichi fognari in mare è un problema che viene segnalato da anni a Levanzo così come in tutte le isole Egadi. Mancano infatti impianti di depurazione dei reflui. E così i bisogni fisiologici finiscono in mare. 

 

 

Il provvedimento
La piattaforma sugli scogli dell'ex deputato regionale forzista Giuseppe Maurici, sequestrata a Levanzo aveva tutte le autorizzazioni necessarie: di Regione, Comune e Sopraintendenza. La Capitaneria di porto ha però riscontrato irregolarità tali da porre i sigilli alla struttura, tra cui l'avere bucato e trapanato le rocce dell'area marina protetta. Una situazione che mette a nudo la fragilità della Sicilia di fronte all'assalto alle coste.


Già, perché quanto accaduto nella più piccola delle Egadi, nel moltiplicarsi di autorizzazioni e pareri positivi prima, e nel reciproco scaricabarile dopo il sequestro, potrebbe ripetersi a Favignana, Marettimo, in ogni altra isola degli arcipelaghi siciliani e in ogni altro Comune costiero. Ma c'è di più. Perchè la Capitaneria di porto di Trapani ha chiesto alla Regione Siciliana di emettere un’ingiunzione di sgombero per liberare nell’immediato l’area portuale di Levanzo dalla piattaforma che si stava realizzando sugli scogli.
E, di conseguenza, revocare la concessione. «L’abuso c’è stato – conferma il capo del compartimento marittimo della Capitaneria di Trapani, Guglielmo Cassone – Così, appurate le irregolarità, abbiamo inoltrato una richiesta ufficiale alla Regione Siciliana affinché emetta l’ingiunzione nei confronti della ditta per togliere la struttura e liberare l’area demaniale. Abbiamo inoltre chiesto di revocare la concessione».

 

Gli strumenti
In realtà, lo strumento di cui ogni amministrazione dell'Isola potrebbe predisporre per prevenire, o quantomeno contenere, l'assalto alla costa esisterebbe, ovvero il piano di utilizzo delle aree demaniali marittime, il cosiddetto Pudm, approvato da ogni consiglio comunale con criteri specifici per ogni area e poi indirizzato alla Regione per l'ok definitivo.
L'intoppo, spesso, sta lì. I tempi per l'approvazione definitiva sono lunghissimi. "Così, ad oggi, l'unico Pudm vigente in Sicilia è quello di San Vito lo Capo - dice il presidente regionale di Legambiente Giuseppe Alfieri - sembra incredibile eppure è realtà. Di fatto c'è un vuoto normativo che permette una deregulation. La Sicilia è indifesa, fatti del genere potrebbero ripetersi".

 

Aree demaniali
Favignana ha il piano di utilizzo delle aree demaniali marittime fermo alla Regione. "Si era bloccato l'iter e lo abbiamo ripreso inviando le cartografie aggiornate alla Regione Siciliana secondo le nuove normative - interviene il sindaco Francesco Forgione - Ora aspettiamo che l'iter di approvazione sia il più rapido possibile in modo da evitare il saccheggio delle coste. Bisogna dire che, nel caso specifico di Levanzo, essendo la struttura realizzata in area portuale, la competenza non sarebbe rientrata nel Pudm. Tuttavia nel piano sarebbe confluita la contrarietà espressa nel 2018 con una delibera dal Consiglio comunale di Favignana e dal sindaco del tempo, verso l'autorizzazione di nuove concessioni anche nell'isola di Levanzo. Un parere di cui la Regione non ha tenuto conto nella concessione demaniale".

Angelo Bonelli presenta un'interrogazione
“Presenteró una interrogazione parlamentare al ministero Ambiente e quello della Cultura rispetto alla vicenda del solarium che si stava costruendo nell’area marina protetta delle Egadi nell’isola di Levanzo nel comune di Favignana. La Capitaneria di Porto di Trapani ha messo i sigilli ai lavori, e nella interrogazione chiederó anche se i ministeri in autotutela non ritengano di annullare la concessione trattandosi di intervento su area marina protetta nazionale delle Egadi.
E’ necessario chiarire come sia stato possibile rilasciare le autorizzazioni per la realizzazione di questa struttura che e’ stata fissata sugli scogli trapanandoli.

 

 

Cosí ha affermato il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli presente oggi e domani a Trapani per il suo supporto alle amministrative.

La Regione siciliana
Dal dipartimento regionale all'Ambiente fanno sapere che "tale documento non è mai arrivato negli uffici del demanio marittimo". La Regione è stata informata del sequestro del solarium sul mare venerdì pomeriggio. La Capitaneria, in sinergia con la magistratura visionerà in questi giorni tutti i documenti e le autorizzazioni concesse negli anni per costruire la struttura. "Se la magistratura dovesse confermare le irregolarità - dicono dal dipartimento Ambiente - provvederemo a emettere gli atti consequenziali, anche la revoca dell'autorizzazione se necessaria".


"È chiaro che siamo in ritardo rispetto alla regolamentazione di questi territori - osserva il presidente dell'Anci Sicilia, Paolo Amenta - però va detto che, spesso, l'intoppo si ha nella fase di approvazione finale e tantissimi Pudm sono fermi negli uffici regionali per le valutazioni tecnico scientifiche. Si sente spesso parlare di "semplificazione" e "accelerazione delle procedure", in realtà tanti iter, vedi anche quello sugli impianti fotovoltaici, entrati in una commissione non ne escono più. Occorre una maggiore sinergia tra Regione e Comuni".

Lo scempio di Levanzo
Su Levanzo, a far storcere il naso a residenti e ambientalisti, è soprattutto l'autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Trapani, trattandosi di area in cui insistono vincoli paesaggistici: "Spesso i criteri che noi stabiliamo nel concedere le autorizzazioni, in modo da tutelare il paesaggio, non vengono poi di fatto rispettati" si limitano a dire dalla segreteria della Soprintendenza. "Nella deregulation vigente, il parere favorevole della Soprintendenza è stato determinante nel concedere il permesso di costruire la struttura" aggiunge Giuseppe Alfieri.

Il caso a Bruxelles
“Quello costruito sull’isola di Levanzo è a tutti gli effetti un volgare ecomostro, assolutamente incompatibile con la tutela ambientale e paesaggistica prevista dalla normativa europea per l’isola. Per questo ho appena chiesto alla Commissione UE di intervenire immediatamente con una verifica della correttezza delle procedure e l’eventuale violazione della Direttiva Habitat. A fronte di un progetto di speculazione così sfacciato, la magistratura accerti come sia possibile che le istituzioni, a vari livelli, possano aver autorizzato uno scempio del genere. Si faccia chiarezza sull’iter autorizzatorio e anche sul silenzio assenso del Comune di Favignana”. Così commenta l’eurodeputato Ignazio Corrao il caso Levanzo, dopo aver depositato un’interrogazione alla Commissione UE.

“L’isola di Levanzo - sottolinea Corrao - è un fiore delicato e prezioso dal valore ambientale e paesaggistico inestimabile, per questo è tutelata dalla normativa UE in quanto sito ZSC (ITA010003), sito ZPS (ITA 010027 Arcipelago delle Egadi - area marina e terrestre) e sito IBA IT157 “Isole Egadi”. Mi chiedo come sia possibile che questo scempio abbia attraversato con successo tutta la filiera autorizzativa. Per questo ho interrogato con urgenza la Commissione UE, per verificare la correttezza delle procedure, compresa la necessaria Valutazione di Incidenza Ambientale prevista dalla Direttiva Habitat per i siti ricadenti in area SIC-ZSC/ZPS, e chiedere la sospensione delle autorizzazioni” - conclude l'europarlamentare alcamese.

Ciminnisi: "Serve chiarezza"
«La vicenda di Levanzo è emblematica del furore edilizio che si può scatenare sulle nostre coste quando il farraginoso intreccio normativo, la violazione delle direttive europee, la mancanza di orientamenti autorizzativi univoci, intercettano la mancanza di programmazione; nel caso specifico l’assenza del PUDM, il Piano di Utilizzazione del Demanio Marittimo nel comune di Favignana, e la singolare autorizzazione della Sovrintendenza subordinata alle stagioni». Lo ha affermato la deputata Cristina Ciminnisi (M5S) che ha presentato un’interrogazione sulla vicenda del solarium in fase di costruzione a Levanzo, l’opera posta sotto sequestro giudiziario preventivo dalla magistratura.