Quantcast
×
 
 
25/09/2023 06:00:00

Il testamento di Matteo Messina Denaro 

 Nel covo di Campobello di Mazara, il giorno dell'arresto di Matteo Messina Denaro, i carabinieri del Ros hanno ritrovato un pizzino con le sue ultime volontà. Il padrino, in uno scritto, rifiutava ogni celebrazione religiosa, sottolineando il suo personale rapporto con la fede.

Nel maggio del 2013, quando la Chiesa proclamava beato don Pino Puglisi, vittima della mafia, Messina Denaro aveva dichiarato: «Rifiuto ogni celebrazione religiosa perché fatta di uomini immondi che vivono nell’odio e nel peccato». Il suo rapporto con Dio era personale e non voleva intermediari terreni.

Il boss ribadiva: «Sono io in piena coscienza e scienza che rifiuto tutto ciò perché ritengo che il mio rapporto con la fede è puro, spirituale e autentico». 

Nel suo scritto, Messina Denaro parlava di sopravvivenza al dolore, un dolore che non era ancora quello della malattia scoperta anni dopo. C'era una sorta di assoluzione: «Se Dio esiste, allora è certo che non mi ha scomunicato, proprio perché è Dio. Mi hanno scomunicato gli uomini che dicono di rappresentarlo».

Matteo Messina Denaro ha sempre affrontato la sua malattia con ironia rassegnata. Ma quasi nessuno poteva prevedere che la fine sarebbe arrivata così presto. Dopo la cattura avvenuta nel gennaio di quest'anno, alcuni  medici ottimisti parlavano di una aspettativa di vita che andava da un anno e mezzo a tre anni.  Il tumore al colon scoperto tre anni fa ha condizionato gli ultimi capitoli della sua vita.

Dalla diagnosi fatta nell'autunno del 2020, ogni mossa del capomafia è stata influenzata dal cancro. Dal trasferimento a Campobello di Mazara, al centro sanitario Maddalena di Palermo, alla consulenza di numerosi specialisti. Questa malattia ha costretto il padrino a abbassare la guardia, una debolezza che gli investigatori hanno sfruttato per completare un puzzle che nessuno era riuscito a risolvere in trent'anni.

All'ospedale de L'Aquila ci sono la nipote, l'avvocato Lorenza Guttadauro, la figlia legittima del boss Lorenza e la sorella Giovanna. Sono loro hanno seguito le ultime ore di vita di Matteo Messina Denaro e, con molta probabilità, seguiranno poi il trasferimento del feretro al cimitero di Castelvetrano, dove verrà tumulato nella tomba di famiglia. La stessa dove è seppellito il padre Francesco Messina Denaro, morto invece da latitante e la cui salma fu fatta trovare nelle campagne di Castelvetrano già composta a lutto.

In città abita anche l'altra sorella del boss, Bice, mentre a Campobello di Mazara, dove il boss aveva trovato rifugio, vive invece il fratello Salvatore. L'ultima sorella di Matteo Messina Denaro, Rosalia, quella da sempre più vicina al boss, nome in codice "fragolona", si trova invece in carcere con l'accusa di associazione mafiosa.