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25/10/2023 11:21:00

Inchiesta sulla mafia in Lombardia, coinvolti personaggi della provincia di Trapani. Ecco chi sono 

Ci sono anche personaggi della provincia di Trapani nel lungo elenco di persone indagate in una maxi inchiesta sul sistema mafioso in Lombardia. 

I giudici ritengono di avere le prove di una grande alleanza tra Cosa Nostra, ‘ndrangheta e Camorra assieme, a far affari in Lombardia:  “Un network criminale evoluto”, con “l’esistenza di un accordo stabile e duraturo tra le diverse componenti: calabrese, siciliana e romana, espressione di un sistema di tipo confederativo”.

L'indagine ha portato all’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita questa mattina per undici persone e al sequestro di oltre 223 milioni di euro per illeciti profitti legati a reati finanziari. Va rilevato che lo scenario, “supportato da granitiche acquisizioni raggiunte tramite un monitoraggio tecnico massificato”, è stato in buona parte smontato dal giudice per le indagini preliminari che di fronte a 154 richieste di misure ha ritenuto di riconoscerne solo 11 (di cui 8 aggravanti mafiose) con gli altri 143 indagati a piede libero. Nel frattempo una persona è morta e gli indagati sono dunque 142. 

Nell’inchiesta ci sono nomi di peso. Per Cosa Nostra i Fidanzati, Giuseppe “Ninni” e (“zio”) Stefano - figlio e fratello del superboss Gaetano, “don Tano” a capo dei corleonesi, morto undici anni fa -, Paolo Errante Parrino detto “zio Paolo” e i trapanesi collegati al mandamento di Castelvetrano comandato da Matteo Messina Denaro, i Rinzivillo, i catanesi Mazzei.Il traffico di droga è centrale nel sistema mafioso lombardo. Assieme a Massimo Rosi, l’altra “mente” del traffico di stupefacenti, anche lui in manette, è Gioacchino Amico. Figura centralissima: nato a Canicattì, nell’Agrigentino, 37 anni fa, è però espressione del clan camorristico dei Senese. Del narcotraffico “Amico e Rosi sono i due capi promotori, ne pianificano le strategie, decidono quanta merce comprare, concordano il prezzo, mantengono i rapporti con i fornitori”. Non solo. Amico manteneva rapporti diretti con l’uomo di fiducia del superboss Matteo Messina Denaro, Antonio: “Lo ha incontrato varie volte in Sicilia, anche a Campobello di Mazara a poche decine di metri da quello che risulterà essere il covo del superboss”. Amico mette a disposizione dell’associazione gli uffici della Servizi integrati a lui riconducibili per lo svolgimento delle decine di summit documentati nell’indagine. Ma Amico è anche uomo di relazioni, quello che “mette a disposizione dell’associazione la propria sfera relazionale politico istituzionale ed imprenditoriale, accrescendo ‘il capitale sociale’ dell’organizzazione, mirando all’infiltrazione del tessuto economico-sociale lombardo”, si occupa del reimpiego dei profitti illeciti acquisendo aziende private con una rete di prestanome.

Gli esponenti mafiosi della provincia di Trapani, collegati al mandamento di Messina Denaro e coinvolti nell'inchiesta sono Paolo Aurelio Errante Parrino, già condannato per associazione mafiosa, PACE Bernardo detto "Dino", PACE Michele, PACE Domenico, ABILONE Rosario, ABILONE Giovanni, CISLAGHI Diego.