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28/11/2023 15:00:00

La "guerra dei trent'anni" tra Politica e Giustizia

 La guerra dei trent'anni tra Politica e Giustizia. Crosetto, titolare del dicastero della Difesa: "L’unico grande pericolo è quello di chi si sente fazione antagonista da sempre e che ha sempre affossato i governi di centrodestra: l’opposizione giudiziaria". Il ministro ha poi aggiunto: "A me raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a 'fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni'. Siccome ne abbiamo visto fare di tutti i colori in passato, se conosco bene questo Paese mi aspetto che si apra presto questa stagione, prima delle Europee...".

Le diatribe - perifrasi - tra i poteri esecutivo e legislativo e l'ordine giudiziario sono lunghe trenta anni, giova ricordare che l'articolo centouno della costituzione recita: "La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge".

Quindi come ricordato dai cultori della materia giuridica, la funzione giurisdizionale non è subordinato a nessuna autorità se non la legge e sempre la carta costituzionale afferma che il pubblico ministero ha l'obbligo di esercitare l'azione penale. Questo conflitto nasce da lontano allorché un giovane Cuffaro, era il 1991, accusò la magistratura di aver aggredito la migliore classe politica siciliana, nella fattispecie Mannino, sull’operato di un giudice definito "corrotto" e su un pentito definito “volgare” e “manovrato”.

Il destinatario dell’invettiva non era Falcone presente al teatro Parioli e Totò VasaVasa a quello Biondo di Palermo nella famosa staffetta, ma un altro giudice di nome Taurisano, e il pentito era Spatola. Ma sempre la magistratura ha assolto Mannino e il magistrato accusato, con i suoi errori è 'incensurato'. Poi fu la volta di Berlusconi che in senso figurato riteneva la Dike italiana un cancro, la Santanchè a ruota alzò la posta, disse:"metastasi", Renzi sulla vicenda del padre, Salvini allora ministro degli interni che ricevuto la notifica dell’avviso di garanzia per il caso Diciotti asserì: “Io sono un organo dello Stato votato da voi, ed eletto dal popolo, non come i magistrati", e anche Nordio sul perché c'è un abuso delle intercettazioni, l'imputazione coatta è un'anomalia del sistema e il concorso esterno in associazione mafiosa considerato un ossimoro giuridico. Non dimenticando La Russa. Si spera che non diventi la Guerra dei cent'anni.

Vittorio Alfieri

 



L'Alfiere | 2024-12-13 00:00:00
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