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08/01/2024 06:00:00

Incendi: Meloni e Musumeci negano gli aiuti alla Sicilia

Sei morti, danni per 150 milioni di euro. Ma per il governo di Giorgia Meloni, e per il Ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, è come se non fosse successo nulla. La Sicilia non merita alcun indennizzo da parte dello Stato. E' stato infatti negato lo stato di emergenza.

La Regione Siciliana, adesso, contesta la decisione della Protezione civile, che dipende dal ministro siciliano ed ex presidente della Regione Nello Musumeci, . Questa decisione ha sorpreso la Regione Siciliana. «Non condividiamo e troviamo ingiustificato il rigetto della richiesta dello stato di emergenza per gli incendi che dal 23 luglio hanno colpito la nostra Isola», dice, senza usare mezzi termini, Salvatore Cocina, capo della Protezione civile regionale.

Con una nota a firma del capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, infatti, viene sottolineato come «pur comprendendo il disagio determinatosi in conseguenza degli eventi, gli stessi dovranno essere fronteggiati nell’ambito dei poteri e delle competenze attribuiti dalla normativa vigente alle amministrazioni e agli enti ordinariamente preposti». Secondo Curcio, «sulla base della documentazione fornita e degli esiti dei sopralluoghi tecnici, pur riscontrando numerose situazioni di disagio, prevalentemente temporanee, e di puntuali danneggiamenti, si è valutato che gli eventi non siano tali da giustificare l’adozione di misure che trascendono le capacità operative e finanziarie degli enti competenti in via ordinaria».

 

La replica di Cocina è netta: «Il rigetto oggi, a gennaio, appare peraltro intempestivo in quanto la prima richiesta della Regione è del 28 luglio, il giorno dopo la fine degli incendi, poi da noi integrata il 31 agosto e il 4 ottobre con le ordinanze e i provvedimenti di sgombero dei comuni. Sono passati ben tre mesi dopo la nostra ultima nota. Nel merito - osserva ancora -, la Protezione civile nazionale rileva, fra l’altro, a dimostrare che non si tratterebbe di emergenza di livello nazionale, che non c’è stata attivazione del volontariato fuori regione, ma ciò non appare rispondente alla realtà in quanto, già in primavera, avevamo chiesto a fini precauzionali, l’intervento dei volontari di altre regioni».

Inoltre, spiega ancora il capo della Protezione civile regionale, «abbiamo avuto in Sicilia l’apporto di sole due Regioni in quanto le altre erano impegnate per l’alluvione in Emilia Romagna». Per questo, continua Cocina, «riteniamo ingiusto motivare il rigetto della nostra richiesta di emergenza nazionale con la mancanza formale di un numero sufficiente di ordinanze di evacuazione che pur abbiamo richiesto ai comuni. Nel 2021, con analogo scenario di danni, non fu chiesta e prodotta tutta questa documentazione e l’emergenza fu dichiarata dal Consiglio dei ministri. Certo, fu dichiarata insieme con altre regioni del Sud mentre in questo frangente l’emergenza ha colpito pesantemente solo la Sicilia».

Cocina ribadisce quindi che «contesteremo tecnicamente questa valutazione e chiederemo che essa venga rivalutata, nella convinzione che ci debbano sempre essere un leale confronto e una sostanziale e non solo formale collaborazione fra le istituzioni a tutela dei cittadini». Quindi confida che «con la Protezione civile nazionale troveremo soluzione, fermo restando che la Regione ha fatto e farà la sua parte per i contributi economici ai cittadini danneggiati».

“Ho convocato per mercoledì a Roma i direttori dei dipartimenti della Protezione civile nazionale e regionale per un riesame della pratica relativa agli incendi estivi in Sicilia, nel tentativo di trovare una possibile soluzione“, ha dichiarato Nello Musumeci, ex presidente della Regione siciliana.

“I due direttori, Fabrizio Curcio e Salvo Cocina, già da agosto si confrontano sul tema, senza trovare una intesa – mi riferiscono gli uffici romani – per carenza di documentazione da parte della Regione. Diverso, invece, il discorso sulle altre calamità: solo nel 2023, infatti, all’Isola sono state destinate da Roma risorse per circa 94 milioni di euro. Il difetto sta nella relativa norma del Codice di Protezione civile, che va rivista, assieme ad altri adeguamenti. Ci stiamo lavorando e presto la cambieremo”.

Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani non nasconde il proprio disappunto per ciò che sta accadendo: “Uno Stato che nega ai cittadini il risarcimento di un danno di pubblico dominio, subito per colpe o eventi altrui, e lo fa sulla base di cavilli procedurali non applicati prima, non è lo Stato in cui mi riconosco. Uno Stato che viene meno al principio della leale collaborazione dei suoi vari livelli, così come previsto dall’articolo 120 della Costituzione, non è lo Stato in cui mi riconosco”.

“Contrasteremo – prosegue Schifani – questo ingiusto provvedimento in ogni sede amministrativa, giudiziaria, istituzionale e politica. Ma assicuro i siciliani danneggiati dagli incendi estivi che se lo Stato centrale li vorrà abbandonare, non lo farà la Regione da me guidata, perché la tutela della collettività di un popolo e la sua tenuta sociale costituiscono un principio sacro e irrinunciabile. Mi accingo a convocare per la giornata di domani una seduta straordinaria della giunta di governo per le determinazioni del caso”.

“Incredibile ma vero, Schifani chiede a Roma lo stato di emergenza dopo i 6 morti e gli infiniti danni a seguito degli incendi e Roma sbatte la porta in faccia – dichiara il deputato regionale di Sud Chiama Nord Isamaele La Vardera -. La beffa è che la risposta arriva dalla Protezione Civile che fa riferimento proprio a Nello Musumeci ex governatore siciliano. Una bocciatura allucinante che dimostra come il Governo si sia lavato le mani e abbia lasciato sola la Sicilia. In soldoni, avete subito danni vedetevela voi“ ha aggiunto il deputato.

“In questa finanziaria rivendico di aver inserito la mia quota di 300 mila euro per chi ha subito danni e ha perso tutto – ha continuato La Vardera -, solo allora, il Governo capendo che non poteva non fare nulla ha aggiunto 2,7 milioni di euro. Troppo pochi per arrivare ad aiutare tutti, solo con l’Intervento di Roma si potevano ristorare tutte quelle famiglie che hanno perso la loro casa e che da mesi non hanno più nulla, come la famiglia Meli. Siamo di fronte ad una crisi con Roma conclamata, Schifani prenda atto che Roma ha dimenticato la Sicilia e i siciliani”.

“Già ad ottobre avevamo denunciato la discriminazione operata dal Governo Meloni nei confronti della Sicilia e il mancato riconoscimento dello stato di calamità conseguente agli incendi. Con mesi di ritardo oggi assistiamo alla confessione di Musumeci ed al solito intollerabile scaricabarile. La verità è che la Sicilia ed i siciliani non trovano spazio nell’agenda del governo. Da luglio solo comunicati e promesse di intervento ma nessun atto concreto. Anzi il governo Meloni bocciava a più riprese le nostre proposte per intervenire finanziariamente. Che differenza con la solerzia, giusta, per ristorare i danni nelle altre regioni”. Così in una nota i parlamentari del Pd Anthony Barbagallo e Antonio Nicita. “Solo oggi, cioè 6 mesi dopo i roghi, Musumeci convoca un tavolo tra gli uffici di Roma e Palermo – aggiungono – Solo oggi, ripetiamo 6 mesi dopo i roghi, Schifani si indigna e si ricorda di essere al governo della Sicilia. C’è da sperare che, una volta svegliatosi, il governatore non conceda il bis rispetto alla vicenda dello scippo per i fondi del fsc e che, dopo le bellicose dichiarazioni, non si appiattisca ubbidiente ai desiderata di Roma e del governo centrale. Intanto da sei mesi la Sicilia aspetta. Aspettano le aziende danneggiate, aspettano i comuni, aspettano le famiglie che hanno perso la casa”.

“Ma qualcuno si è accorto di un ministro della repubblica di nome Nello Musumeci? – attacca su facebook Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord – Ecco perché non ha senso chiedere le sue dimissioni … non se ne accorgerebbe nessuno! Inconcludente da Presidente della Regione Siciliana ed altrettanto inutile da Ministro della Protezione Civile. Come può affermare un ministro della repubblica che è da sei mesi che cerca di far dialogare il direttore generale della protezione civile nazionale con quello della Regione Siciliana – conclude – ma ancora non ci è riuscito?”

“L’ennesimo schiaffo alla Sicilia da parte di un governo nazionale che, con l’inerzia complice di Schifani, sta distruggendo al Sicilia. La verità è che le vere calamità per la nostra isola non sono solo gli incendi e le alluvioni, quanto gli esecutivi che ci governano a livello regionale e nazionale. Stanno distruggendo la Sicilia, se non vanno a casa per noi sarà la fine”. Lo affermano il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca e il coordinatore regionale Nuccio Di Paola. “Questo ennesimo colpo a tradimento nei confronti della Sicilia – dicono i due deputati – non fa che confermare quanto realmente conta la parola di Schifani a Roma: zero. Lo si è visto anche nelle passate occasioni, non ultima la vicenda del furto dei fondi fsc per lo sviluppo dell’isola per destinarli al ponte, con tanto di finta protesta di Schifani cui è seguito il nulla. Il copione anche oggi sembra ripetersi: Roma colpisce a morte la Sicilia e Schifani fa finta di indignarsi, ma c’è da giurare che anche in quest’occasione fra qualche giorno tornerà a tacere senza che nulla sia cambiato”. “Indigna particolarmente – conclude Antonio De Luca – il comportamento di Musumeci che quando era presidente della Regione scaricava sul governo nazionale la colpa dei suoi insuccessi e ora che è ministro la scarica sul governo regionale e segnatamente sul direttore Cocina, al quale proprio lui assegnò la responsabilità di dirigere la protezione civile regionale”.