La rivolta nel CPR di Milo: oltre 140 persone all'addiaccio e in uno spazio per 10
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Momenti di tensione, scaturiti da condizioni di vita insostenibili per le 145 persone ospitate all'interno del Centro di rimpatrio di contrada Milo a Trapani, hanno portato ad una rivolta che mercoledì pomeriggio è sfociata in un incendio, per il quale è stato necessario l'intervento dei vigili del fuoco, con la struttura che è stata gravemente danneggiata.
L'allarme è scattato alle 14,20 quando un gruppo di persone di nazionalità tunisina, hanno accatastato scatole di cartone e materassi appiccando il fuoco con l'intento di aprirsi una via di fuga, con il fuoco che si è propagato e il fumo ha invaso l'immobile. Le fiamme si sono subito propagate, il fumo ha invaso l'edificio, mettendo in pericolo l'incolumità degli ospiti. La sommossa è stata poi domata dalla polizia. Fortunatamente non ci sono stati feriti.
La situazione era abbastanza tesa da giorni. C'erano infatti segnali di insofferenza verso il provvedimento adottato per 29 tunisini che dovevano lasciare il Centro per far rientro nel loro Paese.
Ma bisogna dire che non è la prima volta che accade, per via delle condizioni in cui si vive in questo centro, come in altri in Italia che diventano dei veri e propri lager.
Oltre 140 persone in uno spazio per 10 - Tutti i detenuti, circa 140 individui considerati "colpevoli" solo di non avere uno status regolare in Italia, sono stati trasferiti nell'unica sezione che è stata risparmiata dagli incendi. Questa sezione, progettata per ospitare dieci persone, ospita generalmente tredici individui. Di conseguenza, la maggior parte dei detenuti vive da giorni all'aperto, esposti a pioggia, freddo e intemperie, senza un riparo o un materasso su cui dormire. Più di cento persone sono costrette a condividere servizi igienici e docce progettati per un decimo di quella cifra.
Le proteste di coloro che sono costretti a vivere in queste condizioni, secondo quanto riferito da chi è all'interno, sono state represse con violenza. La polizia avrebbe utilizzato fumogeni e idranti più volte. Coloro che sono colpiti dai getti d'acqua non hanno mezzi né abiti per cambiarsi. Al freddo dell'inverno si aggiunge l'umiliazione di indossare indumenti inzuppati.
La denuncia dell'Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione - Il Centro di Permanenza per i Richiedenti Asilo di Milo è stato criticato in passato per le condizioni disumane in cui i detenuti sono costretti a vivere. Secondo il report 2023 del progetto In Limine dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), autorizzata a visitare il centro, “sono state riscontrate criticità nell’accesso tempestivo e sistematico all’informativa legale, nell’accesso alla protezione internazionale, nonché nell’accesso alla difesa”. Oltre alla violazione dei diritti ci sono poi le condizioni della struttura, dove tutto è di cemento, dai tavoli ai letti, con gli spazi divisi in moduli separati da reti metalliche e senza spazi sociali, mensa, e docce spesso senza acqua calda. Inoltre, il garante regionale per i detenuti, Santi Consolo, ha denunciato che la struttura ospita persone con evidenti disabilità mentali “alcune dovute a segni di gravi traumi al capo”. Persone che in nessun caso possono essere trattenute in una struttura simile.
Trasferimento di tutti gli ospiti - La prefettura di Trapani – anche se non c'è ancora presa una decisione ufficiale – sembra essere orientata a trasferire tutti i 145 migranti ospiti del Cpr di Milo in altre strutture. Gli incendi appiccati all’interno del Centro, infatti, avrebbero arrecato danni in diversi padiglioni: dei 200 posti letto disponibili, soltanto una ventina sarebbero ancora utilizzabili. La decisione dovrebbero essere presa nelle prossime ore.
Le reazioni, Fratoianni annuncia interrogazione parlamentare - "Le notizie riportate in queste ore da molti organi di informazione siciliani e nazionali sulla situazione nel Cpr di Milo in provincia di Trapani sono gravi e allarmanti". Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra. "Secondo i media - prosegue il leader di SI - i 140 migranti detenuti nella struttura sono costretti da giorni a vivere all’addiaccio dopo che un incendio ha reso inutilizzabile una parte della struttura. Inoltre, le proteste dei migranti sarebbero state represse in modo violento dalle forze dell’ordine. Presenteremo subito - conclude Fratoianni - un’ interrogazione al Ministro dell’Interno per sapere con precisione se le informazioni riportate dalla stampa corrispondano al vero e, in tal caso, quali iniziative intenda assumere per evitare il ripetersi di situazioni simili, al limite della decenza e della dignità delle persone".
La senatrice di AVS, Ilaria Cucchi - “Quello che sta avvenendo a Milo è la dimostrazione che i Centri di permanenza per i migranti sono luoghi di privazione dei diritti fondamentali, lager dove non sono rispettati gli standard minimi, dove non c’è nessun rispetto per le persone trattenute e per i diritti fondamentali dei migranti. E’ necessario risolvere al più presto questa situazione e trovare soluzioni adeguate per chi è trattenuto a Milo. Ma, soprattutto, è ora che questi posti vengano chiusi definitivamente”.
Deputati PD - Anche per i deputati del Pd Giovanna Iacono ed Anthony Barbagallo «quanto sta accadendo in queste ore nel Cpr di Milo è davvero preoccupante. Chiederemo al Ministro dell’Interno di fare immediata chiarezza su questa vicenda che, se confermata, comporterebbe una palese e grave violazione dei diritti umani».
CGIL Sicilia - Pure per il segretario confederale della Cgil Sicilia, Francesco Lucchesi, «la situazione denunciata delle condizioni in cui vengono trattenuti i migranti del Cpr di Milo non è degna di un Paese civile» e va fatta «subito chiarezza ripristinandoo condizioni umane, rispettose delle leggi e della dignità delle persone».
PD Trapanese, Venuti e Villabuona: "chiarimenti su ciò che è avvenuto a Milo" - "La rivolta al Cpr di Milo è l'ennesima dimostrazione dell'azione fallimentare del Governo Meloni nella gestione dell'immigrazione. Dalle informazioni in nostro possesso, il Cpr ha subito notevoli danni e la rivolta è stata sedata dalle forze dell'ordine che hanno provveduto al trasferimenti di alcuni ospiti. Molte delle persone che oggi sono ospiti dei Cpr e che vivono in un sistema di carcerazione ingiustificata prima del decreto Cutro sarebbero state inserite nel sistema di accoglienza e integrazione italiano che ha sempre garantito la sicurezza e il rispetto dei diritti umani. E mentre il Governo ipotizza la costruzione di nuovi Cpr, quello di Milo è quasi totalmente distrutto dalle informazioni che arrivano dal territorio, a causa dell'incapacità del Governo di gestire il fenomeno migratorio. Chiediamo agli organi competenti di chiarire cosa sia avvenuto al Cpr e se sono vi sono ancora ospiti presenti ed investiremo i nostri parlamentari nazionali ed europei, che hanno poteri ispettivi, di verificare le condizioni dei migranti coinvolti, della struttura e il futuro dei lavoratori impiegati presso il centro. I Cpr non sono la soluzione, ma parte del problema, di chi gestite l'immigrazione come un'emergenza e non come un fenomeno naturale che può essere una risorsa per il nostro paese".
Fratelli d'Italia - “Rimaniamo basiti dalla presa di posizione degli esponenti del Partito Democratico sui fatti accaduti al Cpr di Milo con cui denunciano l’azione fallimentare del Governo Meloni, a loro dire, nel gestire il fenomeno migratorio, dimenticando forse che negli ultimi dieci anni la sinistra ha governato l’Italia, con politiche di accoglienza, quelle si, del tutto fallimentari. La mancanza di ordine nella gestione di questo tipo di situazioni ha dato seguito a numerose storture, creando vantaggi agli speculatori e, purtroppo, condannando molti di coloro che sono sbarcati in Italia a dover sottostare alla criminalità organizzata o ad essere sfruttati. Al contrario, proprio il Governo Meloni ha stipulato una convenzione con l’Albania per costruire lì due strutture assimilabili ai Cpr, sta tessendo una rete di rapporti internazionali affrontare con i paesi del Mediterraneo la gestione dei flussi migratori e coinvolgendo come mai fatto fin’ora l’Unione europea; è stata quanto mai significativa la visita della Presidente della Commissione
Europea, Ursula Von Der Leyer, a Lampedusa per vedere sul posto lo stato delle cose. Il Governo continua a dotare la Questura di Trapani di nuovo personale e di risorse per consentire la migliore gestione degli sbarchi e della permanenza degli ospiti e anzi cogliamo l’occasione per complimentarci con il nostro concittadino, Valerio Valenti, che da commissario straordinario per l’immigrazione si è speso con competenza e abnegazione nell’assolvere il mandato governativo.”, lo scrivono i consiglieri comunali di Trapani di Fratelli d'Italia, Maurizio Miceli, Nicola Lamia e Gaspare Gianformaggio.
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