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30/01/2024 00:00:00

"Il non volersi dicharare antifascisti e il velo di silenzio sulla Shoah ..."

 Caro direttore, l’articolo di Vittorio Alfieri "L’educazione civica, il partito comunista italiano e il fascismo …"  pur non facendo esplicito riferimento al Giorno della Memoria, sollecita qualche riflessione per il legame che esso stabilisce con la tragica situazione che si è venuta a creare dopo il 7 ottobre scorso in Israele, con l’aggressione di Hamas, “indicibile, feroce strage antisemita, definita come una pagina di vergogna per l’umanità e una raccapricciante replica della Shoah”.

Dopo oltre vent’anni dalla sua istituzione, la commemorazione del 27 gennaio 2024 - che è la data in cui il 27 gennaio 1945 i soldati dell’Armata Rossa dell’Urss liberarono i sopravvissuti prigionieri ebrei dal campo di concentramento e di sterminio di Auschwitz - assume un significato assai più complesso e drammatico rispetto al passato.

Il concetto d’Educazione Civica con cui inizia l’articolo, mi ha fatto venire in mente che tra i nuclei tematici di questa disciplina insegnata nelle scuole italiane di ogni e grado, il più importante, in senso assoluto, è senz’altro la Costituzione antifascista, alla quale occorre sempre fare riferimento specie nei momenti e nei passaggi più delicati che la società si trova ad affrontare. Siccome però il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, non vuole ancora dichiararsi antifascista, credo che, anche e soprattutto per il ruolo istituzionale che ricopre, il suo atteggiamento ostentatamente riluttante, continui a essere un problema politico non trascurabile.

Sono pienamente d’accordo con l’analisi svolta dall’autore, compresa la conclusione a cui è pervenuto: “Equiparare il Partito comunista italiano al fascismo è un errore e l’Educazione Civica aiuta a correggerlo”. Mi permetto soltanto di aggiungere che il Pci durante la guerra di Liberazione è stata e si è dimostrata la forza politica, militare e organizzativa più rilevante e incisiva nella lotta al nazifascismo contribuendo alla vittoria finale della Resistenza, da cui è nata la Costituzione repubblicana. Fino al 1991, l’anno del cambiamento da Pci in Pds, i comunisti italiani sono stati un baluardo fondamentale della difesa della democrazia, dei diritti e dei principi di libertà del nostro Paese.

L’altro aspetto, relativo al modo in cui rischia di cambiare il ricordo sulla Shoah e al diverso significato che ha già assunto la commemorazione il 27 gennaio scorso, riguarda l’odio viscerale che si è scatenato nei confronti dell’esistenza dello Stato ebraico che crea, come è stato sottolineato da molti autorevoli ed esperti commentatori, un rapporto immediato fra le orribili violenze di Hamas compiute il 7 ottobre e lo sterminio degli ebrei da parte dei nazifascisti, che vengono celebrati nel Giorno della Memoria.

Purtroppo le posizioni di antagonismo fra Israele e Palestina non fanno che allargare progressivamente la distanza dalla formula dei “due Stati”, che fu il fondamento degli accordi di pace siglati a Oslo nel 1993. Il rifiuto di Netanyahu, rivelatosi leader pericoloso anche per il suo oltranzismo da un lato e della Palestina di Gaza, ovvero di Hamas, dall’altro, galvanizza questa insanabile divaricazione che continua a produrre conseguenze sempre più nefaste ed esiziali.

Gli eventi crudeli del 7 ottobre non fanno che acuire l’odio antisemita. Il rabbino Roberto della Rocca, direttore del dipartimento Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, sostiene che “il massacro di oggi ci conferma che l’odio antisemita è ancora vivo e vegeto. Ci troviamo di fronte a una progressiva degenerazione del negazionismo antisemita e addirittura alle teorie revisioniste già note e prive di fondamento che smentiscono persino la realtà della Shoah”.

Furio Colombo, da parte sua, mette in risalto il sorgere di un grande equivoco su Israele. “Un equivoco diffuso con tenace bravura da tutto l’antisemitismo del mondo e accolto con tragica ingenuità addirittura da molti antifascisti”. Molti non si rendono conto che in palio non c’è solo il procedere di questo momento terribile bensì la sopravvivenza di Israele, figlio di quel rifiuto ideologico che continua oggi a perdurare nel mondo di tutti quegli estremisti e terroristi – come Hamas – che perseguono la distruzione dello Stato ebraico e l’eliminazione di ogni ebreo.

Concludo facendo mia una frase che Sergio Mattarella ha pronunciato nel discorso in vista del Giorno della Memoria: “Non si deve dimenticare che l’Italia durante il fascismo varò le ignobili leggi razziste, il capitolo iniziale del terribile libro dello sterminio. E che gli appartenenti alla Repubblica di Salò collaborarono attivamente alla cattura, alla deportazione e persino alle stragi degli ebrei, sulle quali mai dovremo far calare il velo del silenzio”. Rilevo che il non volersi dichiarare antifascisti in Italia, in maniera inequivocabile, anche come semplice cittadino, non si fa altro che stendere, volente o nolente, un velo di silenzio sulla Shoah e l’Olocausto.

Filippo Piccione