Quantcast
×
 
 
17/03/2024 06:00:00

Sanità siciliana. Opere in ritardo, la Corte dei Conti vuole vederci chiaro

 Sanità stretta dalla Corte dei Conti, tante le incompiute nate durante il periodo pandemia, molte delle quali lasciate proprio così. Come il padiglione malattie infettive del Paolo Borsellino di Marsala.


Uno sperpero enorme di danari pubblici, e ora il governo regionale presieduto da Renato Schifani dovrà mettere mano ad altri fondi, circa 70 milioni, per rimettere in moto la programmazione. Spesa che si somma a quella già prevista dei 237mila cofinanziati dallo Stato.
L’obiettivo era quello di realizzare 571 nuovi posti letto in terapia intensiva e sub intensiva 29 in più nei Pronto Soccorso oltre all’ammodernamento degli stessi.
Nel 2021 sono stati programmati 253 posti letto di Terapia Intensiva ma ne sono stati realizzati solo 135, dei 318 di sub intensiva quelli attualmente attivati sono 102.


Se si allarga lo sguardo ai Pronto Soccorso la situazione peggiora ancora, il potenziamento delle vecchie strutture prevedeva un totale di 20.360 metri quadrati, ne sono stati realizzati lavori in appena 8.704 metri quadrati.


Trapani e Messina le province che scontano maggiori ritardi. E ora i magistrati contabili chiedono spiegazioni.
Non è un momento edificante per la Sanità siciliana, dove l’assessora Giovanna Volo è commissariata dal presidente Schifani e dal capo della programmazione strategica, Salvatore Iacolino.
Non è andata nemmeno bene per la nomina dei manager, adesso non più commissari: nomina alla fine perfezionatosi con il silenzio assenso della commissione deputata.


Alfio Mannino, segretario regionale della Cgil, ha parlato di natura politica delle poltrone:
“L’ultimo capitolo della vicenda della nomina dei manager della sanità sta trasformando in farsa quella che sarebbe una tragedia. E’ evidente, ed era scontato, che sui nomi ci sono problemi e il governo rinvia la formalizzazione guarda caso a quando, a dopo le Europee, confermando che su un tema cruciale che incrocia il diritto fondamentale alla salute, si continuano a giocare solo partite di natura politica e di spartizione di poltrone”. “Ci sono voluti 18 mesi per il governo – aggiunge Mannino – per partorire nomine attaccabili per conflitti di interesse e procedure dunque non cristalline. Ora un nuovo stop, mentre la Sicilia attende il riassetto della sanità, con un piano regionale sanitario adeguato, che ridisegni la rete ospedaliera, rafforzi la medicina territoriale, dia il giusto valore al lavoro del personale sanitario oggi sottodimensionato”.

“Quali sono le azioni che la Regione intende mettere in atto a tutela del servizio sanitario regionale, già fortemente compromesso, e per opporsi al taglio di 1,2 miliardi di fondi del Pnrr previsto da Roma? A quanto ammonta la quota parte del definanziamento nazionale a carico della Regione Siciliana e, infine, quali sono i progetti che la Regione Siciliana ha presentato, attivato e quali di questi sono interessati dal previsto definanziamento delle risorse Pnrr?”

Sono queste le domande a cui cerca risposte urgenti dal presidente della Regione Schifani e dall'assessore ala sanità Volo un'interrogazione a firma del capogruppo del M5S all'Ars, Antonio De Luca in seguito alla notizia deltaglio di 1,2 miliardi di euro dei fondi del Pnrr destinati alla sanità e in particolare alla realizzazione di opere per la sicurezza sismica delle strutture ospedaliere del nostro Paese.
Si tratta – commenta De Luca – di una scelta vergognosa che finirebbe col dare il colpo di grazie alla nostra sanità gravemente malata dopo il Covid e dopo le pessime scelte del governo regionale. Roma deve smetterla di pensare alla sanità come bancomat della politica e la Regione di vederla solo in chiave di posti di potere da lottizzare, come dimostra l'indecente lotta per la sparizione delle poltrone dei manager in scena da mesi in Sicilia”-
“Il ministro Fitto - continua De Luca – cerca di mascherare questo taglio come uno spostamento di risorse a cui attingere, ma di questo governo noi non ci fidiamo, specie se si considera che non si fidano nemmeno parecchi assessori del centro destra della Commissione Salute della conferenza delle Regioni che, giustamente, hanno parlato di scelta folle e hanno chiesto un incontro urgente al ministro della Salute Schillaci”.
“Inoltre – conclude De Luca - alcuni interventi finanziati sono cantieri in corso o hanno gare assegnate, e pertanto hanno prodotto obbligazioni giuridicamente vincolanti e pertanto non possono essere messi a carico, come previsto da Roma, dell'articolo 20 della legge 67 del 1988”.