Quantcast
×
 
 
02/04/2024 20:00:00

Rinascere nella guerra 

 Se nella Pasqua del 2024 Gesù Cristo risorgesse dal mondo dei morti, si troverebbe catapultato in una riproposizione di quest’ultimo: infatti morte, distruzione, macerie e sofferenza dilagano nei territori che hanno fatto da sfondo alla sua vita e alle vicende bibliche.

Non è questa la sede per fare considerazioni geopolitiche, eppure è un dato oggettivo che quello che lo Stato di Israele sta mettendo in atto è un vero e proprio genocidio.

Tuttavia, spesso, specie nelle proteste di piazza e nei dibattiti sui social, le azioni di guerra israeliane vengono additate come “atti inumani” o ancora, “degni delle più reiette creature”, eppure è davvero così? Quanto è sensato e utile deumanizzare colui o coloro i quali mettono in atto azioni atroci? Va da sé che tale quesito potrebbe essere esteso a qualsiasi altro conflitto bellico o ai più efferati delitti commessi da assassini di qualsivoglia inclinazione.

Ebbene, la psicologia ci dice una cosa: l’essere umano, se non altro per la sua struttura neurale, è votato all’empatia, a sentire ciò che sente l’altro, a soffrire se l’altro soffre. Ma se ciò è vero com’è giustificabile la violenza dell’uomo sull’uomo?

Una risposta a tale quesito ce la fornisce indirettamente Adolf Eichmann, funzionario della Germania Nazista, specializzato nelle “questioni ebraiche” e reso celebre dalle dichiarazioni al Processo di Norimberga durante il quale si è definito: “grigio burocrate che eseguiva solamente gli ordini dei gerarchi importanti”. Ecco cosa possiamo dedurre dalle parole di Eichmann: ciò che permette di interrompere quei naturali processi empatici è la cultura. La cultura, con le sue regole, le sue ideologie, i suoi sistemi preordinati, le sue ragioni e il suo peculiare modo di dar senso alla realtà, permette di dividere il mondo in buoni e cattivi, in umani e, soprattutto, non umani, i quali meritano i peggiori mali.

Ed ecco che noi non possiamo permetterci di cascare nel medesimo tranello di semplificazione e visione dicotomica della realtà, dove o si è bianco o si è nero.

Comprendere non significa giustificare, comprendere significa apprezzare la complessità della realtà e delle ragioni che muovono le azioni, anche le più efferate, di chi è oggetto della nostra analisi. Solo così è possibile formulare un pensiero solido e realistico, solo così si può, con maggiore efficacia, combattere quelle che sono le dilaganti e tremende forme di violenza cui siamo costretti ad assistere anche in un periodo di Resurrezione.

Emaunele Cusumano



Native | 2024-04-25 09:00:00
https://www.tp24.it/immagini_articoli/24-03-2021/1616566080-0-etna-un-altra-eruzione-fontane-di-lava-e-boati-il-video.jpg

Aprile dolce Vinitaly - Cantine Bianchi

La partecipazione a un evento come il Vinitaly porta con sé rischi e opportunità, un doppio binario che Cantine Bianchi ha scelto di abbracciare partecipando alla 56^ edizione del Salone Internazionale dei vini e distillati, vetrina di...

Cultura | 2024-04-29 18:13:00
https://www.tp24.it/immagini_articoli/24-03-2021/1616566080-0-etna-un-altra-eruzione-fontane-di-lava-e-boati-il-video.jpg

Qualche idea per il primo Maggio in Sicilia 

L'1 maggio è la Festa del Lavoro, un'occasione per celebrare e riflettere sui diritti dei lavoratori. Nonostante sia una giornata di festa, è importante ricordare coloro che hanno lottato e continuano a lottare per questi diritti. Tra...