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08/05/2024 06:00:00

Siccità in Sicilia, i 20 milioni del governo servono a poco. Ecco le cose da fare

L'emergenza siccità in Sicilia rimane critica e di certo non trova soluzione con lo stato d’emergenza dichiarato dal governo Meloni e lo stanziamento di 20 milioni di euro. La richiesta avanzata dalla Sicilia era di 130 milioni subito e 590 milioni in totale. I territori dell'Isola maggiormente colpiti dalla siccità sono le Province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Palermo e Trapani.

Situazione negli invasi siciliani è allarmante  - Alcuni hanno una prospettiva di erogazione di 45 giorni, altri di 60, altri ancora di 90, con una capienza complessiva di 708 milioni di metri cubi d’acqua, ma al momento ce ne sono solo 167 milioni. Una quantità insufficiente ad affrontare la lunga estate sia dal punto di vista dell’uso potabile, che irriguo e ricettivo, alla luce dei flussi turistici previsti.

Musumeci  - La comunicazione del Musumeci dellinvio delle prime somme arroivas dall'ex governatore e ministro della Protezione civile che sulle somme già erogate precisa che «si tratta di un primo stanziamento e altre risorse saranno rese disponibili man mano che la Regione procederà nei pagamenti. Ovviamente — sottolinea il ministro — gli interventi riguardanti il settore agricolo e quello delle infrastrutture idriche rientrano nelle competenze di altri ministeri, come abbiamo chiarito al presidente della Regione Schifani».

Relazione della cabina di regia - Schifani e il capo della protezione civile siciliana Salvo Cocina, hanno presentato a Roma la relazione della cabina di regia siciliana al governo Meloni. Un lungo dossier stilato a partire dalla ricognizione col Genio civile, l’autorità di bacino, il dipartimento Acque e rifiuti, la protezione civile regionale, che hanno sentito le Ati e i gestori idrici e valutato quasi un migliaio di interventi infrastrutturali proposti.

Gli interventi da qui a sei mesi - La Sicilia chiede interventi per 52 milioni di euro, di cui 46 milioni per la ricerca e l’attivazione di nuovi pozzi, interventi strutturali su condotte e bypass per convogliare l’acqua recuperata dai nuovi pozzi e sei milioni di euro per l’acquisto e la riparazione di una piccola flotta di autobotti (un centinaio in tutto) per portare l’acqua laddove non arriverà più dagli invasi.

Entro un anno la riattivazione di almeno due di tre dissalatori - la Regione ha chiesto al governo un intervento da 37 milioni di euro per la riattivazione di almeno due dei tre dissalatori esistenti (Porto Empedocle, Trapani e Gela) che davano acqua potabile per quasi un milione di persone, «dismessi — scrive la Regione nella richiesta a Palazzo Chigi — da 10-15 anni causa gli alti costi energetici di funzionamento e le tecnologie ormai obsolete».

300 interventi entro un anno e mezzo  - Palazzo d’Orleans chiede risorse per circa 300 interventi, inclusa la riattivazione del terzo dissalatore, ma anche interventi su pozzi e sorgenti, reti, bypass di collegamento. Dalla Protezione civile regionale fanno sapere inoltre che almeno un centinaio di interventi di lungo periodo riguardano dighe, traverse e reti sono già previsti e i progetti, in diverse fasi di attuazione tra loro, sono gestiti dal dipartimento Acque e rifiuti, dall’autorità di bacino, dai consorzi di bonifica, dai Comuni. Alcuni interventi urgenti da fare in emergenza, infine, sono già stati finanziati con fondi regionali, e verranno gestiti da Amap e Siciliacque.

Coldiretti - Il presidente di Coldiretti Sicilia, Francesco Ferreri, esorta «a far subito, a tradurre immediatamente le risorse economiche (anche quelle regionali) in opere, con un cronoprogramma che guardi al quadro nero della siccità in una prospettiva di corto, medio e lungo termine, iniziando dall’emergenza nell’emergenza: quella che sta vivendo il comparto dell’allevamento, con il nostro patrimonio zootecnico oggi in pericolo per il deficit idrico e la penuria di foraggio». Un secondo dopo, continua Ferreri,
«bisogna pensare alle colture, che anche a causa dei tagli previsti all’irrigazione rischiano enormi ammanchi produttivi. Ma per evitare di ritrovarci nella stessa situazione il prossimo anno e quelli a venire, occorre pure lavorare sulle infrastrutture. Nell'Isola recuperiamo solo l’11% dell’acqua piovana, uno dei dati più bassi d’Italia, mentre più del 50% della risorsa si perde
nelle condutture colabrodo dei Consorzi: bisogna costruire più bacini, di piccole dimensioni e con materiali naturali come l’argilla in
modo da limitarne l’impatto ambientale, e nel frattempo rimodernare la rete idrica e irrigua».

 Dipasquale (PD): "Ridicolo il battersi il petto della maggioranza" - “Il fatto che il presidente della Regione ritorni in Sicilia rivendicando il risultato di 20 milioni di stanziamenti per la crisi idrica ha dei tratti di ridicolo se si pensa che la maggioranza di destra appena lo scorso anno ha perso oltre perso 400 milioni di euro Pnrr che servivano per evitare la crisi idriche". A dichiararlo è stato, durante il dibattito d’aula all’Ars, il deputato Pd Nello Dipasquale. "Ancora più ridicola appare la reazione dei parlamentari di maggioranza che si battono il petto per la siccità e per l’agricoltura in difficoltà mentre hanno ignorato la crisi sia quando non sollevarono il problema dei fondi andati persi sia nelle manovre di bilancio realizzate negli ultimi mesi dall’Assemblea regionale siciliana", ha affermato Dipasquale. "Cosa rappresentano 20 milioni di euro per un tema così importante", è stato l'affondo di Dipasquale che poi ha ricordato: “Non siete riusciti a portare le risorse per compensare i danni dell’ultimo ciclone avvenuto a febbraio in cui si sono registrati 100 milioni di euro di danni e fate temere che non sarete capaci di fare fronte anche a questa emergenza. Il vostro d’altronde è un governo contro il Sud e i cittadini stanno iniziando a constatarlo”.

Prelievi d'acqua non autorizzati nell'invaso di Paceco - "Da qualche mese si sta parlando di siccità nei nostri territori - ci scrive un lettore di Tp24 -. Mi dispiace sottolineare che in alcuni territori del trapanese esistono fenomeni di prelievi di acqua dalla dighe non autorizzati, a discapito del resto della popolazione e degli agricoltori. Molti di questi fenomeni sono visibili all'interno dell'invaso Baiata (Paceco) dove centinaia di animali (pecore, cavalli) entrano senza nessuna autorizzazione. Inoltre in tutta l'aria della diga sono presenti rifiuti di ogni tipo". 
 


 

 



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