Si riparte daccapo nel procedimento avviato a seguito dell’indagine di Procura e Guardia di finanza di Marsala su un giro di scommesse on line secondo l’accusa “illegali” (un giro di scommesse che, da febbraio 2018 a maggio 2021, è stato valutato in circa 23 milioni di euro). Qui Tp24 ha spiegato come funzionava il giro di scommese illegali.
Per competenza territoriale, infatti, le carte saranno trasmesse alla Procura di Trapani. Lo ha deciso il gup del Tribunale di Marsala Riccardo Alcamo accogliendo l’eccezione di “incompetenza territoriale” sollevata dai legali delle dodici persone per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio.
“Anche se l’indagine ha preso le mosse da un centro scommesse di Marsala – hanno sostenuto i difensori – il reato più grave, e cioè quello associativo, si è consumato a Trapani”. E il giudice dell’udienza preliminare ha accolto l’eccezione, ordinando la trasmissione degli atti alla Procura di Trapani, che dovrà riformulare, se condividerà le conclusioni dei colleghi di Marsala, la richiesta di rinvio a giudizio per i coniugi Giovanni Marchese, di 40 anni, e Marica Genco, di 39, di Marsala, gestori di un centro scommesse on line nella borgata di Strasatti, per Carlo Napoli, 67 anni, di Erice, uno dei personaggi principali sui quali ruota l’inchiesta delle Fiamme Gialle, Giuseppe Granata, 66 anni, nato a Polizzi Generosa (Pa), ma residente a Favignana e domiciliato a Trapani, e Luigi Cascio, 62 anni, trapanese, Antonino Danilo Angileri, 54 anni, di Petrosino, Filippo Gallina, di 46, di Bisacquino (Pa), Salvatore Marino, di 48 anni, Michelangelo Tilotta, di 43, entrambi di Paceco, Maria Canino, di 64, di Erice, Gabriele Napoli, di 38, di Erice, ma residente a Favignana, e Sebastiano Silvio Sciacca, di 52, di Marsala. A difendere gli imputati sono gli avvocati Giuseppe De Luca, Tommaso Picciotto, Vito Daniele Cimiotta, Donatella Buscaino, Stefania Alcamo, Luigi Montagliani, Massimiliano Sammartano e Giuseppe Scarcella. Lo scorso gennaio, furono posti agli arresti domiciliari Giovanni Marchese, Carlo Napoli, Giuseppe Granata e Luigi Cascio, mentre la misura cautelare dell’obbligo di dimora nei rispettivi Comuni di residenza è stata, invece, disposta per Angileri e Gallina. Misura cautelare interdittiva temporanea del divieto di esercitare la loro professione di tecnici informatici/programmatori per i pacecoti Marino e Tilotta, e divieto di esercitare attività imprenditoriali per Marica Genco. Sono stati, inoltre, sequestrati beni immobili, mobili e le quote sociali per circa 2 milioni e 600 mila euro.
Due le organizzazioni individuate dalle Fiamme Gialle, la cui inchiesta, coordinata dal pm Roberto Piscitello, ha fatto luce su un presunto sistema illecito per la raccolta di scommesse clandestine, con giocate da parte di oltre mille scommettitori, alcuni dei quali addirittura residenti in Tunisia. L’indagine è scattata a seguito di una denuncia. I finanzieri hanno, quindi, posto particolare attenzione su alcuni conti gioco regolarmente accesi da una coppia di coniugi (Marchese-Genco) che, scrivono gli inquirenti, "risultavano presentare una elevata sproporzione tra il volume delle scommesse giocate rispetto alla loro capacità economica". I due, è la tesi dell'accusa, sarebbero risultati "inseriti in due distinte associazioni a delinquere che operavano separatamente, ma con le medesime modalità: una consisteva nel porsi come intermediari tra scommettitori e i siti sui quali i privati avevano dei conti gioco, permettendo loro di rimanere anonimi; l'altro, invece, nella raccolta delle scommesse e il successivo utilizzo di siti esteri, sprovvisti delle autorizzazioni necessarie per poter operare in Italia.
Una volta fatta la giocata in contanti, agli scommettitori veniva rilasciata una ricevuta cui seguiva, sempre in contanti, l'eventuale liquidazione della vincita. Le indagini, inoltre, grazie allo scambio di e-mail, al contenuto di chat e alle intercettazioni telefoniche, hanno permesso di individuare gli altri soggetti coinvolti e di definire il ruolo ricoperto da ciascuno nell'illecita attività. A casa della coppia marsalese, accusata di aver creato due organizzazioni criminali che gestivano scommesse sportive clandestine, la Finanza ha trovato 85mila euro in contanti.