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05/07/2024 08:05:00

Si torna a parlare di diritto alla casa

Il diritto alla casa, improvvisamente ma con una ragione ben precisa, è tornato nell'agenda politica nazionale italiana dopo decenni di trascuratezza. Il bisogno è certamente indiscutibile. Tuttavia, il metodo per soddisfarlo è oggetto di intenso dibattito a causa del fenomeno dell'occupazione abusiva, che riguarda sia abitazioni pubbliche che private.

Le abitazioni pubbliche, conosciute come "case popolari", sono realizzate dall'Istituto Autonomo Case Popolari (IACP) e gestite dalle regioni. In Italia si contano circa 800.000 case popolari, che ospitano 2,2 milioni di persone. Questi dati rivelano una realtà paradossale: in media, meno di tre persone vivono in ogni appartamento. Inoltre, Federcasa ha evidenziato problemi di assegnazione. Secondo le statistiche, il 4% delle case popolari è occupato abusivamente, molte sono inagibili e quasi un terzo dei casi è rappresentato da famiglie che rifiutano di lasciare l'appartamento precedentemente assegnato loro.

A Milano, le case popolari sono gestite da ALER, l'azienda lombarda di edilizia residenziale che fa capo alla Regione. Tra città e hinterland, ALER possiede 34.370 unità immobiliari, delle quali 2.859 risultavano occupate abusivamente nel 2023. MM, la partecipata del Comune di Milano, gestisce 28.015 appartamenti, e a giugno 2024 erano 511 le unità occupate abusivamente. Inoltre, il 7% degli alloggi è sfitto, e la stragrande maggioranza di questi non è a norma. Delle restanti 715.000 abitazioni, circa il 50% necessita di manutenzione.

Nel settore privato, le grandi società immobiliari nelle città metropolitane acquistano edifici residenziali per tenerli sfitti. Questo riduce l'offerta e fa aumentare gli affitti, con l'intento di vendere poi gli immobili a chi può permetterselo. Inoltre, non va dimenticato il fenomeno dei B&B, che contribuisce a sottrarre abitazioni dal mercato degli affitti a lungo termine.

La casa è un diritto che uno stato solidale deve garantire, poiché nessuno sceglie di nascere. Le coppie di oggi, più mature e spesso incerte sulla possibilità di garantire una casa ai loro desiderati figli, tendono a non concepirli. Questo contribuisce anche al calo demografico.

Vittorio Alfieri 



L'Alfiere | 2024-12-12 00:00:00
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