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10/08/2024 16:25:00

Gestione dei rifiuti e talebani

Talebani. Con il sostantivo maschile si indicano i componenti di un'organizzazione d'ideologia fondamentalista. Si è ravvisato questo atteggiamento sulla gestione dei rifiuti e dell'utilizzo dei termovalorizzatori nella filiera di quest'attività.

Esiste a tal proposito la direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, nella quale è stabilita una piramide dei requisiti per la sostenibilità dello smaltimento e la creazione di un sistema integrato per non ridurre il piano con la sola tecnologia del "fine ciclo".

Ebbene al vertice, pienamente condivisibile, si trova la riduzione dei consumi, successivamente il riuso di ciò che non si è utilizzato, poi il riciclo con la raccolta differenziata. E questi sono gli step, le tre R, indubbiamente virtuosi.

Infine arrivano i gradini peggiori, dal recupero, compreso quello dell’energia -termovalorizzatori-, e dallo smaltimento sicuro come opzione finale, ossia in discarica.Tra gli ingegneri ambientali esiste una strategia simile, definita ARRE: avoid, reduce, recycle, eliminate -Evita, Riduci, Ricicla, Elimina-. La provincia di Trapani vive sulla propria pelle la difficile gestione delle discariche.Solo uno stolto può affermare che i termovalorizzatori, inceneritori per i talebani che bruciano semplicemente rifiuti residui, i termovalorizzatori invece hanno dei sistemi di recupero del calore derivante dalla combustione, siano la soluzione ottimale. Ma anche un comune virtuoso come Marsala con una differenziata al 77%, intanto necessita ricordare che il dato riguarda solo i censiti, e quelli di meno il 16% Palermo, il 33% a Catania, la produzione di RSU destinato al termovalorizzatore o alla discarica è inequivocabile. Si riportano i difetti dei termovalorizzatori: le ceneri prodotte dalla combustione, l'eccessivo uso dell'acqua, l'emissione di anidride carbonica e l'impatto sulla salute. Quanto incida sul benessere fisico, un Piano di Sorveglianza Sulla Salute Della Popolazione Nei Pressi del Termovalorizzatore condotto da Arpa Piemonte, ASL TO3, ASL Città di Torino ed Istituto Superiore di Sanità nel periodo 2013-2019 ha riportato che tutte le analisi effettuate sostanzialmente non evidenziano effetti rilevanti a breve termine né delle concentrazioni né delle emissioni, né sugli accessi al pronto soccorso né sui ricoveri per cause cardiorespiratorie. Dopo il Covid è tutt'ora in corso uno studio.

Un libro bianco del Politecnico di Milano,di Torino, dell’Università degli Studi di Tor Vergata di Roma e di Trento, una ricerca pubblicata dall’università Imperial College di Londra, della scienziata Anna Hansell hanno sottolineato che "nonostante sia impossibile escludere del tutto conseguenze sulla salute pubblica, gli inceneritori moderni e ben regolamentati possono avere un piccolo, se non addirittura impercettibile, impatto sulle persone che vivono nelle loro vicinanze".Secondo i dati dell'ente pubblico ISPRA,Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale "16 degli impianti di incenerimento presenti in Italia sono stati avviati prima del 2000, ma sono poi stati ristrutturati al massimo negli ultimi 15 anni. I due termovalorizzatori più recenti sono stati accesi a Torino e Parma, entrambi nel 2013". I contro delle discariche sono: l'inquinamento del suolo, delle acque sia sotterranee che superficiali, oltre allo sprigionamento di esalazioni tossiche, fumi, che sporcano l'aria che respiriamo. Sempre nel "libro bianco' sul confronto tra i sistemi di smaltimento "In termini di emissioni climalteranti, la discarica ha un impatto 8 volte superiore a quello del recupero energetico degli inceneritori". Nell'attesa di RSU a 0, ma tutti i materiali si possono riciclare compreso il riciclo che produce comunque scarti -circa il 20% del materiale riciclato-???, sfruttiamo i 18 termovalorizzatori più sicuri e se non bastasse ammoderniamo alcuni degli altri, con Realpolitik e meno Taliban. 

Vittorio Alfieri



L'Alfiere | 2024-12-13 00:00:00
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