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15/08/2024 22:10:00

Il murale di Paola Egonu, quando lo sfregio e l'intolleranza diventano violenza

 Lo sfregio. È quello perpetrato al murale su Paola Egonu, tributo contro l'etnofobia della Street Artist Laika a Roma nei pressi del Coni. È stato colorato di bianco il corpo dell'atleta e fatto più inquietante la cancellazione del messaggio sulla palla "Racism Hate Stop". Prima, quest'azione infame era stata preceduta dall'idea sulla cittadinanza italiana alla pallavolista dell'eurodeputata della Lega Susanna Ceccardi, testualmente: "La Egonu ha conquistato la cittadinanza con le vittorie olimpiche e internazionali e per questo è italiana". Dopo la "razza ariana", quella "sportiva".

L'oltraggio all'umanità è servito. Simone Giannelli capitano dell'Italvolley ha espresso solidarietà alla collega: "Le persone che hanno fatto questo non meritano di essere chiamate tali... Senza cuore, senza dignità e senza umanità! Paola Egonu non ti curar di loro, chi di dovere ci penserà -spero proprio-. Tu sei tanta roba... Campionessa Olimpica".

Una passante con l'anima nobile ha ripristinato con un pennarello il murale vandalizzato. Ulteriore infamia dei giorni ferragostani è avvenuta alla festa del vino di Castiglione in Teverina - Viterbo - allorquando un branco ha aggredito due trans Giulia e Alessia, dopo che hanno scoperto la loro identità di genere. Si riporta la loro testimonianza accompagnate da foto della violenza subita: "Siamo state aggredite da un branco di ragazzi; il più grande avrà avuto 20 anni. L'unica domanda che si facevano le pecore non civilizzate, era capire se fossimo donne o trans". Senza l'intervento delle persone presenti, le due donne hanno ricevuto anche l'accusa di avere un atteggiamento "provocatorio".

La dinamica è sempre la stessa "se la sono cercata". Subito dopo l'aggressione denunciata dalle due ragazze, il sindaco della cittadina Mirco Luzi ha diffuso una nota stampa con cui ha condannato l'accaduto. Uno sfregio assoluto è il 'mercimonio' governativo tra, Premierato, Autonomia Differenziata e la riforma della giustizia, dimenticando l'infamia del sovraffollamento delle carceri, la scarsa carenza sanitaria e psicologica, strutture fatiscenti, condizioni igieniche precarie. Sono 56 i suicidi nel 2024 negli istituti penitenziari, con buona pace di Voltaire che afferma "il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri". Ovviamente gli sfregi sono innumerevoli, si sono riportati i peggiori di queste prime settimane d'agosto.

Vittorio Alfieri



L'Alfiere | 2024-12-13 00:00:00
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