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27/08/2024 02:00:00

La coscienza di classe, dall'antica Grecia ai giorni nostri

 La coscienza di classe è la suddivisione della società in ceti, è una pratica 'naturale' molto antica ed era già in atto presso i greci e i romani. Nell'antica Grecia, intorno al VI secolo a.C. si annoverarono dalle tre alle quattro classi stabilite in base al censo, che Platone individuò nei governanti o filosofi, nei guerrieri e negli agricoltori.

L'attualità che si vive impone una riflessione, perché dopo decenni d'ascensore sociale funzionante necessita ricordarsi del concetto che definisce una componente della propria identità rispetto anche alle origini. È indubbio che l'humus in cui si cresce si subisce, ma è altrettanto oggettivo che la formazione avviene in una determinata classe sociale, gruppi che fortunatamente dalla rivoluzione francese interagiscono e si contaminano, ma chi "nasce tunno non po moriri pisce spata" afferma un proverbio siciliano e viceversa.

Se si è figli del quarto stato, lo resti per sempre. Come una delle persone più ricche del mondo Jeffrey Preston Bezos figlio di una studentessa diciassettenne e di gestore di un negozio di bici. I genitori si separano quasi subito e all’età di quattro anni, Jeff viene adottato dal nuovo compagno della madre un esule cubano di nome Miguel Bezos dal quale acquisisce il cognome. Consapevole della sua coscienza di classe, Bezos è un filantropo, nell’anno della pandemia è stato il numero uno per beneficenza -fonte The Chronicle of Philanthropy-.

Paradigma del terzo stato sono i ricchi borghesi, poi esiste la media e la piccola borghesia, lo è la famiglia Agnelli e loro hanno la piena cognizione della propria condizione e quando occorre, ma non solo, la fanno pesare. Si ripete in quest'epoca in cui il sollevatore è fermo, rammentarsi della coscienza di classe d'origine è un esercizio utile di empatia.

P.s.un elemento di sconfitta del comunismo è non avere abolito le classi sociali.

Vittorio Alfieri



L'Alfiere | 2024-12-08 13:00:00
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