di Katia Regina
Sì lo so, è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo! Tocca a me fare chiarezza, una volta per tutte, su questa vicenda del ministro Sangiuliano. Affronterò la questione senza entrare troppo nel merito, ché tanto i dettagli pruriginosi sono in continuo divenire, e rischierei di bucare le novità del giorno. Il mio contributo tornerà utile a tutti gli schieramenti politici, perché se esiste un campo largo che può mettere d'accordo tutti, è proprio quello dei tradimenti e divorzi. Dopo questa riflessione, sarà sufficiente stabilire per decreto cosa si intende per famiglia tradizionale; a giovarne, per primi, quanti non dovrebbero neppure cambiale lo slogan: Dio patria e famiglia.
Ah, la famiglia tradizionale! Quel sacro baluardo di stabilità, amore eterno e fedeltà incondizionata. Un uomo, una donna, qualche figlio, magari un cane. Un’unità compatta e immutabile, come il cubo di Rubik... solo che nessuno sa davvero come metterlo a posto.
Ma facciamo un salto nella realtà, quella vera, dove la definizione di famiglia tradizionale sembra essersi leggermente evoluta (o meglio, sfilacciata?). Sì, perché oggi, oltre ai classici pilastri del matrimonio, i nuovi ingredienti di questo concetto sembrano essere il tradimento e il divorzio. E non parliamo di piccoli incidenti di percorso, ma di veri e propri nuovi valori.
Infatti, in base ai sondaggi, circa il 45% degli italiani ammette candidamente di aver tradito almeno una volta il proprio partner. E il restante 55%? Beh, forse sono solo più bravi a mantenere i segreti, o forse si riservano il diritto di non rispondere. Di fronte a questi numeri, non possiamo che chiederci: non sarà che il tradimento è diventato il nuovo collante della coppia moderna? Una sorta di prova d’amore.
Pensiamoci bene: cos'è più romantico di una buona scappatella? È un po’ come una boccata d’aria fresca nella routine quotidiana del matrimonio. Dopo tutto, il finché morte non ci separi è una promessa decisamente impegnativa. Si potrebbe persino vedere il tradimento come una prova di quanto siano forti i legami di una coppia:
Cara, ho tradito, ma guarda come torno da te ogni volta! Non è questo vero amore? E lei, con una matura comprensione della nuova etica coniugale, risponderà: Ma certo, caro! È per questo che anche io ieri sono uscita con l'idraulico. Dobbiamo evolverci insieme.
E se state pensando tutti all'idraulico della nota pubblicità i maliziosi siete voi, sia chiaro.
Dimentichiamo il concetto rigido della famiglia come unità monolitica e indivisibile. Oggi, la famiglia moderna è un’entità flessibile, adattabile e aperta a nuovi orizzonti. La fedeltà? Un concetto antiquato! Oggi, la vera prova di impegno in una relazione è la capacità di perdonare il partner che, ammettiamolo, ogni tanto ha bisogno di esplorare il mercato.
C’è chi dirà che questo è il trionfo della libertà individuale, del progresso. E forse ha ragione. Il matrimonio, in fondo, non è mai stato tanto dinamico come adesso: un continuo salto a ostacoli tra tentazioni e riconciliazioni, con tanto di sprint finale verso la pace dei sensi.
Poi c'è il divorzio, un altro caposaldo della famiglia moderna. Se prima era visto come un fallimento, oggi è quasi un rito di passaggio, una sorta di seconda cerimonia nuziale che presto vedrà il mercato dei festeggiamenti organizzati dai nuovi professionisti dell'unwedding planner, con gli avvocati al posto dei testimoni. Un’occasione per celebrare la propria indipendenza, la maturità e la capacità di ricominciare da capo.
Ecco perché è arrivato il momento di abbracciare questa nuova visione della famiglia tradizionale. Una famiglia che non si basa più su concetti rigidi come fedeltà, monogamia e per sempre, ma su principi ben più flessibili come l’alternanza affettiva, la libertà coniugale e gli accordi stabiliti preventivamente quando si arriverà al rito del divorzio. La famiglia tradizionale 2.0 eviterà umiliazioni pubbliche per chi tradisce, rendendo la consuetudine una tradizione condivisa, avvalorata da almeno due generazioni.
Ecco dunque il mio suggerimento per togliere dall'imbarazzo istituzionale l'attuale direttivo di governo. Basta accanimenti sulle vicende personali dei ministri e della presidente! Stabilita la nuova normalità, si potranno chiedere le dimissioni dei ministri solo in caso di inadeguatezza. E in questi casi, non contate sul mio contributo.
Un consiglio per la lettura di un volume che potrebbe arricchirsi di un nuovo capitolo: Le donne più malvagie della storia d'Italia di Angelica Artemisia Pedatella
Un video di Recalcati sul tema: si può perdonare un tradimento?
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