Patteggiamento. Tecnicamente nel codice penale italiano trattasi dell'applicazione della pena su richiesta delle parti. L'istituto giuridico per l'opinione pubblica è venuto alla ribalta per l'accordo tra l'ex presidente regionale della Liguria Giovanni Toti e la procura di Genova. Toti ha accettato due anni e un mese, sarà inoltre interdetto dai pubblici uffici per la durata della pena di condanna per corruzione impropria e finanziamento illecito, commutata in 1.500 ore di lavori socialmente utili, più la confisca di 84 mila euro. Adesso passa al vaglio del Giudice per l'Udienza Preliminare -GUP-.
Si trasla il procedimento in politica e nello specifico in quella lilibetana. Durante l'estate del VentiVenti chi già era stato nell'ordine: deputato regionale all'ARS, consigliere comunale di Marsala, assessore agli Enti Locali, poi alla Cooperazione, Commercio, Artigianato e Pesca, infine alla Sanità, dal 1996 parlamentare della Camera dei deputati, rieletto nel 2001, sconfiggendo l'allora suo avversario politico e poi suo sostenitore Salvatore Lombardo, ossia Massimo Grillo, si candidò a governare Lilybaeum.
Durante la campagna elettorale si configurò il reato di 'corruzione impropria', perché promise una città pulita, decorosa attraverso la manutenzione ordinaria, risorse dal Qatar, nuova sede della facoltà di enologia, la fine dell’era "uomo solo al comando", padiglione delle malattie infettive in concorso con Nello Musumeci e Ruggero Razza, quest'ultimi due promossi da Fratelli d’Italia, il primo a ministro della Repubblica, il secondo ad europarlamentare. Dodici consiglieri comunali, nove facevano parte della maggioranza che lo hanno condotto al quartiere spagnolo, hanno proposto con un "patteggiamento" la mozione di sfiducia, rigettato dal sindaco e dai suoi sette avvocati dell'ave: Sturiano, Gerardi, Carnese, Titone e Fernandez, componenti della corrente di Forza Italia a guida dell'onorevole regionale Stefano Pellegrino -avvocato per davvero-, più Bonomo e Pugliese di Fratelli d’Italia.
Dall'ultimo provvedimento approvato a Sala delle Lapidi, la soppressione della 23^ (nella sostanza la 25^ ) farmacia dalla pianta organica della città, emerge, oltre alle contraddizioni dell'assessore e consigliere Gerardi, che i Pellegrino boys sono andati in ordine sparso, hanno votato favorevolmente all'abolizione Sturiano, Gerardi, Titone, Carnese contrario al grido di "vergogna" rivolto alla giunta, Fernandez astenuto. E non si tratta di un voto di coscienza, ma di visione dell'Urbe. Il "patteggiamento", l'anno prossimo risulta necessario.
Vittorio Alfieri