Il gruppo "Muschio Ribelle", che da mesi gestiva lo spazio in modo collettivo, aveva promosso numerose attività sociali e culturali nell’area. Assemblee popolari settimanali, organizzate per discutere l'uso civico dell'ex ostello, avevano raccolto ampio consenso tra la popolazione locale. L’uso civico, una forma di gestione condivisa dei beni pubblici già sperimentata in altre parti d'Italia, era il modello che il gruppo auspicava venisse adottato anche per la Funtanazza. Interlocuzioni con il Comune di Alcamo si erano mostrate favorevoli, ma l'intervento delle forze dell'ordine è arrivato a seguito di una denuncia della Commissaria del Libero Consorzio Intercomunale di Trapani.
Alle 9 di ieri, le persone presenti all’interno dell’ex ostello sono uscite spontaneamente, evitando tensioni con le forze dell'ordine. Tuttavia, la notizia dello sgombero ha scatenato la reazione della comunità alcamese, con molti cittadini che si sono radunati attorno all'edificio per esprimere il loro dissenso. Il progetto "Funtanazza Liberata" aveva visto una partecipazione attiva della popolazione, che in questi mesi aveva contribuito a ripulire e arredare lo spazio, abbandonato da sei anni e lasciato in uno stato di degrado.
L'ex ostello "Cielo d'Alcamo" era stato trasformato in un centro di aggregazione sociale e culturale, ospitando presentazioni di libri, cineforum, letture di testi di Danilo Dolci e persino un festival di due giorni ad agosto. Ma il progetto più significativo è stato quello della "guardianìa antincendio", un'iniziativa che ha visto circa 30 volontari impegnati nella prevenzione degli incendi dolosi, un problema cronico per la riserva di Monte Bonifato. Grazie a questo impegno, per la prima volta dopo anni, la riserva è rimasta al sicuro dalle fiamme. Lo sgombero di ieri interrompe un percorso che aveva trovato un importante riscontro nella popolazione, lasciando un vuoto non solo fisico, ma anche simbolico per chi in questi mesi ha visto in Funtanazza un luogo di rinascita e partecipazione attiva. Le prossime mosse del gruppo "Muschio Ribelle" e della comunità di Alcamo restano da vedere, ma la protesta che si è alzata contro lo sgombero dimostra quanto il progetto fosse sentito come una parte vitale della vita sociale del territorio.
"Abbiamo organizzato diversi eventi e incontri, riflettutto su tematiche importanti e che ci stanno a cuore - afferma Liliana Coppola, portavoce del gruppo Muschio Ribelle. Abbiamo creato uno spazio in cui tutti potevano venire e dire la propria. Abbiamo interagito con le istituizioni, ci siamo resi disponibili e comunicato quelle che erano le nostre intenzioni e non ci aspettavamo certamente questo. Pochi giorni fa avevamo mandato una mail con la quale confermavamo che il percorso partito due mesi fa, mostrava la volontà di tutta l'assemblea, di tutti i cittadini che sono stati qui, a portare avanti l'utilizzo civico di questo bene". Qui l'intervista completa e l'appello di Liliana Coppola.
Il Commissario del Libero Consorzio di Trapani, Anna Concetta Antinoro - Ha spiegato la decisione dello sgombero dell'ex ostello "Funtanazza", occupato abusivamente dal gruppo "Muschio Ribelle" dal 26 luglio 2024. Antinoro ha sottolineato che l'operazione, condotta nel rispetto della legalità, è stata necessaria dopo che il gruppo ha ignorato la richiesta ufficiale di lasciare l'immobile entro il 5 agosto. Il Commissario ha elogiato il Prefetto di Trapani e il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica per aver valutato attentamente la situazione. La dichiarazione del commissario Antinoro: "La decisione di procedere con lo sgombero è stata presa dopo che gli occupanti hanno ignorato la richiesta ufficiale di rilascio dell’immobile entro il 5 agosto 2024. L’architetto Falzone, dirigente tecnico del Libero Consorzio Comunale di Trapani ha precisato che l’irregolarità dell’occupazione è stata prontamente segnalata, e che gli occupanti avevano ricevuto l’opportunità di essere ascoltati in sedi istituzionali. Tuttavia, il gruppo ha continuato a occupare l’immobile e a inviare comunicazioni invitando a partecipare ad assemblee pubbliche organizzate nei locali occupati. L’immobile “La Funtanazza” è inserito nel Piano di valorizzazione e alienazione approvato con provvedimento n. 5/c del 29 marzo 2024, e la sua occupazione ha impedito al LCC di Trapani di proseguire con le attività pianificate per il recupero e la valorizzazione della struttura, tra cui la possibilità di visita da parte di potenziali concessionari. Il LCC di Trapani sottolinea come il comportamento del gruppo “Muschio Ribelle” sia stato contrario alle norme di civile convivenza. Sarebbe stato possibile avanzare le proprie istanze attraverso un dialogo con le istituzioni, senza ricorrere all’occupazione abusiva, o organizzare le proprie attività all’aperto. Inoltre, i locali sgomberati sono stati lasciati in condizioni peggiori rispetto a quando sono stati occupati, e i danni verranno quantificati e contestati agli occupanti. Con questo intervento, le istituzioni intendono riaffermare il principio di legalità e dare un segnale forte ai giovani, affinché comprendano l’importanza di agire nel rispetto delle regole e della democrazia“.
L'intervento del sindaco di Alcamo Domenico Surdi - Sullo sgombero della "Funtanazza" interviene il sindaco Domenico Surdi: “Pur non potendo certamente giustificare una azione contraria alle leggi, bisogna riconoscere che questa iniziativa ha acceso i riflettori sulla situazione di sostanziale abbandono in cui, da anni, versano i locali della “Funtanazza”, di proprietà del Libero Consorzio di Trapani”.
"Fin dall’inizio dell’occupazione – continua il sindaco – abbiamo instaurato un dialogo con il Movimento e ho promosso l’avvio di una interlocuzione tra gli occupanti e i rappresentanti istituzionali del Libero Consorzio di Trapani, ente proprietario e gestore del bene. Quanto accaduto oggi, seppur nell’incontestabile intento di ripristinare lo stato di diritto, lascia, comunque, sullo sfondo un tema politico caro a tutta la cittadinanza alcamese, molto legata a quei luoghi, che non può tollerare ulteriormente l’incuria e la mancanza di un’idea di gestione sostenibile di quell’immobile e dell’area della Riserva Naturale. Aldilà delle singole posizioni, credo che aver murato tutti gli accessi e le aperture di quell’immobile sia un segnale di “chiusura” che non fa certo bene alle nostre comunità. Auspico, pertanto, che nel rispetto dei ruoli, si riprenda subito il confronto in una cornice istituzionale con la responsabilizzazione di tutti gli attori interessati: dichiaro fin da adesso la disponibilità ad ospitare l’incontro in Comune”.
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