Fratelli d’Italia a Marsala, e non solo, è in totale corto circuito politico
Fratelli d’Italia a Marsala, e non solo, è in totale corto circuito politico. I due consiglieri di maggioranza, Lele Pugliese e Giancarlo Bonomo, dopo essere stati 4 anni in maggioranza, sponsorizzando eventi di ogni genere, intestandoseli, piazzando assessori in giunta - Giusi Piccione è proprio espressione di Bonomo - decidono adesso di tirare i remi in barca.
C’è in atto una spaccatura, dettata dal fatto che non esiste una linea politica ma più linee politiche. Oggi i due consiglieri pensano al dopo, sono proiettati alla campagna elettorale, pensano di bloccare l’ingresso del sindaco Massimo Grillo in Fratelli d’Italia (nessuno ha compreso che non lo bloccherà alcun personaggio della politica locale), pensano di pesare di più andando all’opposizione. Ma non c’era bisogno delle ultime schermaglie, avvenute e consumate negli ultimi giorni, per capire che i due consiglieri sono senza alcuna bussola se non quella personale, da mesi partecipando all’attività consiliare hanno tenuto comportamenti criticabili e che nulla hanno a che vedere con la politica del partito che si intende rappresentare. Ma entrambi, del resto, non provengono da scuola di partito ma da civismo camaleontico.
E allora prima ancora di tenere in Aula atteggiamenti non consoni al ruolo avrebbero dovuto chiedere le dimissioni dell’assessora Piccione, infine motivare perché hanno tenuto la maggioranza per 4 anni, con posizioni di rilievo in giunta e con eventi sponsorizzati dall’assessorato regionale al Turismo, a cominciare da quelli in pompa magna legati al kite surf allo Stagnone.
A questo comportamento si associa quello di un partito comunale che non riesce a mettere ordine, e ad uno provinciale che rimanda le decisioni Adesso si attendono i congressi comunali del 2025.
Ma la linea politica viene tracciata anche in assenza di congressi, anzi è proprio a questo che servono i ruoli di partito, se si è capace ad esercitarli.
Il problema vero è che ognuno rimane a tutelare una posizione personale e non di partito. Perché altrimenti i due consiglieri comunali dovrebbero spiegare alla città perché hanno tenuto 4 anni di posizioni di vantaggio e (solo) adesso vogliono staccare la spina. Non si chiama nemmeno correttezza istituzionale ma onestà intellettuale.
Certo, hanno le mani più libere perchè entrambi fanno capo a Nicola Catania, che non essendo più deputato in ARS, naviga da politico e non da deputato.
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