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09/03/2025 06:00:00

Premio Emanuela Loi: tre storie di coraggio e passione premiate a Trapani

 Il 7 marzo a Trapani l’istituto Nova Civitas, presieduto da Livio Marrocco, ha presentato la prima edizione del Premio Emanuela Loi, dedicato all'agente di scorta di Paolo Borsellino morta nell'attentato di via D'Amelio.
Tre storie raccontate che diventando eccellenze nelle loro professioni ma pure esempio valoriale.

Tante parti, una sola passione
Antonietta Foderà è stata ostetrica dal 1953 al 1990, ha fatto partorire molte donne a casa, nessun bambino le è morto tra le braccia. Si è raccontata con la stessa passione di quando ancora era in servizio, per strada viene riconosciuta da donne e uomini che ha visto nascere. Una passione per il proprio lavoro che l’ha portata a conoscere molte famiglie, ad essere punto di riferimento amorevole e anche attento, delicato, preciso. Antonietta ha raccontato quel che è stato, la sanità va avanti con innovazioni di cui oggi non si potrebbe fare a meno, ma ciò che sempre deve essere guida è il senso del servizio e lo slancio di passione, elementi che rendono un lavoro il punto di incontro tra senso del dovere e eccellenza.

La corsa contro il tempo
L’agente scelto Paola Iovino non immaginava nemmeno che la fine di un luglio rovente, del 2024, potesse diventare un pomeriggio di salvezza per un uomo che aveva avuto un incidente. La storia diffusamente se la ricordano in molti, un brutto scontro presso la SS115, un uomo perde un braccio, che viene subito dopo ritrovato da due poliziotti in servizio. Paola ha consentito, insieme al suo collega, e grazie ai sanitari dell’ospedale Abele Ajello di Mazara, all’uomo incidentato di avere riattaccato l’arto. Un normale servizio, espletato per la sicurezza del cittadino, si è trasformato in atto eroico e di vitale importanza.

Il coraggio di salvare il presente
Serenella Giglio è una insegnante, la sua storia ha commosso tutti i presenti.
Il compito degli adulti, in prima linea famiglia e scuola, è dotare le bambine di strumenti che le aiutino a crescere libere di essere e diventare donne consapevoli.
La storia di Viola è una storia di pedofilia, di una bambina che è stata abusata, per volontà della mamma che si prostituiva. Una condizione sociale fragile, di povertà.
Eppure Serenella da sola, senza l’aiuto della dirigente di allora, che evidentemente era molto preoccupata dell’apparire della scuola e non delle condizioni della bambina, ha deciso non solo di appurare tutto ma anche di denunciare. La bambina è stata sottratta all’orco che abusava di lei. Una storia che racconta il potente legame di fiducia e affetto che si crea quando due generazioni camminano per mano. Accogliendosi.

In questa cornice le tre storie si sono susseguite, non possiamo fare a meno di ricordare che il valore delle donne non è mai traguardo individuale, ma frutto di un cambiamento collettivo. Esempi che portano la società a migliorare e a crescere.