Presso la Biblioteca Fardelliana si è svolto un convegno incentrato sul crescente sviluppo degli impianti di energie rinnovabili nella provincia di Trapani. Al centro del dibattito, il timore che l’espansione incontrollata di pale eoliche e pannelli fotovoltaici possa causare danni al paesaggio, all’ambiente e al tessuto economico del territorio.
Durante l’incontro è emerso che l’attuale sviluppo delle rinnovabili nel trapanese potrebbe non rispettare pienamente i criteri di sostenibilità ambientale e pianificazione territoriale. Secondo quanto riferito, gli impianti già installati avrebbero superato i limiti previsti dalle normative, a causa della mancata individuazione da parte della Regione Sicilia delle aree ritenute idonee per tali installazioni. Tale inadempienza violerebbe quanto disposto dal decreto ministeriale del 21 giugno 2024, che imponeva alle regioni di completare questo processo entro 180 giorni, con il coinvolgimento delle amministrazioni comunali.
A esprimere particolare preoccupazione è stata l’associazione Codici Ambiente, che ha sottolineato il rischio che, in assenza di regole chiare, l’espansione delle rinnovabili possa favorire infiltrazioni da parte della criminalità organizzata. Il meccanismo ipotizzato riguarderebbe l’acquisto massiccio di terreni, anche agricoli, e lo sfruttamento economico degli impianti in assenza di adeguata sorveglianza.
Il sociologo Aurelio Angelini, docente all’Università di Palermo, ha aggiunto un ulteriore punto critico, parlando delle conseguenze ambientali e paesaggistiche a lungo termine, che potrebbero compromettere il benessere delle comunità locali e delle generazioni future.
Alla presenza di alcuni esponenti della politica regionale, tra cui i deputati Safina e Ruvolo, non sono state registrate dichiarazioni ufficiali circa eventuali azioni imminenti da parte del governo siciliano per affrontare la questione.
Codici Ambiente ha annunciato l’invio di una nota formale alla Regione Sicilia, al Ministero dell’Ambiente e al Presidente della Repubblica per sollecitare un intervento normativo. L’associazione ha anche dichiarato la propria adesione all’iniziativa del Comitato Cittadinanza Attiva di Castelvetrano, che denuncia una diffusione “eccessiva e senza regole” degli impianti nel territorio.