Ad elezioni provinciali chiuse il centrodestra è pronto a sedersi al tavolo per una riflessione seria, analizzando quello che è accaduto, soprattutto cercando anche di capire cosa dovranno fare su Marsala, città chiamata al voto tra un anno.
I candidati possono essere tanti ma ad oggi c’è già qualche passo indietro. Continua a lavorare incontrando più persone e anche professionisti Andreana Patti, preferirebbe non farsi etichettare di centrosinistra ma è sponsorizzata da quella parte politica, seppure poi magari si camufferanno di civismo. Del resto del Pd non c’è tratta, dovrebbero celebrare un congresso comunale ma sono più i malumori che i termini di unità. Un passo di lato pare abbia fatto Salvatore Ombra.
Marsala e l’alternativa a Grillo
Tutti sostengono di dover andare oltre l’attuale sindaco Massimo Grillo, lo dicono non gli oppositori a questa Amministrazione, ma esponenti della giunta. Quindi tanto bene non deve andare. Ma davvero c’è una alternativa politica che può essere messa in campo?
Eleonora Lo Curto ha dichiarato che non ci sta ad alleanze che poi risultano non essere leali e nemmeno trasparenti. Vuole vincere e amministrare.
Il centrodestra con chi potrebbe fronteggiare l’eventuale candidatura bis di Grillo e del centrosinistra? Potrebbe essere Paolo Ruggieri uno dei candidati, seppure pare non interessato a giocare da attaccante. E Fratelli d’Italia che farà? Intanto Grillo non è dello stesso partito di Giorgia Meloni, l’operazione non è andata a buon fine. La carta Renzo Carini non è giocabile, l’ex sindaco ha più volte detto di non essere interessato a una diretta discesa in campo. Suo figlio Francesco, giovane avvocato, transitato tra i meloniani, consulente di Gaetano Galvagno, potrebbe essere candidato al consiglio comunale ma è pure presto per dirlo.
E poi c’è Nicola Fici. Che ha consultato tutti i partiti. Ha discusso e dialogato con ogni dirigente, non ha mai preso una posizione, resta legato ad una ambizione ma nulla mette in campo per farla camminare autonomamente. Ha sbagliato finora tutte le mosse. Fratelli d’Italia avrebbe potuto lanciarlo come candidato sindaco, rientrando in quel rinnovamento generazionale, ma non ha mai voluto aderire al partito seppure era pronto ad accoglierne l’appoggio. E ora i meloniani guardano altrove.
Dentro Forza Italia non c’è spazio. Insomma si è incartato con la storia di un civismo che se, però, non ha l’apporto dei partiti rischia di fermarsi appena gira l’angolo.
Manca fondamentalmente il coraggio. Cioè la capacità di prendere una decisone netta, lasciandosi trascinare in alternanze di dialogo che portano solo confusione.
In questo grande calderone Enzo Sturiano potrebbe risultare l’unico adeguato a candidarsi sindaco. Dovrà solamente resettare lo schema del suo gruppo. Servono teste pensanti e cervelli attivi, presenza e sostanza. Meno poltrone riscaldate e più progettazione.