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18/12/2025 06:00:00

Marsala 2026. Il "patto dello stinco" tra Cateno De Luca e Nicola Fici

Tutto si muove a Marsala in vista delle amministrative del 2026: partiti che si uniscono, centrodestra in cerca di Stefano Pellegrino, liste civiche che chiedono convergenze. E cene che si consumano.

Martedì sera è toccato a Cateno De Luca, che ha definito l’incontro il “patto dello stinco”: una cena per fare alleanza con un candidato sindaco che non menziona, ma che è Nicola Fici.
Il giovane candidato sindaco ha già incassato il consenso di Forza Italia, con il segretario provinciale Toni Scilla, l’appoggio di Fratelli d’Italia con il provinciale Maurizio Miceli (con lui anche Nicola Catania e il deputato Beppe Bica), e poi ancora Noi Moderati, Grande Sicilia e la DC.

 

I nodi

Noi Moderati, la cui segretaria provinciale è Maria Pia Castiglione, dovrebbe fare una lista. Tuttavia, indiscrezioni raccontano che la lista potrebbe allestirla Ivan Gerardi, attuale assessore ai Lavori pubblici (con tessera di Forza Italia) del sindaco uscente Massimo Grillo.
Pare che l’impegno sia stato preso a Palermo tra Gerardi e lo stesso Saverio Romano, segretario nazionale del partito. Insomma, Gerardi con chi sta? Prima o poi dovrà uscire allo scoperto.

Altro nodo è quello della DC: riuscirà il vice coordinatore provinciale, nonché consigliere comunale e provinciale, Walter Alagna, a portare avanti un simbolo di partito che oggi genera più imbarazzo che consenso?

È anche vero che a settembre 2025, in un’affollata assemblea provinciale della DC tenutasi a Mazara del Vallo, il segretario provinciale Giacomo Scala, con Totò Cuffaro presente, aveva ribadito che la DC il suo candidato per Marsala ce l’aveva già, ed era proprio Fici.
In quell’assemblea erano presenti anche altri consiglieri comunali marsalesi, gli stessi che fin dalle prime ore hanno spinto la candidatura di Fici e hanno ragionato a Palermo con Cuffaro prima dello scandalo – oggi rimosso da tutti – del suo lancio.

Fici resta comunque un candidato civico, senza alcuna tessera di partito. Una grande manovra del centrodestra, che evidentemente sul territorio non ha alternative, altrimenti avrebbe attinto in casa propria.

Fratelli d’Italia, ora schiacciata dal peso della responsabilità di mantenere l’unità della coalizione, ha detto sì a Fici, tra moltissimi malumori interni che potrebbero tradursi in voto disgiunto.

E che c’entra Cateno De Luca con il centrodestra? È lo stesso De Luca che sta organizzando la sua candidatura a “Sindaco di Sicilia” per il 2027, in totale controtendenza con il centrodestra.

 

Fici, più sigle che programmi

Il candidato è un tessitore: cuce a destra, cuce a sinistra, prende al centro. Mette insieme, poi mescola, poi spacca, poi ricuce. Tutto e il suo contrario stanno lì con lui.
Stessa barca, stessi personaggi del 2020, cambia solo il nome del candidato sindaco.

Viene spontanea una domanda: perché ci si dovrebbe fidare e affidare la città a chi ha scelto di navigare con gli stessi “amici” del 2020 di Grillo?
Le richieste, legittime, di assessorati erano tali allora e tali restano oggi. Come dice il proverbio: il lupo perde il pelo ma non il vizio. Le mani sulla città le hanno messe allora e ci riprovano ora, cambiando solo il nome del candidato sindaco.

Perché Fici e non Eleonora Lo Curto? Perché Fici è una garanzia: è moderato, non va allo scontro, è malleabile. Altri candidati no. Ed ecco anche spiegati i mal di pancia su Salvatore Ombra.

 

Sturiano – Pellegrino

Il presidente del Consiglio comunale, Enzo Sturiano, adesso dovrà decidere: o lascia subito la giunta – perché farlo dopo sarebbe una ridicolaggine che tutta la città gli rinfaccerebbe – oppure continuerà a sostenere l’azione amministrativa di Grillo.

Sturiano potrebbe essere il candidato del centrodestra: tessera di partito in tasca (Forza Italia), capacità amministrativa e conoscenza della macchina burocratica.
Sturiano e Pellegrino non hanno mai partecipato al tavolo del centrodestra: il primo non ha un ruolo di partito, il secondo ha preferito attendere. Ora però quel tavolo è andato avanti e Sturiano, così come Pellegrino, non giocherebbero alcuna partita: arriverebbero da gregari, con un candidato non condiviso ma imposto da un tavolo a cui non hanno partecipato.

Una cosa è certa: Sturiano non farà mai il gregario di qualcuno. Si è costruito da solo. Ha chiesto che quel tavolo venisse azzerato per ricominciare da capo, ma la risposta è stata un secco no: “siamo andati troppo avanti”.

E allora quale mossa?
Potrebbe farla Grillo, su cui però il centrodestra non è affatto unito: fare un passo indietro per lanciare la candidatura di Sturiano, a cui molti consiglieri comunali difficilmente direbbero di no.