Non si placano le polemiche attorno al Parco Archeologico Lilibeo di Marsala e, in particolare, alla Plateia Aelia, l’antico viale che collegava la città al mare. Da settimane al centro del dibattito pubblico cittadino, la sua riapertura è oggi al centro di uno scontro tra cittadini, istituzioni politiche e direzione del Parco.
Tutto è partito dalla petizione lanciata da Ninny Aiuto, cittadino marsalese, che ha chiesto la riapertura del viale inaccessibile senza biglietto d’ingresso. «Non ho appartenenze politiche – ha scritto – ma ho sentito il dovere di proporre la riapertura dell’antico viale di Porta Nuova. La risposta della direttrice è stata inizialmente interlocutoria, poi si è tramutata in un secco no, annunciato alla stampa il giorno dopo l’incontro istituzionale». Aiuto denuncia inoltre il mancato coinvolgimento dei cittadini nella gestione del parco, l’incapacità di garantire una manutenzione minima, e accusa la direzione del Parco di incoerenza per aver affittato, nei pressi del viale, un’area per l’installazione di una grande struttura commerciale. «Il popolo deve starne fuori e, se possibile, anche lontano – scrive con amarezza – ma io andrò avanti, rilanciando la raccolta firme».
Sulla vicenda è intervenuta anche la deputata regionale del M5S Cristina Ciminnisi, che ha effettuato un sopralluogo nell’area e presentato un’interrogazione all’Ars. «Il parco, durante i ponti festivi di primavera, era in condizioni indegne – afferma – con recinzioni fatiscenti e strutture pericolanti. La questione non è personale, ma politica: la gestione attuale non risponde alle esigenze di Marsala». Secondo Ciminnisi, serve una visione diversa, che punti sulla valorizzazione e sulla fruizione pubblica: «L’archeologia non è un museo chiuso, ma un bene comune. La Plateia Aelia, simbolo di connessione tra città e mare, dovrebbe essere accessibile e vissuta». La deputata chiede maggiore dialogo e propone soluzioni concrete: accessi regolamentati, coinvolgimento di volontari e associazioni, controllo del territorio.
Infine, è arrivata anche la replica del Comune di Marsala, chiamato in causa dalla direttrice del Parco per presunti ritardi nei lavori di illuminazione del viale. L’architetto Rosa Gandolfo, dirigente del settore Lavori Pubblici, smentisce: «Nessun ritardo è imputabile al Comune. Al contrario, è stata la direttrice a richiedere una revisione del progetto già approvato e appaltato, con nuove opere non previste come il rifacimento di un muro di 86 metri, che rischiano di compromettere i tempi dell’intervento». Il Comune ribadisce la volontà di collaborare e portare avanti i lavori nel rispetto degli impegni assunti.