Avvio lento per il congresso regionale del Partito Democratico, il commissario Nico Stumpo sta gestendo una fase delicata, che ha visto lo scontro e la contrapposizione forte tra più di due correnti. Niente candidature, il partito fa i conti con le troppe tensioni interne.
L’uscente Anthony Barbagallo, area Elly Schlein, è pronto a tornare a guidare i dem in Sicilia, scommettere sul nuovo corso che porta dritto agli appuntamenti elettorali delle elezioni regionali e nazionali del 2027.
A votare saranno solo i tesserati entro il 31 dicembre del 2024. Comunque è certo che non si passerà da un congresso unitario.
In campo Cracolici
Il presidente della Commissione antimafia all’ARS, Antonello Cracolici ha scelto di dare la sua disponibilità a correre per la segreteria regionale. Una candidatura che ha direttamente consegnato alla segretaria nazionale Elly Schlein, un messaggio whatsapp con cui pure comunicava che i dem in Sicilia sono pronti allo scontro e che il partito è lacerato. In un quadro frammentato e senza unità di intenti Cracolici è disposto a fare la sua parte, qualora invece si dovesse arrivare ad soluzione condivisa lo stesso deputato deciderebbe di fare un passo indietro per farne fare in avanti a tutto il partito.
I sostenitori
Una mossa quella di Cracolici inattesa anche per Barbagallo, il presidente antimafia nel campo progressista lo è da sempre, ha fondato circoli e ha amici in tutte le province. A sostenerlo in questa sua corsa c’è Peppino Lupo, attuale eurodeputato, e Michele Catanzaro, capogruppo dem all’ARS.
Cosa succede a Trapani
Ci sono state delle riunioni, cercando di trovare una quadra su un congresso se non unitario quantomeno non divisivo. Non è in campo l’uscente segretario provinciale Domenico Venuti.
A Marsala, dove le anime sono davvero tante e le contrapposizioni ancora di più, con un partito commissariato da mesi, il lavoro è difficile. Vorrebbero provare a giocare la carta del congresso unitario ma questo significherà anche gettare lo sguardo alle amministrative del 2026. Le scorse elezioni sono state un disastro per il Pd, una lista che non ha eletto alcun consigliere, con liste civiche create da esponenti dem che poi però non hanno visto scattare il 5%. Oggi il partito è dilaniato e bisognerà ricucire tutti gli strappi.