Cosa fare quando mamma e papà litigano?
È una sensazione che da piccoli tutti abbiamo provato. E chissà, è la stessa che prova in queste ore Emanuele Barbara, assessore allo Sport del Comune di Trapani, vicinissimo a Valerio Antonini e fedelissimo del sindaco Tranchida. La guerra tra i due lo mette nel mezzo, nel posto più scomodo. E Barbara, poveretto, cerca di fare da pompiere. Anche se – come sussurrano in tanti a Trapani – Antonini per le prossime amministrative punterebbe proprio su di lui.
In una lunga dichiarazione Barbara prova a separare i ruoli, calmare gli animi e – tra una citazione e l’altra – lancia anche un messaggio: “Le corde a furia di tirarle si spezzano. È la natura, non si può fermarla”.
Poi ricorda il suo unico obiettivo: “Far vincere Trapani, ovunque e comunque”, e auspica un chiarimento, un ritorno alla calma. Il messaggio è chiaro: non roviniamo tutto per un litigio.
Oddo: “Tranchida è stato il primo complice di questo sistema”
Chi non usa giri di parole è Nino Oddo, socialista trapanese di lungo corso. Per lui la dichiarazione di Tranchida contro Antonini è “scomposta e allarmante”. Oddo ricorda che fino a ieri il Sindaco e il suo assessore “cavalcavano entusiasti” l’arrivo di Antonini, pronto a investire soldi propri – evento raro, dice – in una terra abituata a chi viene solo per intercettare fondi pubblici.
E allora, si chiede Oddo, come si concilia tutto questo con l’attacco feroce di queste ore? Ricorda con sarcasmo la pioggia nel Palazzetto, ora sede di partite scudetto, e accusa Tranchida di aver cambiato versione solo perché qualcosa si è rotto: “L’unica tv locale non va più bene perché adesso si fanno confronti e non più monologhi”.
Infine, il suo auspicio: che l’esperienza Antonini duri a lungo, perché – dice – è forse l’unica speranza che Trapani ha per non restare sempre in fondo alle classifiche sulla qualità della vita.
Mazzeo: “Serve responsabilità istituzionale”
Più istituzionale il tono del Presidente del Consiglio Comunale Alberto Mazzeo, che lancia un appello al dialogo. Invita tutti – sindaco, imprenditore, direttori tv – a moderare i toni, a recuperare spirito di collaborazione e rispetto reciproco. Le divisioni, dice, “non giovano alla comunità e alimentano solo confusione e tensione”. E assicura la disponibilità del Consiglio a farsi garante di un clima nuovo, pacato, responsabile.
Fileccia: “Ha fatto più Antonini in due anni che Tranchida in sette”
Poi c’è Tore Fileccia, consigliere di opposizione, che affonda il colpo: “A qualcuno dà fastidio la felicità?”. Secondo lui, Tranchida non sopporta che qualcun altro – Antonini – sia diventato centrale, amato, protagonista.
Ricorda le tante occasioni in cui il Sindaco si è servito della visibilità di Antonini e ora, d’improvviso, ne prende le distanze.
“Antonini avrà pure un carattere particolare, ma ha fatto più lui in due anni che Tranchida in sette”, scrive Fileccia. E chiude con un’amarezza: “Peccato non si possa presentare una mozione di sfiducia prima dei 30 mesi di mandato...”.
A rendere tutto più surreale, ci ha pensato Telesud, la tv locale di proprietà dello stesso Antonini.
Ieri sera, in diretta, è andato in onda un lungo e accanito faccia a faccia tra i due protagonisti della faida: Tranchida e Antonini, insieme, uno di fronte all’altro, con il giornalista di Antonini a fare da "arbitro".
Che dire? È stato un momento di bassissima televisione, un mix tra consiglio comunale e “Uomini e Donne”, dove il pubblico interesse è stato piegato alla bagarre privata, tra accuse, recriminazioni, e frecciate personali.
Un scontro totale, che parte dalla Cittadella dello Sport – impossibile da realizzare, al momento, perché su area demaniale – passa per le polemiche sul Palazzetto, e arriva fino alla richiesta di rendicontazione per la gestione dell’impianto sportivo, ora affidato alla società granata.
Antonini accusa Tranchida di averlo usato in campagna elettorale nel 2023. Aggiunge: “Ho investito 3 milioni di euro nel Palazzetto per metterlo a norma. E ora si fa la guerra sull’impianto di aria condizionata”.
Tranchida replica che quella è manutenzione straordinaria, e che non è prevista dalla convenzione. Ma apre: “Valuteremo se si può fare con un nuovo accordo”.
In mezzo, l’ammissione di entrambi: ci siamo sostenuti, poi qualcosa si è rotto. Tranchida dice: “La città è parte lesa di scelte imposte dall’alto, ora andremo avanti su un’altra area”.
Antonini: “Sono l’unico imprenditore che ha fatto qualcosa, ma ora valuto altre opzioni”.
Uno spettacolo che non ha chiarito nulla, se non che il livello del confronto pubblico in città è sceso sotto il livello del mare. E che certi nodi, prima o poi, vengono al pettine. In diretta.