Come spesso avviene in quella via, quel possessore di locale a piano terra, per essere sicuro che nelle successive ore potesse entrare e uscire, mise una transenna trasversale sul tratto di fronte. Per quel pomeriggio aveva invitato parenti e amici per festeggiare i cinquant’anni di onorato matrimonio. Aveva bisogno di quel tratto pubblico libero per le necessità familiari.
Altre volte aveva fatto così per precedenti anniversari e ricorrenze e tutto era andato bene. I vigili non ci avrebbero fatto caso, se per caso fossero passati, avendo ben altre e maggiori occupazioni di suolo pubblico da gestire senza riuscirci. Poiché il frontista teneva conto dei suoi particolari interessi e non badava a festività o ricorrenze che non fossero le sue proprie, non tenne conto che quel pomeriggio sarebbe da là passato il plotone dei bersaglieri, come da programma ampiamente pubblicizzato con manifesti sui luoghi delle affissioni. Il nostro uomo non badava ai manifesti, da quando gli era successo di andare a una programmata manifestazione a Piazza della Vittoria, e, essendoci andato, aveva trovato la piazza deserta, avendo letto il manifesto vecchio di un anno, ancora affisso.
Non avendo letto il nuovo manifesto sul Raduno dei Bersaglieri di maggio 2025, tranquillamente attendeva l’ora convenuta dell’arrivo delle teglie dalla rinomata pasticceria e rosticceria di De Gaetano. Avendo predisposto il libero ingresso al suo locale, non doveva fare altro che aspettare l’arrivo del furgone del fornitore, che era concordato per le 18, mentre il passaggio dei bersaglieri, secondo programma da lui non letto, era previsto mezz’ora prima. Difatti, alle 17,30, puntuali come sempre, in pace e in guerra, e sempre di corsa, nelle avanzate e nelle fughe, i gloriosi bersaglieri, preannunciati da suoni di oricalchi, spuntarono dalla curva, con provenienza da Porta Mazara. Si chiama ancora Porta Mazara, ma la porta non c’è più, essendo stata trafugata, alla fine dell’Ottocento, nel parco della villa di un amministratore comunale del tempo. Ma questo è un altro discorso.
Il plotone di Bersaglieri sopraggiungeva di corsa, con le penne del berretto al vento. Forse per la visione traviata dalle penne, i due bersaglieri di destra, della prima fila costituita da quattro unità, inciamparono nell’imprevisto e non visto ostacolo di traverso. Cadendo a terra, come per aver subito uno sgambetto, causarono la caduta in successione di tutti i militi di destra.
Chi era affacciato sui balconi e terrazzi delle case, poté vedere, dall’alto, il perfetto ordine delle cadute. Nella fila di destra tutti doloranti a terra a due a due. Restava indenne e intatta la fila di sinistra, che, frastornata dall’ improvvisa scomparsa delle piume dei compagni all’altezza della loro testa, furono presi dal timore, e alcuni dal terrore che qualcosa di grave fosse accaduto, una trappola terroristica o un attentato. Con dietro – front precipitoso, ma regolamentare, furono visti dall’alto ripercorre al contrario il percorso, che venendo avevano fatto. Ma, tornando di corsa, come sempre i bersaglieri fanno, verso Porta Mazara e non trovandola, per quel trafugamento di fine Ottocento, proseguirono sempre di corsa e arrivarono in pochi minuti alla stazione ferroviaria, dove salirono sul primo treno, che per fortuna partiva in quel momento con le solite tre ore di ritardo. Saliti ansanti sul treno, si considerarono salvi. E lo furono davvero, se si pensa che i loro commilitoni, per la caduta, furono ricoverati al locale nosocomio.
Da quell’anno, nessun raduno di bersaglieri o di nuove e vecchie glorie fu fatto in città. La notizia dell’improvvida caduta dei bersaglieri a Marsala fece il giro del Web e i memi di Tic – Toc non si contarono più. Nessuna associazione di combattenti ed ex combattenti, ong, e volontari si sono sentiti di rischiare la metà dei loro partecipanti.
Leonardo Agate