La sicurezza torna con forza al centro dell’agenda politica campobellese, grazie all’intervento del Movimento Civico Cambia-Menti, guidato da Francesco Passanante. Attraverso un post sulla pagina ufficiale del movimento, Passanante solleva un’accusa chiara: in questi anni, sul fronte della sicurezza, si è assistito soltanto a passerelle e proclami, senza alcun risultato tangibile.
Nel suo intervento, Passanante denuncia la situazione critica del Corpo dei Vigili Urbani, ormai ridotto a sole nove unità operative, numero giudicato del tutto insufficiente per rispondere alle esigenze di controllo e presidio del territorio, comprese le frazioni di Campobello. A questa condizione – aggravata dallo stato di dissesto finanziario che impedisce nuove assunzioni tramite concorso – il movimento propone di reagire con misure immediate e praticabili.
Tra le azioni proposte c’è l’ipotesi di rafforzare l’organico attraverso la mobilità interna del personale e, laddove possibile, procedere con l’assunzione di vigili urbani stagionali, seguendo l’esempio già sperimentato con successo in realtà come Castellammare del Golfo o Marsala. Il piano comprende anche l’attivazione di presìdi sul territorio in orari e zone sensibili, affidati a realtà associative d’arma, che potrebbero offrire un supporto qualificato e coordinato. Infine, Cambia-Menti intende formalizzare una richiesta al Prefetto per l’attivazione del dispositivo nazionale Strade Sicure, che consentirebbe di avere pattugliamenti costanti – appiedati o motorizzati – nell’intero territorio comunale, senza oneri a carico del bilancio locale.
Passanante conclude l’intervento con un messaggio diretto: “Non possiamo più permetterci l’indifferenza. La sicurezza non è un favore, è un diritto”. Un monito che suona come un appello alla cittadinanza e come un richiamo alle istituzioni locali, affinché si passi finalmente dalle parole ai fatti.
In un contesto dove la percezione di insicurezza cresce, le proposte del Movimento Cambia-Menti pongono con decisione la questione sul tavolo del confronto politico.
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Movida violenta, le richieste di Campobello Nuova - Con l’arrivo della bella stagione, puntuale come ogni anno, si ripresenta un fenomeno che sta assumendo contorni sempre più preoccupanti: la cosiddetta “movida selvaggia”. Risse tra adolescenti, episodi di microcriminalità, consumo e spaccio di sostanze stupefacenti stanno trasformando le località turistiche del trapanese in vere e proprie zone franche, dove l’assenza di controllo istituzionale rischia di mettere seriamente in pericolo la sicurezza pubblica.
Lo scorso 9 maggio, a Tre Fontane, si è verificato l’ennesimo episodio di violenza giovanile, un fatto che – come sottolinea il movimento civico Campobello Nuova – non rappresenta un’eccezione, ma la norma. Situazioni analoghe si verificano ormai con allarmante frequenza in tutta la provincia di Trapani, rendendo urgente un intervento deciso e strutturato da parte delle istituzioni.
"Non si tratta di un’emergenza nata oggi – afferma il segretario del movimento, Dott. Mauro Stallone – ma di una questione che si trascina da anni, senza che siano mai state adottate misure concrete ed efficaci. Siamo stanchi di denunciare il problema senza che nulla cambi. Serve una risposta forte, coordinata e soprattutto immediata".
Alla base del disagio, secondo Campobello Nuova, vi è una cronica carenza di controlli e pattugliamenti: una sola pattuglia di Carabinieri e una sola dei Vigili Urbani non possono bastare per garantire l’ordine pubblico in territori estesi come quelli di Campobello di Mazara, Tre Fontane e Torretta Granitola.
Per questo motivo, il movimento rilancia una proposta già presentata in passato: l’attivazione dell’Operazione “Strade Sicure”, con l’impiego dell’Esercito Italiano a supporto delle forze dell’ordine locali. Tale operazione, già attiva in altre province italiane classificate come “zone sensibili”, consentirebbe ai militari – dotati della qualifica di agenti di pubblica sicurezza – di affiancare Polizia e Carabinieri nel controllo del territorio, aumentando la presenza visibile dello Stato e scoraggiando comportamenti violenti o illegali.
"Non chiediamo militarizzazione, ma protezione – continua Stallone –. I cittadini devono poter vivere le serate estive in serenità, uscire con amici e famiglie senza temere di imbattersi in risse o scene di degrado. La presenza dell’Esercito sarebbe un segnale forte: lo Stato è presente, e non abbandona i suoi cittadini".
Il movimento sottolinea che questa non è una battaglia campanilistica, ma una questione di sicurezza per tutta la provincia. Chiede quindi un incontro urgente con il Prefetto e un’azione coordinata tra tutte le amministrazioni locali affinché la stagione estiva 2025 non si trasformi nell’ennesimo bollettino di violenza giovanile e degrado sociale.