A poco più di due anni dall'elezione a furor di popolo, la parabola del sindaco di Misiliscemi Salvatore Tallarita è giunta a un bivio. Da alcune settimane l'Amministrazione non ha più la maggioranza in Consiglio comunale. Lo strappo si è consumato alla vigilia di Pasqua, nel silenzio generale, con l'attenzione di tutta la politica puntata sulle imminenti elezioni per il Libero Consorzio comunale. Nel corso della seduta del 17 aprile, la presidente del Consiglio Michela Di Gaetano ha annunciato, a sorpresa, la decisione di abbandonare la maggioranza e il Movimento "Progetto Comune". Una scelta non solitaria, condivisa anche da altri due consiglieri, Antonio Russo e Salvatore Reina.
Le motivazioni dello strappo sono state illustrate in aula dalla stessa presidente, che non ha mancato di avanzare durissime critiche al sindaco e agli ex compagni della maggioranza, accusandoli di avere tradito i valori di comunità e condivisione, elementi fondanti del movimento che ha triofato nelle elezioni amministrative del 2022, le prime del Comune di Misiliscemi. "La mia esperienza, all'interno del gruppo consiliare, non è stata fatta né di condivisione, né di confronto, né di progetti da realizzare insieme", ha detto la presidente. "La mia esperienza, invece, parla di una continua e costante mancanza di comunicazione, di una totale assenza di condivisione delle idee e, conseguzialmente, dei progetti, e di mancanza di rispetto dei ruoli istituzionali. Ho vissuto in una realtà dove il grande amore per la propria terra e la grande visione per il futuro non si sono mai tradotte nella capacità concreta di unire forze per un obiettivo comune, facendomi dubitare del fatto che il bene di Misiliscemi potesse essere veramene l'obiettivo. Ho vissuto in una realtà in cui chi fa qualcosa per questo territorio è più importante del cosa si fa per Misiliscemi, dove si pensa più ad attribuirsi i meriti di un progetto che realizzarlo concretamente e metterlo al servizio della comunità".
Di Gaetano ha denunciato un tentativo di isolarla e di metterla ai margini: "Nonostante le tante difficoltà - ha puntualizzato nel corso del suo intervento in aula -, ho sempre lavorato al servizio di questo territorio. Ho cercato confronti politici che si sono tradotti in progetti e finanziamenti. Ho cercato dialogo con le varie forze politiche, dentro e fuori da questo consesso. Ho concretamente predisposto atti, proposte, regolamenti, come gli assessori di questa Giunta, eppure nel mio caso non è stato sufficiente. Oggi mi vedo costretta a prendere atto di quella modalità relazionale, che il sindaco ha messo in atto nei miei confronti sin dai primi giorni di questa avventura politica". Parole durissime che rappresentano una vera e propria bocciatura per Tallarita.
Per capire come si è arrivati a questo strappo bisogna ripercorrere gli ultimi due anni. Dopo un'elezione trionfale con oltre il 70 per cento dei voti, il sindaco di Misiliscemi ha progressivamente perso smalto e consensi. Forte dei risultati elettorali e di una base attiva e partecipe, Tallarita ha avuto all'inizio una vita facile in Consiglio comunale. L'opposizione si è subito sfladata. Il dottore Giuseppe Peralta, che ha sfidato Tallarita nella corsa per la carica di sindaco, si è dichiarato indipendente scegliendo un percorso autonomo rispetto ai tre compagni dell'opposizione. Che il progetto della sua coalizione non lo convincesse, lo si era intuito in realtà già durante la stessa campagna elettorale. Nel corso di un confronto televisivo con l'avversario, Peralta dichiarò che se non fosse stato candidato sindaco, anche lui avrebbe votato per Tallarita. Ma dopo i primi mesi, il clima attorno alla nuova Amministrazione ha iniziato a guastarsi. Le difficoltà e le problematiche si sono rivelate più difficili del previsto. La gente ha iniziato a lamentarsi, prima sommessamente, poi sempre più forte. Tallarita, poco propenso ad accettare le critiche, è andato dritto per la sua strada. Uno sfilacciamento progressivo che è sfociato ora in uno strappo politico dagli sviluppi imprevedibili.
La rottura con il presidente e i due consiglieri comunali rappresenta per l'Amministrazione un grosso problema. Non solo perché tra i fuoriusciti c'è la presidente del Consiglio, seconda carica istituzionale del Comune, ma anche per il peso elettorale dei dissidenti. Nelle elezioni amministrative del 2022, Michela Di Gaetano risultò la più votata, con 1.064 voti. Antonio Russo e Salvatore Reina ottenero rispettivamente 529 e 383 consensi. Un contributo forte, fondamentale per la vittoria di Tallarita.
Il vero pericolo per il sindaco, al momento, non è però rappresentato dal consenso popolare. Le elezioni sono ancora lontane. Le possibile insidie sono in Consiglio comunale. Tallarita può contare ora solo su cinque consiglieri su un totale di dodici. Numeri non sufficienti per governare. Di Gaetano, Russo e Reina hanno dichiarato che faranno un'opposizione costruttiva. Valuteranno di volta in volta gli atti e se votarli, ma la situazione potrebbe in futuro precipitare.
Per rendere chiaro il quadro basta citare un precedente, risalente a pochi mesi fa nelle Egadi, proprio di fronte il nuovo Comune di Misiliscemi. Nel dicembre del 2023 la presidente del Consiglio comunale Emanuela Serra e due consiglieri, Giuseppe Nicolò Bannino e Antonella Armetta, decisero di abbandonare la maggioranza. Stesse critiche al sindaco Francesco Forgione, stessa linea, con i tre pronti a fare opposizione costruttiva, salvo pochi mesi dopo ripensarci e firmare una mozione di sfiducia insieme con i consiglieri dell'opposizione. L'atto non passò per un voto. Dopo la fuoriuscita dalla maggioranza di un altro consigliere, Pietro Giangrasso, all'inizio di quest'anno la mozione è stata ripresentata. Risultato: sindaco sfiduciato. Commissariamento e nuove elezioni. Il rischio per Tallarita al momento sembra lontano. I numeri per la mozione non ci sono. Il gruppo di opposizione si è recentemente sciolto e tutti i consiglieri si sono dichiarati indipendenti. Si vocifera di possibili percorsi autonomi, ma anche di una eventuale alleanza di una parte con i dissidenti della maggioranza. Per fare cosa? Un'intesa per iniziare a costruire un'alternativa a Tallarita e alla sua Amministrazione? È ancora presto per dirlo, ma il sindaco è avvisato. Forgione docet.