Un omicidio efferato, un corpo bruciato, una pista che si muove tra usura e presunti ricatti sessuali. È un contesto oscuro e inquietante quello che sta emergendo dalle indagini sull’assassinio di Antonino Arculeo, 72 anni, di Partinico, il cui corpo è stato ritrovato carbonizzato nella zona di Acquedolci, ad Alcamo, in provincia di Trapani.
La scomparsa dell’uomo era stata denunciata dai familiari pochi giorni dopo che si era allontanato da casa, lo scorso 7 maggio. Le ricerche si sono concluse con una scoperta macabra: il cadavere dell’anziano è stato rinvenuto con evidenti ferite da arma da taglio e segni di combustione, a conferma della volontà di cancellare le tracce di un omicidio premeditato e violento.
La Procura di Palermo, che ha condotto le prime fasi dell’inchiesta prima del passaggio di competenza a Trapani, ha fermato due uomini: Gioacchino Leto, 35 anni, e Dario Milana, 47 anni, entrambi residenti a Partinico. A indicare il luogo in cui si trovava il corpo è stato proprio Leto, che ha accusato Milana del delitto. Di fronte al pubblico ministero Francesca Mazzocco, però, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Milana, dal canto suo, ha negato ogni coinvolgimento, dichiarando di non conoscere nemmeno Leto.
A indagare è la Squadra Mobile di Palermo che ipotizza uno scenario fatto di prestiti a tassi usurari e richieste di pagamento in natura. Un contesto torbido che potrebbe aver alimentato tensioni, pretese e ricatti, fino alla brutale esecuzione dell’anziano.
Al momento, gli investigatori non escludono alcuna pista e continuano a lavorare per chiarire il movente del delitto.