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16/05/2025 08:16:00

Chiesta la condanna a 12 anni per Andrea Bonafede: ritirava le ricette per Messina Denaro

La Procura generale di Palermo ha chiesto una condanna a 12 anni di reclusione per Andrea Bonafede (classe 1969), ex dipendente comunale di Campobello di Mazara, nel processo d'appello che lo vede imputato per presunta appartenenza a Cosa nostra. L’uomo, già condannato in primo grado a 6 anni e 8 mesi per favoreggiamento, è accusato di aver agevolato la latitanza di Matteo Messina Denaro occupandosi di ritirare e trasmettere ricette mediche necessarie alle cure del boss, malato di tumore.

Secondo gli inquirenti, Bonafede avrebbe avuto un ruolo ben più attivo e consapevole: non si sarebbe limitato a prestare un favore, ma avrebbe collaborato con il sistema mafioso. Le indagini hanno ricostruito oltre 140 ricette mediche gestite da lui, consegnate dallo studio del dottor Alfonso Tumbarello, medico personale del capomafia, anche lui arrestato.

Il nome Andrea Bonafede era già noto: è quello utilizzato da Messina Denaro durante la sua latitanza. Ma si tratta di un omonimo e parente dell’imputato, che ha sempre sostenuto di aver semplicemente aiutato il cugino, ignaro che dietro a quella richiesta di “discrezione” ci fosse in realtà il boss mafioso. Secondo la sua versione, avrebbe agito per riservatezza, convinto che si trattasse di un problema oncologico che il cugino voleva tenere nascosto alla famiglia.

Ma le dichiarazioni dell’imputato non hanno convinto la Procura, che già in primo grado aveva contestato l’articolo 416 bis, ovvero l'associazione mafiosa, accusa però non accolta dal gup Rosario Di Gioia, che optò per una condanna più lieve per favoreggiamento. Da qui il ricorso in appello e la nuova richiesta, quasi doppia rispetto alla pena precedente.

Bonafede sarebbe stato parte di una rete strutturata, con un compito preciso: garantire assistenza sanitaria al boss senza destare sospetti. Un ruolo, quello del “postino” sanitario, che secondo l’accusa denota una piena consapevolezza del contesto mafioso e non può essere ridotto a una semplice cortesia familiare. L’arresto di Bonafede è avvenuto a febbraio 2023, poche settimane dopo la cattura di Messina Denaro, avvenuta il 16 gennaio dello stesso anno.

La richiesta di condanna a 12 anni, presentata dal sostituto procuratore generale Carlo Marzella, punta dunque a far riconoscere l’appartenenza piena di Bonafede a Cosa nostra, alla luce del suo ruolo funzionale alla sopravvivenza del boss in clandestinità.