Avviato nel marzo 2024 con alcune eccezioni preliminari difensive, stenta a decollare, davanti il giudice monocratico del Tribunale di Marsala, il processo che per omicidio
colposo in concorso vede imputati dodici medici che all’epoca dei fatti (giugno 2019) erano in servizio all’Ospedale di Castelvetrano. Il caso è quello relativo alla morte dell’insegnante salemitano Francesco Carbonello.
A distanza di oltre un anno dalla prima udienza, il processo non è ancora entrato nel vivo. E nell’ultima udienza è stato rinviato al prossimo 11 luglio per ascoltare i primi due testi del pm, due fratelli della vittima. Insomma, il processo va per le lunghe. Imputati sono i medici Antonino Lo Sciuto, Angelo Maria Patti, Amedeo Musiari Brunone, Carmelo De Bilio, Giuseppe Gioia, Gaetano Furgiuele, Antonio Tavormina, Paola Acquaro, Alessandro Traficante, Alberto Allotta, Domenico Vitale e Maurizio Di Piazza. Parti civili sono un fratello e tre sorelle dell’insegnante, deceduto, all’età di 55 anni, il 19 giugno 2019. Ad assistere tre di loro è
l’avvocato Francesco Salvo, l’altro invece il collega Marco Romanelli.
Questi i fatti: nel giugno 2019, Carbonello venne ricoverato nel reparto di medicina dell’ospedale di Castelvetrano per un attacco di colite acuta. Ma dopo oltre 10 giorni di ricovero le sue condizioni non accennavano a migliorare. Per questo, fu trasferito nel reparto di chirurgia dello stesso nosocomio, dove venne sottoposto a due interventi chirurgici. Ma dopo il secondo, vi fu il decesso. I familiari ebbero subito alcuni sospetti sulla morte del proprio congiunto e per questo sporsero la denuncia-querela contro
ignoti da cui è scaturito il procedimento penale. La Procura di Marsala dispose l’autopsia, dalla quale sarebbero emerse responsabilità a carico dei medici per i quali è stato disposto il processo.