A Selinunte sono stati abbattuti sei grandi pini. Erano quelli che sorgevano lungo il viale Pirro Marconi che, dall’ingresso del Parco archeologico di Selinunte, corre parallelo alla via Caboto fino al piazzale delle Metope.
Abbiamo incontrato il Direttore del Parco Felice Crescente, per fare chiarezza sui motivi di questa decisione e per farci illustrare la sua visione per il futuro del parco e del territorio circostante.
Perché ha fatto abbattere questi alberi?
Intanto, questi alberi erano abusivi. Sono stati piantati una trentina d’anni fa da chi aveva le bancarelle lì sotto, per farsi ombra. Erano dei Pini d’Aleppo che, piantati nel marciapiede (ricordiamoci che quello sarebbe dovuto essere un marciapiede), erano in contrasto con un’opera paesaggistica di valore, il progetto di Minissi e Porcinai, che originariamente prevedeva le rotonde come un avvicinamento alberato al parco.
Questi pini, oltre a non avere niente a che vedere con il nostro ambiente mediterraneo, presentano un problema specifico: con il caldo intenso, soprattutto se non sono in un terreno ricco e profondo, si disidratano, il legno perde consistenza e grossi rami possono spezzarsi e cadere improvvisamente... L’anno scorso, uno di questi rami è caduto davanti a un’attività. Un altro ramo di un’altra pianta che abbiamo dovuto togliere era già fessurato e pronto a spezzarsi. Senza contare le segnalazioni per gli autobus che non riuscivano più a passare. Oltre ad un possibile danneggiamento della fognatura, basta guardare un punto dove l’asfalto risulta sollevato.
Ha chiesto dei pareri prima di procedere all’abbattimento?
Certamente. Ho sentito la Forestale, che mi ha detto che, non essendo piante con specifiche norme di salvaguardia, se creano pericolo o fanno danno a opere pubbliche, la decisione spetta a noi. Ho anche chiesto al Comune una valutazione e abbiamo acquisito la perizia del dottor Croce che conferma che questi alberi potevano essere tolti perché pericolanti e dannosi.
Ma altri alberelli più piccoli, lungo lo stesso percorso, non sono stati tagliati…
E’ questione di tempo, saranno tagliati anche quelli, perché in convenzione con il Comune sono già iniziati i lavori per l’illuminazione di tutta la via e della piazza. È un progetto che prevede l’installazione di 13-14 lampioni. In ogni caso, il punto sta nel difendere il paesaggio dalle piante dannose.
Certo, è difficile accettare che per difendere il paesaggio si abbattano gli alberi, soprattutto in questo periodo dove la sensibilità è alta anche per motivi climatici.
Il mio è un approccio a lunga prospettiva. Ho in mente di fare un grande giardino mediterraneo dentro il parco. E stiamo anche sviluppando un progetto con la Croce Rossa e il Comune per collegare l’area verde al mare, una sorta di “villa a mare”, con accesso alla spiaggia. Anche perché queste spiagge qui sotto fanno parte del parco. Veda, noi curiamo le piante che vanno curate, come un lentisco che rischiava di aprirsi e che abbiamo stabilizzato. Ma quelle che fanno danno o non sono appropriate al contesto mediterraneo devono essere tolte. Non si possono piantare alberi a caso. Piante come il fico d’India, come quello vicino alla strada, sono pericolose per i turisti a causa delle spine che volano col vento.
Che mi dice invece della duna attorno al Parco? E’ stata aspramente criticata da un coro quasi unanime.
Prima di diventare direttore di questo parco, la criticavo anch’io. Ma ho cambiato idea. La duna è un progetto di grande spessore. Non verrà demolita. Stiamo lavorando a un progetto per completare l’opera originale di Porcinai, creando una passeggiata sulla duna, accessibile anche ai disabili, per poterla visitare pure la sera e ammirare il parco illuminato. È una barriera visiva ma soprattutto acustica fondamentale, perché assorbe il rumore esterno, rendendo questo parco unico al mondo per la sua quiete. Il turista apprezza molto il silenzio di questo posto.
A proposito di silenzio, il concerto di Mochakk, annunciato e già messo in vendita dalla FACE srls, per il 15 agosto sotto il Tempio E di Selinunte, non si farà. Lei ha detto di no, accompagnando questa scelta da un comunicato stampa molto duro. Ma, in passato, concerti simili sono sempre stati fatti. E poi, sembrava che ci fosse già un accordo col sindaco di Castelvetrano, Giovanni Lentini. Cosa è successo?
Questa tipologia di evento non rientra nell’offerta culturale del parco. Non è nel nostro interesse fare concerti di questo genere perché non sono congrui con il luogo. La legge consente ai comuni di utilizzare le aree dei parchi per attività per un massimo di cinque volte al mese. Il sindaco aveva proposto questo spettacolo, ma visto che il Comune non poteva concedere un’area pubblica per scopo di lucro, avremmo dovuto farlo noi. E se dovevamo farlo noi, come dicevo, non è un tipo di spettacolo che rientra nella nostra offerta culturale. L’anno scorso infatti non l’abbiamo fatto. Quest’anno non abbiamo mai dato alcuna autorizzazione, né la richiesta era stata formulata direttamente a noi. Queste società organizzano eventi e a volte vendono i biglietti senza avere le autorizzazioni. Già l’anno scorso, avevo chiarito di preferire spettacoli rivolti alle famiglie, ma non è servito. Si figuri che qui abbiamo vietato anche i DJ set nelle feste private. La nostra offerta culturale è diversa, come dimostra la stagione di eventi che partirà a luglio con musica classica, spettacoli teatrali, incontri con pensatori. È una scelta supportata dal mio assessore e dal presidente della Regione. Credo che questa presa di posizione metterà un punto fermo per il futuro. E non solo a Selinunte.
Non bisogna dimenticare che questo parco archeologico è un centro di ricerca archeologica di primaria importanza, con la più alta densità di gruppi di ricerca a livello mondiale e convenzioni con 16 istituzioni accademiche di ricerca da tutto il mondo. Stiamo riportando alla luce scoperte importanti, come l’antica porta nord e le mura di fortificazione. Stiamo restaurando reperti, e tra un po’ inaugureremo la biblioteca del professor Tusa, con 6500 volumi.
Egidio Morici