Pene più severe di quelle invocate dal pubblico ministero sono state inflitte dal giudice monocratico del Tribunale di Marsala Massimiliano Alagna nel processo che ha visto imputate tre persone per una storia di litigi, denunce e soprattutto colpi d’arma da fuoco contro un’auto e, pare, anche contro una finestra di un appartamento, che ha avuto come teatro il quartiere popolare di Amabilina.
Gli spari il 7 maggio del 2023. L’auto presa di mira è stata quella del 40enne pregiudicato marsalese Daniele Crimi, come pure l’alloggio popolare al quarto piano contro la cui finestra sarebbe stata diretta la fucilata.
Per questa vicenda, ieri pomeriggio, sono stati condannati il 49enne Giuseppe Zichittella, al quale il giudice ha inflitto tre anni e 8 mesi di carcere, e al 24enne Mattia Benito Zichittella (tre anni e 8 mesi), e il 23enne Samuele Maggio (un anno e sette mesi). Il primo è difeso dall’avvocato Giacomo Frazzitta, mentre il secondo e il terzo rispettivamente dagli avvocati Luigi Pipitone e Alessandro Casano.
Al termine della requisitoria, il pm aveva chiesto due anni e mezzo di reclusione per i due Zichittella e un anno e 4 mesi per Maggio. I loro legali invece, avevano chiesto l’assoluzione dall’accusa di stalking e sollecitato il giudice a trasmettere gli atti d’udienza in Procura per procedere per calunnia e falsa testimonianza contro Daniele Crimi e la moglie Caterina La Placa.
Nelle loro arringhe, infatti, gli avvocati difensori hanno affermato che la coppia ha accusato Samuele Maggio e Mattia Benito Zichittella ingiustamente di avere sparato contro la loro auto il 7 maggio 2023 ad Amabilina pur sapendoli innocenti. Argomentazioni che non hanno fatto breccia.