Spaventata dalle polemiche che già stavano per montare, l’assessore regionale Nuccia Albano, nel tardo pomeriggio di ieri, ha subito rinunciato all’incarico di consulente medico legale della difesa nel processo, in corso davanti il Tribunale di Marsala, al dottor Alfonso Tumbarello, ex medico di base di Campobello di Mazara, processato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e falso in atti pubblici per avere redatto numerosi certificati medici a nome di “Bonafede Andrea” per consentire al boss Matteo Messina Denaro, deceduto a L’Aquila per un tumore al colon il 25 settembre 2023, di potersi curare con una falsa identità.
“Negli anni in cui ho lavorato presso l'istituto di medina legale al Policlinico di Palermo – ha dichiarato Nuccia Albano - ho conosciuto il dottore Tumbarello, in qualità di specializzando in medicina legale; dopo la sua specializzazione l'ho incontrato negli anni solo 3-4 volte in occasione di convegni. Il figlio, che è medico, nei giorni scorsi mi ha chiesto di volersi avvalere della mia consulenza e per una questione di colleganza avevo accettato ma, vista l’enfatizzazione della vicenda e l’ennesimo tentativo di strumentalizzare vicende familiari già ampiamente chiarite, ho rinunciato all’incarico”.
L’assessore regionale alla Famiglia e alle Politiche sociali e del lavoro nella giunta Schifani non ha ancora dimenticato il polverone e le polemiche sollevate quando venne fuori la notizia che il padre era stato condannato per mafia. “Inimmaginabile che non l’avesse fatto”, il passo indietro, ha poi commentato il presidente della Regione, Renato Schifani. Poco prima della rinuncia all’incarico di consulente medico legale difensivo, appena la notizia della sua nomina da parte degli avvocati
Sbacchi e Pantaleo.
“Nuccia Albano ricopre un ruolo istituzionale – aveva subito affermato Antony Barbagallo, segretario regionale del PD - per il quale non ci possono essere situazioni ambigue, che si possono prestare all’equivoco se non alla polemica. Pur essendo un valente medico legale - che in passato ha lavorato a stretto contatto con il professore Paolo Giaccone ed avendo dovuto anche presenziare all’autopsia di Giovanni Falcone e Francesca Morvillo - ritengo che lei non possa accettare di essere consulente di un indagato arrestato con l’accusa di essere un favoreggiatore del boss Matteo Messina Denaro. Si tratta di una questione etica ma anche di opportunità. In alcuni casi, quelli di mafia in particolare, bisogna decidere in maniera netta, senza se e senza ma per non danneggiare l’immagine e il prestigio del ruolo di assessore nel governo della Regione Siciliana”.