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30/05/2025 16:30:00

14 anni di carcere per Andrea Bonafede. Messina Denaro usava la sua identità

Condanna definitiva per Andrea Bonafede, il geometra di Campobello di Mazara che ha prestato l’identità a Matteo Messina Denaro, il superlatitante di Cosa nostra arrestato nel gennaio 2023 dopo trent’anni di latitanza.

La Corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado, condannandolo a 14 anni di carcere, riconoscendo Bonafede colpevole di associazione mafiosa e concorso in falso. Il suo nome è legato in modo indissolubile alla cattura del capomafia, avvenuta proprio grazie alla scoperta dell’identità falsa usata per le cure oncologiche a Palermo. Messina Denaro era infatti in cura per un tumore e si faceva curare sotto falso nome: quello, appunto, del geometra.

Una copertura totale
Arrestato pochi giorni dopo il boss, Bonafede era più che un semplice prestanome. Secondo le indagini dei carabinieri del Ros e della Procura di Palermo, era a disposizione del padrino da anni. Le prove raccolte raccontano di una collaborazione duratura e consapevole. Con i suoi documenti, Messina Denaro ha comprato l’ultima abitazione a Campobello di Mazara, e anche l’auto con cui si muoveva era intestata al geometra.

Ma c’è di più. L’indagine su un altro presunto prestanome, l’architetto Massimo Gentile, ha fatto emergere un ulteriore tassello: un’auto acquistata dal boss nel 2014 con l’identità dell’architetto, nel 2017 risultava intestata alla madre di Andrea Bonafede. Un chiaro segnale della continuità e complicità nel rapporto tra Bonafede e Messina Denaro.

Non solo: la prima casa in cui il boss si stabilì a Campobello nel 2007 era stata affittata a nome del geometra. Tutto questo disegna una rete precisa, dove Bonafede era un ingranaggio fondamentale.

La rete del padrino
Quella di Bonafede non è un’eccezione. Attorno a Messina Denaro si è mossa una fitta rete di complicità e silenzi, fatta di parenti, amici, fiancheggiatori. Una rete silenziosa ma efficiente, che gli ha permesso di vivere indisturbato, anche sotto le mentite spoglie di “Andrea Bonafede”.

Nell’elenco degli indagati e arrestati ci sono anche:
– Laura Bonafede, insegnante,
– la figlia Martina,
– Lorena Lanceri ed Emanuele Bonafede,
– il medico Alfonso Tumbarello,
– l’imprenditore Giovanni Luppino,
– e un altro Andrea Bonafede, operaio comunale.

Ma l’elenco è destinato ad allungarsi. Ogni tassello che emerge dimostra quanto il territorio, da Castelvetrano a Campobello di Mazara, fosse ancora il regno di Messina Denaro, il luogo sicuro dove rifugiarsi e contare sul silenzio e sulla complicità di chi, per anni, ha scelto di proteggerlo.