Trapani, rione Cappucinnelli e il nodo sanatoria: “abbiamo un progetto gratuito per rifare le verande senza abusi”
Trapani rompe gli indugi e si prepara a entrare nella fase più concreta della rigenerazione urbana: partiranno in contemporanea, già a metà giugno, i lavori per il Parco Urbano dell’ex Mattatoio e per le opere di urbanizzazione del quartiere Cappuccinelli. È il cuore pulsante del progetto PINQuA da 30 milioni di euro, finanziato con fondi Pnrr, e a confermare il cronoprogramma è il dirigente comunale ai Lavori pubblici, Orazio Amenta: «Il nostro obiettivo è cominciare entro la terza settimana di giugno, intorno al 15. Stiamo lavorando per rientrare nei tempi del Pnrr». Una dichiarazione che non lascia spazio a interpretazioni: i lavori si fanno, e si fanno adesso.
Un’accelerazione attesa, se si considera che finora il cantiere è stato percepito più come un’idea in divenire che come un intervento tangibile. Eppure, mentre si aprono i primi scavi, resta ancora fermo al palo uno dei tasselli più simbolici: il restyling delle facciate delle palazzine. È il pezzo più visibile, quello che i residenti attendono da anni e che nel dibattito pubblico viene spesso indicato come la priorità. Ma qui entra in gioco un nodo complesso, fatto di sicurezza e di irregolarità edilizie. «Non parliamo del 70% di case abusive, chi dice questo non sa di cosa parla», precisa Amenta, stanco di sentire numeri a caso. Le difformità ci sono, è vero, ma secondo il dirigente sono in gran parte sanabili: «grazie al nuovo decreto Salva Casa e alle recenti norme urbanistiche, in molti casi sarà possibile regolarizzare. Dove non si può, si demolisce. Non è una scelta politica, è legge».
Proprio per non lasciare soli i residenti in questo passaggio, il Comune ha aperto uno sportello tecnico dedicato alle istanze di sanatoria. Una mossa che gli assessori Enzo Guaiana e Giuseppe Virzì rivendicano come gesto di accompagnamento, non solo di controllo: «abbiamo messo a disposizione una dipendente per ascoltare i residenti, valutare le situazioni caso per caso e fornire indicazioni». È un modo per disinnescare il conflitto, per far capire che non c’è intenzione punitiva, ma volontà di regolarizzare e andare avanti.
E non solo. Il Comune ha anche previsto un progetto gratuito per rifare le verande, una volta conclusi i lavori: «A fine lavori – spiega ancora Amenta – sarà disponibile un progetto predefinito per rifare le verande, senza costi di progettazione per i residenti. Un modo per evitare nuovi abusi e ridurre i disagi a chi è in regola». La strategia è chiara: non bloccare l’opera per colpa delle irregolarità, ma trasformare un problema diffuso in occasione di riordino, accompagnato e non imposto.
Le vere ragioni dei ritardi, secondo l’amministrazione, non vanno quindi cercate nell’illegalità diffusa, ma nel degrado strutturale degli edifici, spesso più grave del previsto. «Durante i sopralluoghi sono emerse criticità non previste – conferma Guaiana – ed è stato necessario adeguare i progetti per garantire la sicurezza di chi abita le palazzine». Una motivazione tecnica, che però si intreccia con la necessità di rispettare i tempi serratissimi del Pnrr: «Un’opera pubblica in Italia impiega in media sette anni – ricorda Amenta – qui ne abbiamo avuti tre. È una sfida, ma vogliamo portare la nave in porto. Lavoriamo giorno e notte, anche quando dormiamo pensiamo ai problemi di domani». Una dichiarazione che restituisce il clima d’urgenza con cui si sta procedendo dietro le quinte.
E per chi oggi accusa il Comune di non aver coinvolto abbastanza i cittadini, l’assessore Virzì replica con i fatti: «A gennaio 2024 abbiamo organizzato un incontro con il comitato di quartiere e con i cittadini, presenti anche i tecnici e il consigliere Fileccia. Le polemiche di oggi sono fuori tempo massimo». L’assessore ricorda anche gli incontri tenuti nei tre mesi precedenti, grazie alla sua delega ai quartieri: un confronto continuo che avrebbe dovuto scongiurare le frizioni attuali.
Non manca poi la difesa del ruolo del comitato di quartiere, oggi criticato da alcuni consiglieri comunali. Virzì è netto: «È stato un interlocutore fondamentale, grazie al quale è nato un confronto aperto e costante con i residenti. Questo intervento è anche frutto del loro impegno». Un’affermazione che sembra voler ristabilire l’equilibrio tra istituzioni e cittadini, dopo settimane in cui è sembrato che il dialogo fosse saltato.
La linea dell’amministrazione, in fondo, si riassume in una frase: «Non possiamo bloccare un intervento da 30 milioni per colpa di qualche veranda abusiva». È questa la postura che Palazzo d’Alì vuole tenere: determinazione, rispetto delle regole, ma nessuna tolleranza verso chi tenta di rallentare una rigenerazione urbana attesa da anni. Il cantiere si fa, si ascoltano i cittadini, si sistemano le carte. Ma indietro non si torna.
La sfida è lanciata. E ora si entra davvero nel vivo.
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