Marsala: dopo il congresso Fratelli d'Italia decide di non decidere...
Il congresso comunale, di sabato mattina, di Fratelli d’Italia se da una parte ha eletto gli organi locali di partito dall’altra parte ha buttato la palla nell’altra metà del campo. Gli interventi critici che ci sono stati, da parte dei consiglieri comunali meloniani e dell’assessora Giusy Piccione, hanno evidenziato una frattura tra loro e una parte del partito, tra loro e l’amministrazione, però sono in giunta e in maggioranza.
E allora cosa è accaduto? Fratelli d’Italia chiede al sindaco Massimo Grillo di convocare un tavolo di centrodestra per compattare tutta l’area e quindi rilanciare, solo allora, l’azione amministrativa.
Ma questa convocazione deve farla davvero il sindaco o dovrebbero farla i coordinatori locali? Cioè, sono loro che danno l’indirizzo politico, che decidono se entrare o uscire dalla giunta, se rilanciare una azione, se portarla avanti o mettere un punto. E quelli legittimati a farlo sono solo i coordinatori o segretari di partito, funziona così. E’ proprio l’Abc della politica.
Il sindaco ad oggi non appartiene a nessun partito, ha solo più volte ribadito di appartenere ad una area di centrodestra, ha chiesto l’ingresso in FdI ma la strada l’ha trovata sbarrata, eppure Grillo, comunque sia, è un personalità politica che è passato dal governo regionale al Parlamento nazionale.
Se FI, FdI, Lega, DC e Noi Moderati hanno difficoltà a mettersi attorno ad un tavolo e decidere cosa fare a Marsala non è problema del sindaco, ma dei partiti che non sono governati ma appena rappresentati. E la dissonanza tra ciò che è stato detto in congresso e ciò che poi rappresentano è tutta nelle parole prima e nei fatti poi. La Piccione ha ribadito qualcosa di importante: la giunta non comunica, è autoreferenziale, ognuno lavora per se. Ma questo viene detto e anche scritto da mesi. Perché quella giunta è stata composta solo per spartire potere e non davvero per amministrare, Enzo Sturiano ha piazzato i suoi, al sindaco è convenuto. Avere presenze non politiche e asciutte, sia da un punto di vista partitico che amministrativo, è un punto di forza per Grillo. Ora però sono venuti i nodi al pettine, perché l’immobilismo di molti è stato un boomerang. Ad esempio il vice sindaco Giacomo Tumbarello sopperisce a molte cose che devono fare per delega gli altri assessori, Ivan Gerardi compreso. E di questo ne hanno pure discusso.
FdI decide di non decidere
Errori ed inciampi sono quelli che commettono i partiti quando pensano di non assumersi responsabilità delle decisioni ma demandando ad altri. Eppure era semplice: stare in giunta, uscire.
Rilanciare o lasciare. Invece altre polemiche che non hanno fatto bene ad alcuno. E che questo avvenga con la complicità e il silenzio dei deputati presenti: Beppe Bica, Nicola Catania, è la vera tragedia della politica, perché ad un certo punto si decide.
E quindi il problema non è Grillo, come molti vorrebbero far intendere, che certamente avrà le sue responsabilità, ma la classe politica che è fiacca. In tutto questo tempo perché non hanno mai chiesto loro di riunire il centrodestra? Perché semplicemente non hanno voluto intestarsi una battaglia, e ora spiegare dopo anni insieme a Grillo che il sindaco non va più bene è una montagna che non sanno nè scalare nè fotografare.
Ma c’è un altro punto, il più importante. Staccarsi da Grillo per fare cosa e con chi? Perchè, poltrone a parte, uno straccio di programma non c’è, una persona certa nel balletto delle stelle cadenti della politica non c’è. Nessun volto, nessun indirizzo.
Questo può già bastare per dire che la politica se assume il ruolo del “pulpito della lamentala” ha fallito nella sua intera classe dirigente, che è lì seduta, che prende gettoni di presenza o indennità, e che a parte la protesta non c’è proposta.
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