Silvia Casola, giovane ricercatrice originaria di Castelvetrano, oggi lavora alla prestigiosa Ludwig Maximilian Universität di Monaco di Baviera, dove si occupa di Intelligenza Artificiale e linguaggio naturale. Insieme a un team di colleghi italiani attivi in centri di eccellenza come FBK (Fondazione Bruno Kessler), l’Università Bocconi e altre realtà internazionali, ha lanciato un’iniziativa per fare luce su una domanda sempre più urgente: come stanno usando gli italiani l’Intelligenza Artificiale nella vita quotidiana?
Per rispondere a questa domanda, il gruppo ha creato un sondaggio aperto a tutti i cittadini italiani, con l’obiettivo di raccogliere dati concreti su abitudini, percezioni e usi reali di strumenti come ChatGPT, Gemini, Copilot e altre applicazioni basate su AI. Il questionario è accessibile online al seguente link: Partecipa al sondaggio
“In un momento in cui si parla molto di AI, ma spesso in modo astratto o sensazionalistico – spiega Silvia Casola – vogliamo capire cosa succede davvero: chi la usa, per cosa, con quale frequenza e quali timori o aspettative ci sono.”
L'iniziativa ha già ricevuto attenzione mediatica: ne ha parlato anche il Corriere della Sera in un articolo del 31 maggio, che evidenzia come il progetto miri a colmare una lacuna nella ricerca italiana, ancora carente di dati sistematici sull’impatto sociale e culturale dell’AI.
Perché è importante partecipare
La partecipazione al sondaggio è completamente anonima e richiede pochi minuti. Le informazioni raccolte aiuteranno i ricercatori a mappare l’uso dell’AI in Italia in modo dettagliato, distinguendo tra età, professione, livello di istruzione e altri fattori socio-demografici.
“Per poter costruire politiche pubbliche efficaci, strumenti educativi e sviluppi tecnologici etici – aggiunge Casola – è fondamentale partire dalla realtà dei cittadini.”
Un progetto che parte da una mente brillante di Castelvetrano ma guarda al futuro dell’intera società italiana, in un’epoca in cui l’Intelligenza Artificiale non è più solo fantascienza, ma quotidianità.