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11/06/2025 06:00:00

Sicilia, sanità sempre in tilt per le liste d'attesa

Sanità in tilt in Sicilia e si torna a discutere delle liste di attesa, per Daniela Faraoni, assessora regionale alla Salute, siamo ad un punto di non ritorno. Le ASP sono indietro e non riescono a fronteggiare, sono stati i manager convocati a Palermo per affrontare la questione, se la risolveranno è tutta un’altra roba.


 

Il monitoraggio

Si tratta di un monitoraggio che riguarda i ricoveri e gli esami diagnostici prenotati e mai eseguiti, ad oggi ci sono oltre 200 mila prestazioni inevase. L’azione è stata voluta dal presidente Renato Schifani, dopo lo scandalo dei referti istologici in ritardo, la Regione non può più permettersi altri scandali che minerebbero in maniera definitiva la credibilità del governo.

E’ stato registrato un leggero miglioramento rispetto a due anni fa, quando i ricoveri da eseguire erano 90 mila circa e gli esami diagnostici e le visite 140 mila. 

Ad oggi però non c’è più il budget di 48milioni di euro stanziati nel 2023 e di 41milioni del 2024, in assenza dunque l’emergenza si è ripresentata con l’aggravio che non ci sono fondi disponibili da investire. I DG delle 9 ASP siciliane sono stati convocati in assessorato, tra l’altro nel contratto che a suo tempo hanno firmato c’è una clausola che prevede la loro decadenza in assenza del mancato obiettivo dell’abbattimento delle liste di attesa.


 

L’attacco del M5S

La soluzione per le lunghe liste di attesa è a portata di mano ma pare che nessuno ne parli e che i cittadini non siano adeguatamente informati. Nuccio Di Paola, responsabile regionale del Movimento Cinque Stelle, è  primo firmatario di una mozione depositata all'Ars che punta a togliere le ragnatele al Decreto legislativo 124 del 1998, rimasto fino ad oggi solo sulla carta.

“La legge del 1998 – spiega Di Paola – è rimasta praticamente lettera morta non solo perché sconosciuta ai più, ma anche perché prevede meccanismi di rimborso farraginosi, che di fatto costringono quei pochi che la conoscono e che provano a trarne vantaggio a battere in ritirata. La procedura di rimborso, infatti, non è per nulla automatica, anzi. Il cittadino si trova a doversi sobbarcare una mole di pratiche assurde, come quella di dover dimostrare autonomamente che l'Asp non ha rispettato i tempi di attesa, circostanza pressoché impossibile da attestare perché i CUP raramente rilasciano un'attestazione formale dell'impossibilità di prenotazione”. La mozione M5S impegna il governo a semplificare al massimo i meccanismi e ad avviare una capillare campagna di informazione diretta ai cittadini e agli operatori sanitari, per mettere questi ultimi nelle condizioni di guidare l'utente a orientarsi nella gestione dei rimborsi. “Per la verità – sostiene Di Paola – noi vorremmo andare oltre. La nostra mozione, infatti, prevede che siano i privati a dover chiedere i rimborsi alla Regione, evitando al cittadino di dover anticipare qualsiasi somma, cosa che potrebbe anche costituire un problema per i meno abbienti”. “Chi avrà il coraggio di bocciare la nostra mozione – conclude Di Paola – dovrà rispondere ai cittadini, stanchi di essere costretti ad aspettare mesi o, peggio, a dover rinunciare alle cure perché non possono permettersi di ricorrere al privato a pagamento per accelerare i tempi. È ora di dire basta allo sfascio della sanità e di dare una scossa a questo governo, attentissimo alle poltrone, molto meno ai bisogni del cittadino. Per questo domenica prossima scenderemo in piazza a Palermo assieme ad altre forze politiche, sindacati e associazioni. Il concentramento è previsto per le 16.30 a piazza del Parlamento per dirigersi in corteo a Piazza Bologni, dove, a partire dalle 17, sono previsti gli interventi dal palco. Ci sarà con noi anche il presidente Giuseppe Conte. Sono attesi pullman da tutti la Sicilia, chiunque ha a cuore la sanità è il benvenuto”.


 

Il PD chiede l’invio di  ispettori in Sicilia

Il senatore dem Antonio Nicita, ha chiesto al ministro della Salute, Orazio Schillaci, l’invio degli ispettori in Sicilia in seguito a vari casi di malasanità.

C’è un caso che a Siracusa ha destato molta polemica, dopo 15 mesi di attesa è stato disdetto un  intervento fissato per il 5 giugno scorso, a questo si aggiungono le lunghe attese in Pronto Soccorso, le liste di attesa non evase, la carenza di personale medico.