C’è un nuovo fronte nell’inchiesta che coinvolge il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno. Nei giorni scorsi, la Guardia di Finanza — su delega della Procura di Palermo — ha acquisito in Assemblea Regionale Siciliana i dati relativi agli spostamenti dell’auto blu in uso al presidente. Un tipo di verifica già vista in passato con l’ex presidente Gianfranco Miccichè, oggi rinviato a giudizio per peculato e truffa, e che ora potrebbe replicarsi: i magistrati starebbero valutando l’ipotesi di un uso improprio del mezzo istituzionale, non conforme al regolamento interno dell’Ars che ne limita l’utilizzo alle sole “esigenze di rappresentanza e di servizio”.
La vicenda si intreccia all’inchiesta per corruzione che coinvolge Galvagno, la sua portavoce Sabrina De Capitani e due imprenditori: Marcella Cannariato e Nuccio La Ferlita, organizzatore di eventi molto attivo in Sicilia. Le indagini vanno avanti da oltre un anno e mezzo, basate su intercettazioni telefoniche e ambientali. Secondo quanto emerso finora, i pm ipotizzano che Galvagno e la sua collaboratrice avrebbero agevolato l’ottenimento di finanziamenti o incarichi pubblici in cambio di “utilità” personali. A Sabrina De Capitani, che la Procura considera incaricata di pubblico servizio, viene contestata la corruzione in concorso.
Le date fantasma ai Cantieri della Zisa
Tra gli episodi su cui si concentra l’attenzione degli inquirenti, uno in particolare riguarda alcuni eventi organizzati dalla società “Punto e a capo” di La Ferlita nell’estate 2023 ai Cantieri Culturali della Zisa. La società aveva pubblicizzato tra aprile e maggio una serie di concerti (Ernia, Articolo 31, Rocco Hunt, Diodato) previsti tra luglio e agosto, e aveva anche già avviato la vendita dei biglietti. Il problema è che il bando del Comune per la concessione dell’area era stato approvato solo il 7 luglio e pubblicato il 10 luglio, quasi tre mesi dopo l’annuncio delle date.
L’opposizione in Consiglio comunale a Palermo aveva sollevato dubbi su una possibile “concessione di fatto anticipata” degli spazi, chiedendo la revoca del bando e una verifica sui costi di affitto, fissati a 350 euro a serata. Otto concerti, oltre 45.000 spettatori stimati, e appena 4.270 euro di incasso per il Comune. In media, 10 centesimi a spettatore. La Ferlita ha poi dichiarato che si è trattato di un “rischio d’impresa”, una scommessa presa per non perdere opportunità in attesa dell’emanazione ufficiale dei bandi. Ma la coincidenza temporale, e il ruolo della portavoce di Galvagno, alimentano i sospetti degli inquirenti.
Auto blu e missioni: torna lo spettro del peculato
L’attenzione si concentra anche sull’uso dell’auto blu assegnata al presidente dell’Ars. La Procura intende accertare se ci sia stato un utilizzo per fini personali, configurando il reato di peculato. Le stesse verifiche sono in corso su eventuali missioni “gonfiate” da parte dell’autista. Un filone già visto con Miccichè e che potrebbe portare a un nuovo rinvio a giudizio. Le norme parlano chiaro: le auto possono essere usate solo per rappresentanza o esigenze di servizio, ma le intercettazioni — ora illustrate a Galvagno nel suo interrogatorio — sembrano suggerire altro.
Prossimi passi: interrogatori e riscontri
Il presidente dell’Ars, nel corso dell’interrogatorio, ha respinto ogni addebito e avrebbe anche indicato nei suoi collaboratori i veri riferimenti per i rapporti con gli imprenditori coinvolti. Una linea difensiva che, secondo chi indaga, punta a minimizzare il proprio ruolo, ma che rischia di rafforzare i sospetti sul ruolo di Sabrina De Capitani.
L’indagine entra adesso in una fase cruciale. Nei prossimi giorni potrebbero essere ascoltati anche gli altri indagati. La Procura vuole chiudere il cerchio su una vicenda che tocca in modo diretto la credibilità dell’istituzione regionale e chi la rappresenta ai massimi livelli.