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23/06/2025 06:00:00

Radioterapia a Trapani. C'è la gara, ma quando iniziano i lavori? Il punto

 Una promessa lunga quindici anni. Un padiglione mai costruito. A Trapani la battaglia per garantire un diritto fondamentale come l’accesso alle cure oncologiche va avanti dal 2009, tra proclami, delibere, progetti cambiati, soldi stanziati e poi persi. Oggi, qualcosa finalmente si muove: l’Asp ha bandito la gara per la realizzazione del nuovo edificio accanto all’ospedale Sant’Antonio Abate dove dovrebbe sorgere il padiglione per la Radioterapia. Un’opera da oltre 40 milioni di euro, che dovrebbe rivoluzionare l’offerta sanitaria della provincia. Ma il condizionale è d’obbligo, perché il progetto è ancora immerso nei meandri della burocrazia. E il Comitato per la Radioterapia avverte: “La politica è assente, noi continueremo a vigilare”.


Il punto sull’iter
L’iter tecnico-amministrativo per la realizzazione del padiglione ha conosciuto fasi di forte stallo alternate a brevi accelerazioni. Dopo anni di promesse, il progetto ha preso forma concreta a partire dal 2015, quando l’ingegnere Francesco Costa è stato nominato Responsabile Unico del Procedimento. Nel luglio 2016 è stato approvato il progetto preliminare e, nel 2017, è stata aggiudicata la gara per la progettazione esecutiva al raggruppamento RPA S.r.l., con contratto firmato nell’ottobre dello stesso anno.
Il progetto ha subito varie modifiche e aggiornamenti, tra cui l’adeguamento alla nuova rete ospedaliera regionale (D.A. n. 22/2019) e l’integrazione, durante il periodo del Covid, con un reparto di terapia sub-intensiva da 18 posti letto (decreto n. 614/2020).

 


Il 9 giugno 2023 è stato trasmesso il progetto esecutivo definitivo, che prevede la realizzazione della Radioterapia nel nuovo edificio per un importo complessivo di 38,3 milioni di euro (oltre 30 milioni per i lavori e circa 7,6 milioni per somme a disposizione dell’amministrazione). Con la delibera del 31 dicembre 2024 l’Asp ha formalmente avviato la procedura di gara, e il 22 gennaio 2025 – con la delibera n. 73 – è stato recepito l’esito positivo della verifica eseguita dall’organismo accreditato Conteco Check.
Tutti gli atti sono stati trasmessi al Genio Civile per l’ultimo e delicato passaggio: il parere tecnico sui calcoli strutturali antisismici, richiesto per la validazione definitiva da parte della Commissione regionale Lavori pubblici. Proprio nei giorni scorsi, l’Asp ha inviato il documento integrativo richiesto, permettendo al Genio Civile di concludere entro giugno l’attività istruttoria. Solo dopo il parere positivo si potrà procedere con la gara d’appalto vera e propria, che sarà gestita dalla Centrale Unica di Committenza della Regione Siciliana – Ufficio regionale di Trapani.
A oggi, dunque, la gara è formalmente aperta, ma i lavori non possono ancora partire. L’inizio del cantiere dipende da un passaggio tecnico che, come troppo spesso accade in Sicilia, rischia di allungare ulteriormente i tempi.

Cosa prevede il progetto
Il padiglione sorgerà alle spalle dell’ospedale Sant’Antonio Abate, in territorio di Erice. Il nuovo edificio sarà su quattro livelli, per un totale di oltre 5mila metri quadrati. Al primo piano è prevista l’unità operativa di Radioterapia, con due bunker, e un reparto di terapia sub-intensiva con 18 posti letto. Ai piani superiori ci saranno Chirurgia Generale, Chirurgia Toracica e Vascolare, Ortopedia e Traumatologia, Chirurgia Pediatrica. Sarà presente anche un complesso operatorio con quattro sale, spazi per la diagnostica avanzata e la gestione delle emergenze.
Il progetto mira a creare un polo oncologico di riferimento per la Sicilia occidentale, che affianchi il servizio già esistente a Mazara. L’intervento è finanziato con fondi statali, regionali ed europei e dovrà rispettare una scadenza precisa: fine 2026. Il cronoprogramma prevede l’inizio dei lavori entro il 2025 e una durata del cantiere di circa 18 mesi. Almeno sono queste le previsioni.

 

 

Una storia infinita di promesse mancate
Tutto comincia nel 2009, quando il Comune di Erice cede il terreno all’Asp per realizzare il nuovo padiglione. L’idea è costruire un centro di Radioterapia accanto all’ospedale di Trapani, evitando ai malati oncologici lunghi viaggi verso Palermo o Mazara del Vallo. Ma nel 2010 arriva il primo dietrofront: secondo il piano sanitario regionale, può esserci un solo centro radioterapico per provincia, e la scelta cade su Mazara. Parte la mobilitazione dei cittadini: 30mila firme raccolte, proteste, incontri con i vertici regionali. Il governatore Lombardo promette: “I soldi si troveranno entro sei mesi”. Non succede nulla.
Nel 2012 l’Asp approva un primo progetto preliminare. Quattro anni dopo, nel 2016, viene approvato in via definitiva con una stima dei costi pari a 13,5 milioni di euro. Intanto nel 2017 apre a Mazara il centro privato convenzionato con la clinica Santa Teresa. A Trapani, ancora nulla.
Nel 2018 arriva il finanziamento ufficiale: 14 milioni per l’ampliamento del Sant’Antonio Abate, 3,4 milioni per la Radioterapia. Ma l’iter resta fermo per altri quattro anni, complicato dalla pandemia, dalla riforma della rete ospedaliera e dall’adeguamento sismico necessario. Solo nel 2023 il progetto definitivo viene trasmesso, aggiornato e integrato.


Il ruolo decisivo del Comitato cittadino
Dietro i numeri e i tecnicismi, c’è un fronte di cittadini che da anni non si arrende. Il Comitato per la Radioterapia a Trapani, guidato da Laura Montanti, è stato fondamentale nel mantenere alta l’attenzione sul tema. Manifestazioni, incontri, pressioni alla stampa, richieste formali all’Asp e alla Regione: “Vogliamo vedere la prima pietra”.
Il Comitato anche nelle ultime settimane ha incalzato la politica regionale. “Non possiamo più accettare silenzi, promesse e proclami. La politica deve agire, subito. Questa è una battaglia di civiltà per il diritto alla salute”.