Egregio Direttore, una volta si diceva: "Passata la festa, gabbato lo santo". Oggi, invece, sembra che il santo venga "gabbato" prima della festa.
Mi spiego. Il 24 giugno, come da tradizione, si celebra San Giovanni. È consuetudine, magari anche solo una volta l’anno, farsi "il viaggio" per partecipare. Ma quest’anno — sorpresa: soldi spesi per festini, teatrini e altre iniziative, e poi, proprio sul più bello, la chiesa era al buio e chiusa. Pare a causa di un corto circuito, di un sovraccarico o chissà cos’altro.
Ora, mi chiedo: non si poteva prevedere anche la presenza di un elettricista nel team incaricato dell’organizzazione? Per quasi quarant’anni ho fatto parte, del tutto gratuitamente, del gruppo che curava il festino. E con noi, sempre "a gratis", c’era il signor Ruggieri, ex Enel, che con una pinza e un cacciavite faceva miracoli (per restare in tema...).
Ieri, invece, mi sono sentito umiliato e offeso: una chiesa che apre una sola volta l’anno, e proprio in quell’unica occasione è inagibile. Non voglio offendere nessuno, ma questo è il risultato di un’organizzazione improvvisata, fatta da dilettanti. È il momento che qualcuno si faccia da parte.
Chiedo scusa per lo sfogo, ma a San Giovanni si deve rispetto.
W San Giovanni.
Giuseppe Rallo